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21.5.08

1988 - 2008 = 20 anni dalla morte di Giorgio Almirante

1988 -2008 vent'anni fa moriva Giorgio Almirante padre della Destra Italiana

Se alla mia generazione fossero mancati come punto di riferimento uomini come Giorgio Almirante, che ci insegnavano a non odiare, oggi parleremmo di guerra civile, e non di guerra civile strisciante". Così il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel corso della presentazione del libro 'La notte brucia ancora' di Giampaolo Mattei, a cura di Giommaria Monti, rievoca gli anni di piombo e, lodando la figura del padre storico del Movimento sociale, ribadisce che, a suo giudizio, "quegli anni sono ormai molto lontani". Tesi condivisa solo in parte dal segretario del Pd, Walter Veltroni, secondo cui slogan come '10, 100, 1000 Nassiriya' non sono diversi da 'Camerata, basco nero, il tuo posto e' al cimiterò. Già militanti su sponde politiche opposte, Fini e Veltroni oggi sono uniti nel condannare gli anni di piombo come un periodo in cui l'odio e la violenza cieca ha spezzato tante vite innocenti, come quella dei fratelli Virgilio e Stefano Mattei, bruciati vivi nel rogo di Primavalle. Ed entrambi lodano le parole del capo dello Stato, che nei giorni scorsi ha invitato a limitare agli ex terroristi le tribune radiotelevisive.


Di quella vicenda, Fini ricorda le tragiche menzogne diffuse dall'informazione, non solo quella di sinistra: "Si arrivò - afferma - a negare l'evidenza delle ragioni politiche di quella strage. Penso alle nostre manifestazioni contro il 'Messaggero', che parlava di pista nera, di una strage maturata all'interno della sezione missina. Ricordo ancora il dolore e la sensazione di essere straniero in patria". All'autore del libro, Giampaolo Mattei, Fini racconta come, nel corso della sua esperienza alla Farnesina, cercò di ottenere l'estradizione dell'autore della strage, Achille Lollo, rifugiato in Brasile: "Parlai a Lula e chiesi cosa potesse fare. Lui non poté che verificare l'inesistenza delle condizioni di legge per estradare Lollo, vista la prescrizione del reato". Tuttavia, secondo Fini, se i reati si possono prescrivere, ciò non vale "con l'esigenza di avere giustizia". Al riguardo, distingue i fatti di terrorismo, su cui a suo giudizio "se non tutto, si sa tanto", rispetto allo stragismo: "Un conto è l'ideologia e il contesto internazionale che portò alle Br e ai vari tentativi di rivoluzione comunista. Altro discorso, assai più misterioso, è quello dello stragismo, su cui non c'é ancora verità giudiziaria e il cui contesto internazionale non è stato ancora del tutto svelato".

Per quanto riguarda la strage di Bologna, e la lapide posta nella sala d'aspetto della stazione che parla di 'strage fascista', il presidente della Camera osserva che anche quella "é una delle tante vicende ancora misteriose". Parole che non sono piaciute ad Assunta Almirante: "Ormai è chiaro - commenta - che la destra con quella strage non c'entrava nulla. Fini avrebbe dovuto ricordarlo". Per il segretario del Pd, se ormai c'é una "memoria condivisa" e i morti rossi e neri sono uguali, "la verità è ancora da ricercare". In particolare, il capo dei Democratici considera "una delle cose più insopportabili delle testimonianze degli ex terroristi il fatto che ci sia solo un pezzo di verità, mentre manca la verità di insieme". "Sul caso Moro - attacca Veltroni - ci volete dire com'é andato sul serio? E poi nei libri dei responsabili non ho mai trovato dichiarazioni chiare e nette di verità sui fatti e mi chiedo perché invece di scrivere libri non si va dai magistrati". Parole sottoscritte da Giampaolo Mattei, che sconsolato osserva: "Ecco perché abbiamo nutrito una diffidenza totale verso le istituzioni".

Unica critica - nessun riferimento al ventennale della morte di Almirante nè sul sito di An, nè su quello della Fiamma nè su quello de La Destra...mah..senza parole..

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