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Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006

3.10.06

MANDIAMO A SCUOLA I FUTURI SILVIO



Caro direttore, come sempre la verità (e in questo caso la ricetta) potrebbe essere nel mezzo: né girotondi né chiusura nei palazzi della politica. Intervengo con qualche riflessione nel dibattito sul futuro di Forza Italia aperto da Libero su intuizione di Fausto Carioti e immediatamente incoraggiato dal nostro coordinatore nazionale Sandro Bondi, che giustamente scrive: «Mi attribuisco il merito - perché ce l’ho - di aver aperto un dibattito e un confronto dentro Forza Italia, non solo sulla forma di partito ma anche sulla nostra identità e sulle prospettive politiche di questo Paese. So che, aprendo questo dibattito, ho aperto una falla in una diga che rischia di straripare». Ma il gran numero di interventi dimostra che Bondi ha visto giusto e che questo dibattito non era più rinviabile proprio per le ragioni spiegate da lui: è ormai necessaria la trasformazione di un partito che fonda il suo successo sulla leadership ma che è entrato in una fase in cui alla centralità del leader occorre affiancare una strutturazione organica. Non è, e non è mai stata, in discussione, né nella nostra agenda politica, la leadership di Silvio Berlusconi, perché lui è non solo l’anima e la forza del nostro partito, ma, come scrive giustamente Don Baget Bozzo, l’unico punto di riferimento e il collante per tutti coloro che non si riconoscono in questa sorta di regime neo e post comunista che sta instaurando il governo Prodi. Organizzazione e territorio A Berlusconi va ascritta la geniale intuizione del ’94, a lui il fatto che Forza Italia sia ancora oggi il primo partito del Paese con il 24% dei consensi. E chiunque, come noi, abbia condotto l’ultima campagna elettorale sul territorio, avrà potuto verificare come siano lievitati i consensi della gente, e le percentuali dei sondaggi, subito dopo le convention pubbliche e gli interventi in piazza Berlusconi. Archiviata la questione della leadership come una banale boutade estiva, ci sono oggi tutte le ragioni e tutti i presupposti per cominciare a riorganizzare il nostro partito. Filo conduttore dei tanti autorevoli interventi che mi hanno preceduto è proprio questo: organizzazione e presenza capillare sul territorio. Perché, pur condividendo in pieno e lavorando anche in prima persona per la costituzione del partito unico, ritengo che i tempi per la sua nascita non siano conciliabili con i prossimi appuntamenti elettorali: fino al 2009 ci attendono varie tornate di elezioni amministrative, alle quali dobbiamo arrivare con una presenza capillare sul territorio. Penso per esempio al ruolo fondamentale che il nostro partito può avere nel Mezzogiorno, non solo per portare avanti un’opposizione costante e consapevole in tutti gli Enti Locali, per la maggior parte guidati dal centrosinistra, ma anche perché le piazze e i Comuni, dai più piccoli ai più grandi, diventino cassa di risonanza della nostra azione di parlamentari e fonte di progetti e proposte di sviluppo da sostenere in Parlamento contro un governo che, finora, ha dimostrato scarsissima attenzione per il Sud. Quindi, come dice Bondi, serve una Direzione Nazionale del partito e vanno celebrati quanto prima i congressi comunali e provinciali, unico strumento per favorire la partecipazione democratica alla vita del nostro partito. Non dobbiamo vivere questo momento come una crisi: non siamo ”cotti” né abbiamo perso i nostri elettori, perché se così fosse non saremmo ancora il primo partito in Italia e in molte regioni, come per esempio la Puglia; così come ha ragione Scajola quando dice che non siamo un partito di plastica, piuttosto siamo al momento che ben descrive Bondi: quando siamo nati e fino a che siamo stati al governo era sufficiente il carisma di Berlusconi a convogliare i consensi; oggi che siamo all’opposizione, occorre affiancare al carisma l’organizzazione. L’esperienza del Motore Azzurro ci ha insegnato che questa è la via da seguire: siamo tornati facilmente tra la gente, nelle piazze. Se questa organizzazione fosse stata stabile avremmo potuto, per esempio, portare anche fuori dalle aule del Parlamento la nostra protesta contro il Decreto ViscoBersani spiegandone limiti, contraddizioni, danni per le tasche del ceto medio italiano. E di pari passo occorre fare quello che suggerisce Cicchitto: un gruppo di lavoro, una scuola di formazione della classe dirigente, perché i problemi di oggi nascono dal fatto che Forza Italia ha mandato tutti i suoi uomini al governo e il partito si è svuotato perdendo così le energie necessarie ad un suo più forte radicamento organizzativo. Questo, se da un lato deve inorgoglirci perché prova che abbiamo messo i nostri uomini al servizio del Paese e non del partito, dall’altro ci fa capire quanto sia necessario puntare sui tanti giovani che vorrebbero avvicinarsi a noi, ma non sanno come fare proprio per mancanza di organizzazione. E come si fa a dire che siamo ”cotti” se i giovani credono ancora in Silvio Berlusconi e si riconoscono nei nostri ideali liberali, democratici, moderati, cattolici, nei nostri valori di serietà, di rispetto per le Istituzioni, di concretezza e di buongoverno? La sfida della piazza Liberi dall’onere quotidiano che la seria attività di governo impone, è ora di dedicare le nostre energie ad elaborare in proposta politica le tante e per molti versi nuove istanze e posizioni che la cultura moderata, cattolica e liberale avanza sui grandi temi della libertà, dell’etica, della genetica. Dobbiamo saper costruire ed alimentare nuovi centri di elaborazione politica nei quali dar corpo al nostro progetto di libertà aprendolo a tutti coloro che in esso si riconoscono siano o meno essi uomini di partito. Siamo uomini di fatti concreti, possiamo scendere in piazza, se sarà necessario, ma senza girotondi, senza ”okkupazioni”, senza sfasciare le vetrine e bloccare le strade. La nostra forza è la democrazia; le nostre armi sono il dialogo e il rispetto degli altri; il nostro obiettivo è la libertà. * Deputato e coordinatore regionale Forza Italia Puglia Da ”Libero” del 14 settembre 2006

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