Berlusconi: non ha i numeri sarà un'agonia
E' "agonia" la parola scelta dal centrodestra per descrivere il rinvio di Romano Prodi alle Camere deciso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Parlano di "agonia" Silvio Berlusconi, il portavoce di An Andrea Ronchi e anche il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, tutti convinti che l'Unione non si sia davvero ricompattata e che fatta l'eccezione di Marco Follini, non abbia neppure conquistato quei voti centristi in grado di garantirle una maggioranza più solida.
"A sinistra concordia impossibile". "Non credo - commenta il leader di Forza Italia - che questa sinistra potrà mai trovare la concordia per operare bene nella direzione delle riforme di cui il Paese ha necessità". "Credo che l'agonia continuerà - aggiunge - mi auguro che non continui ancora a lungo, ma dico che dobbiamo lavorare in profondità nei confronti dei nostri cittadini perché si consolidi in loro una certezza, quella dell'inadeguatezza di questa sinistra ad essere forza di governo e dell'adeguatezza del centrodestra.
Berlusconi lancia sospetti. Berlusconi, pur senza fare espressamente il nome di Marco Follini, getta poi pesanti sospetti sulla scelta dell'ex leader dell'Udc di annunciare il suo sostegno a Romano Prodi. La sinistra, afferma il leader della Cdl, "avrà i numeri per governare soltanto se riuscirà a portare dalla sua parte, pagando pesantemente questo tradimento, qualcuno degli eletti del centro destra". "Il governo - dice ancora Berlusconi - ha dovuto presentare le dimissioni, e oggi attraverso il mercato del voti (siamo in un momento veramente oscuro della nostra storia democratica), un mercato in cui ballano i nomi di questo o quell'altro eletto della Casa delle Libertà, questa maggioranza ha garantito al presidente della Repubblica di avere i numeri che non ha avuto nella recente votazione sulla politica estera".
Berlusconi lancia sospetti. Berlusconi, pur senza fare espressamente il nome di Marco Follini, getta poi pesanti sospetti sulla scelta dell'ex leader dell'Udc di annunciare il suo sostegno a Romano Prodi. La sinistra, afferma il leader della Cdl, "avrà i numeri per governare soltanto se riuscirà a portare dalla sua parte, pagando pesantemente questo tradimento, qualcuno degli eletti del centro destra". "Il governo - dice ancora Berlusconi - ha dovuto presentare le dimissioni, e oggi attraverso il mercato del voti (siamo in un momento veramente oscuro della nostra storia democratica), un mercato in cui ballano i nomi di questo o quell'altro eletto della Casa delle Libertà, questa maggioranza ha garantito al presidente della Repubblica di avere i numeri che non ha avuto nella recente votazione sulla politica estera".
Napolitano non è in discussione. A parlare di "agonia" è anche il portavoce di An Ronchi. Il parlamentare ribadisce di avere "pieno rispetto per l'operato del presidente della Repubblica", ma sostiene che la scelta del Quirinale non potrà che "proseguire l'agonia di un governo che non ha la maggioranza in politica estera". "Quello che ci interessa di più - aggiunge Ronchi - è l'agonia di un Paese che non ha una guida sicura. Questo governo non ha né i numeri né l'omogeneità politica per governare questo Paese".
Cesa insiste sulle larghe intese. Molto simili le valutazioni espresse dal segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa. "Rispettiamo le decisioni del Capo dello Stato - dice - ma a rimetterci sarà il Paese". "Il problema - prosegue - è che adesso andremo incontro ad un periodo buio e all'agonia di questa maggioranza. Auspicavamo un governo di larghe intese, ma non è stato possibile. Assisteremo all'agonia della maggioranza perchè sia sul piano numerico che di quello politico questa maggioranza non esiste". Quanto alla scelta dell'ex compagno di partito Follini, Cesa si limita a commentare: "Faccia quello che vuole, l'Udc è impegnato per rafforzare il centro moderato, ma non tradirà mai gli elettori".
Calderoli scrive al Colle. Nella Cdl, l'unico a battere su un tasto diverso è il leghista Roberto Calderoli, che presa carta e penna ha scritto a Giorgio Napolitano. "Caro presidente - afferma nella lettera l'ex ministro - oceani ideologici e di modi di essere ci separano, ma ciò nonostante sai bene che nutro per te sincera stima e simpatia. Ci conosciamo ormai da più di 15 anni e per questo mi sento di poterti scrivere e di farti questa supplica: restituisci la parola al popolo prima che sia troppo tardi".
"Prodi come un kamikaze". "Come si può rinviare Prodi - si domanda poi retoricamente Calderoli - dopo che, per ben due volte, in meno di un mese, è stato mandato sotto dalla sua stessa maggioranza? Il dibattito sulla politica estera di mercoledì scorso, ancorché non espressione di una crisi formale, era già un rinvio alle Camere, ovvero al Senato, che tu stessi avevi sollecitato espressamente al premier. E ora intendi mandare il kamikaze Prodi alla ricerca di un'incerta fiducia al Senato? Ma basata su che cosa? Sui 'dissidenti' che, inspiegabilmente, rientrano nei ranghi?".
FONTE. WWW.REPUBBLICA.IT
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page