: Politica Libera :

Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006

11.4.06

Berlusconi lancia la «Grossa Coalizione»


Il voto ha mostrato una maggioranza assoluta per la Cdl e una maggioranza relativa risicata per la sinistra. Non esiteremo a riconoscere vittoria all'avversario solo quando saranno ultimate procedure legali di verifica. Nessuno può dire ora di aver vinto. Se l'aritmetica darà loro i numeri dovranno mostrare di sapere di governare veramente il paese». Lo ha detto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, incontrando i giornalisti a Palazzo Chigi.
«LATI OSCURI SUL VOTO» - «Chi avesse in animo di escludere dal gioco democratico del paese la metà dei cittadini - ha aggiunto Berlusconi - farebbe un calcolo di bottega irresponsabile e ne pagherebbe le conseguenze. Sappiamo che ci sono stati degli errori e penso che i risultati non siano ancora definitivi. Non possiamo ancora dire che sia un voto valido, non avremmo voluto vedere lo spettacolo della notte con le autoproclamazioni di vittoria dell'Unione. Su questo voto ci sono ancora molti lati oscuri».


LE VERIFICHE - Il leader di Forza Italia ha poi fatto riferimento alla verifica
dei risultati effettuata dopo il voto di cinque anni fa: «Vorrei ricordare che nel 2001 la differenza tra i dati forniti dalla prima indicazione del Viminale e quelli sanciti dalla Cassazione era pari a 36mila voti. Oggi abbiamo 1.102.188 voti nulli e ben 611.158 voti annullati. Ciò fa capire quanto legittime siano le nostre richieste». Nonostante l'intenzione di verificare una a una le schede risultate contestate, Berlusconi ha però sottolineato di ritenere regolari le operazioni di voto, associandosi così alle dichiarazioni del ministro dell'Interno, Beppe Pisanu. Ha però messo in discussione l'esito del voto degli italiani all'estero, risultato poi determinante per la definizione della maggioranza al Senato: «Ci sono moltissime irregolarità. Non può quindi essere escluso che questo voto possa essere considerato non valido».
LE APERTURE A PRODI - In ogni caso Berlusconi ha teso anche una mano all'Unione e a Romano Prodi (a cui «telefonerò solo quando saranno certi i risultati elettorali») nell'ipotesi che il risultato definitivo del voto al termine delle verifiche modifichi il risultato e stabilisca eventualmente maggioranze diverse per le due Camere. Il premier ha chiesto indirettamente al leader del centrosinistra di ipotizzare di sedersi attorno ad un tavolo e di «prendere esempio dalla Germania» dove a fronte di un Paese spaccato in due si è arrivati necessariamente a delle larghe intese. «Se davvero si vuole andare avanti con un paese che non si divida, dovremmo prendere esempio da altri paesi come la Germania e considerare se no sia il caso di unire le forze e governare nella concordia». «Al paese - ha aggiunto - non fa bene andare avanti in una specie di guerra civile. Dobbiamo dismettere il viso delle armi e pensare di sederci responsabilmente in un tavolo pensando all'interesse del paese». Ma in giornata Romano Prodi aveva fatto sapere di essere pronto a governare per cinque anni con questa coalizione, senza volere ipotizzare alcun cambio di maggioranza.
LE SCUSE PER I «COGLIONI» - Berlusconi ne ha anche approfittato per un gesto di distensione facendo riferimento, pur senza mai ripetere la famosa parola, a quando definì come coglioni coloro che non avrebbero votato per la sua coalizione. «Chiedo venia anch'io se davanti a un gruppo di imprenditori amici ho usato una parola che non è nell'elenco delle finezze». E poi quel termine, rivendica di nuovo, non era rivolti agli elettori di sinistra ma ai mie amici elettori. «Mai nella vita ho rivolto offese a nessuno. E per ciò - conclude - in campagna elettorale questo episodio mi è spiaciuto».
GLI ALTRI LEADER - Alla conferenza stampa hanno partecipato anche gli altri leaderdel centrodestra. Il vicepremier Gianfranco Fini (An) ha preso la parola per ringraziare gli elettori e lo stesso Berlusconi per l'impegno personale mostrato in campagna elettorale. E ha aggiunto che se dal riscontro sulle schede dovesse emergere effettivamente la vittoria dell'Unione, «noi saremmo pronti a fare la nostra parte all'opposizione». Sulla stessa linea il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa. E da Roberto Maroni, della Lega Nord, la sottolineatura di come «la sinistra avrà il diritto e il dovere di esprimere un governo con le sue forze senza chiedere, nè comunque ottenere da parte nostra, alcun aiuto». Parole, queste, che cozzano un po' con le aperture berlusconiane alla concordia tra i Poli e ad un'eventuale coalizione trasversale. Lo stesso vicepremier Fini ha richiamato il Cavaliere a non lanciarsi in interpretazioni personali e ad attenersi, per la valutazione del risultato e degli scenari futuri, al testo scritto concordato tra gli alleati.

tratto da www.corriere.it

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page