L'Unione a Berlusconi: "No grazie abbiamo vinto e governeremo "
No grazie, non ci sono le condizioni politiche, chi ha la maggioranza governa. L'Unione rispedisce al mittente la proposta di Silvio Berlusconi: una Grande Coalizione sul modello tedesco per governare l'Italia nel segno dell'unità tra forze politiche divise dagli esigui margini usciti dalle urne. La risposta è no, Romano Prodi serra le file dell'Unione e soprattutto respinge il ragionamento che sta alla base della proposta del premier: che nessuno ha vinto, che i voti alla Camera vanno ricontati e che potrebbe anche venir fuori che il vero vincitore potrebbe essere la Cdl. "Ci siamo presentati alle elezioni con una coalizione precisa e la legge elettorale ha assegnato un numero di parlamentari alla Camera e al Senato che ci permette di governare", dice Prodi definendo "fuori posto" le recriminazioni sul voto di Berlusconi. "Noi governeremo in questo modo come stabilito dalla legge e come era l'impegno con i nostri elettori. In più, come ho detto, governerò per tutti gli italiani e non solo per quelli che ci hanno votato". Dello stesso avviso gli altri leader dell'Unione da Rutelli a Fassino a D'Alema che sottolinea che non ci sono i presupposti politici per parlare di un governo di unità nazionale. Ma intanto Berlusconi ha lanciato l'esca nel campo avversario indorando la pillola con un dettaglio non da poco, quel suo accenno a essere disposto a fare un passo indietro per il bene del Paese. L'Unione sembra però decisa a voler governare, ma si troverà subito alle prese con la sua maggioranza risicata al Senato. A maggio, elezioni dei presidenti delle Camere e del presidente della Repubblica, amministrative e referendum costituzionale. Tutti impegni istituzionali che metteranno alla prova la tenuta della maggioranza e la capacità di resistere ai richiami berlusconiani. Non a caso nell'Unione è affiorata l'ipotesi di concedere alla Cdl la presidenza di uno dei rami del Parlamento (anche se prima Prodi poi Rutelli in serata hanno bocciato l'idea) proprio nell'intento di svelenire il clima e ricucire i rapporti tra i poli. Al momento Prodi pensa innanzitutto all'unità della sua coalizione e ad accelerare il cammino del partito democratico, la sua creatura capace per la prima volta di raccogliere più voti delle liste proponenti.
Tratto da www.repubblica.it
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