«Pecoraro come Ceaucescu», è di nuovo polemica
«CEAUSESCU in Romania lo aveva fatto già trenta e più anni fa. Lampadine da 40 w in ogni casa e al problema dell’energia non ci si pensa più. Altro che nucleare, che per Nostradamus Scanio è opera "dello dimonio"». Comincia così l’attacco di Riccardo Rabazzi su Svipop, l’agenzia on line del Cepas (Centro Europeo di Studi su Popolazione, Ambiente e Sviluppo). Un articolo che prende in giro il ministro dell’Ambiente e le soluzioni che propone per ridurre l’inquinamento. «La soluzione ottimale nella testa del ministro - si legge nell’ultimo numero della newsletter - è il ritorno al Medioevo, senza automobili, a lume di candela, al freddo e al gelo senza neppure il conforto della legna da ardere. Ecco così che la Commissione Ambiente della Camera ha presentato il 17 settembre alcune funamboliche proposte. Due in particolare sono degne di nota, la prima è così riassumibile: "Chi più risparmia meno paga". E ci mancava pure che si inventassero una proposta del tipo "chi meno consuma più spende"». Nell’articolo si legge anche che «dopo un lavoro creativo che deve aver costretto i componenti della Commissione Ambiente a strizzarsi le meningi sino all’impossibile, apprendiamo che sono allo studio tariffe incentivanti per famiglie e imprese, differenziate in base al consumo e in base agli orari per tutti gli utenti civili e industriali. Un’ideona, non c’è dubbio». Quindi il centro studi attacca anche l’ultima proposta del ministro: «Dall’anno 2012 è vietata la vendita delle lampade ad incandescenza, ma non basta. Verranno anche disincentivati (ovvero tassati in modo salato) gli scaldabagni elettrici che, stando ad un misterioso censimento ministeriale, oggi in Italia sarebbero 8 milioni». Pecoraro dal canto suo va dritto per la sua strada: «O ci sarà una parte dedicata all’ambiente e l’eliminazione del blocco di spesa che colpisce i parchi, o la Finanziaria 2008 non si vota». Il leader dei Verdi assieme al ministro dell’Università e Ricerca e leader di Sinistra Democratica, Fabio Mussi, al segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, e alla senatrice Manuela Palermi per i Comunisti Italiani, ha presentato la piattaforma per una manovra «amica del clima» in una tavola rotonda appositamente organizzata dal titolo «Una finanziaria per il clima, percorso unitario della sinistra plurale». Quattro punti fermi, biodiversità, energia, con il piano-case, acqua e trasporto pubblico, per coniugare insieme economia ed ecologia. «Non basta un capitolo del disegno di legge con provvedimenti di riduzione delle emissioni nocive - scrivono Rifondazione comunista, Sinistra democratica, Verdi e Comunisti italiani nel loro manifesto - nè un fondo per il ministero dell'Ambiente. Serve una politica di interventi comuni su più fronti. Il bilancio delle emissioni va fatto con le scelte contenute in tutti i capitoli della manovra». Un impegno che viene più che mai ribadito dopo quanto emerso dalla Conferenza sui cambiamenti climatici, svoltasi a Roma una decina di giorni fa. «Bisogna verificare cosa fare - ha detto Pecoraro - e non se vi sia un cambiamento climatico e quanta responsabilità abbia il fattore umano». Concetto ribadito anche da Mussi, secondo cui «non esiste un bollino per i risultati della scienza, ma la libertà della ricerca e del confronto. È ormai innegabile che le scorte di combustibili fossili hanno iniziato ad esaurirsi e che il riscaldamento delle temperature sia bruscamente impennato nelle ultime decadi». E a confermare quanto ormai sia urgente un intervento a tutto campo del nostro paese per il clima, Pecoraro Scanio annuncia che «non voterà la manovra se non verrà tolto il blocco di spesa che attualmente colpisce i parchi italiani». Ma oltre ai parchi, la biodiversità e la rete natura, tre sono gli altri punti della piattaforma. «L’energia, con finanziamenti per il solare - prosegue Pecoraro - anche se bisognerà affrontare la lobby trasversale in Parlamento legata a inceneritori e aziende petrolifere. Bisognerà puntare inoltre su un piano-case integrato con incentivi per la bioedilizia e offrire un’alternativa valida alle macchine potenziando il trasporto pubblico» mentre per l’acqua, la risorsa deve restare pubblica.
tratto da www.iltempo.it
tratto da www.iltempo.it
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