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30.3.07

Alta tensione ...

Alta tensione nel centrodestra. Silvio Berlusconi va all'attacco dei centristi dell'Udc, accusandoli di estremismo; Pier Ferdinando Casini risponde imputando alla Lega il ricompattamento del centrosinistra; Gianfranco Fini rilancia la federazione del centrodestra, che però continua ad essere bocciata dalla Lega. Incomunicabilità completa, dunque, e non solo tra le "due opposizioni", ma anche nello schieramento fedele al Cavaliere. Berlusconi era a Reggio Calabria per una serie di iniziative di Forza Italia: nel capoluogo calabrese non ha perso l'occasione per "strapazzare" il suo ex alleato Casini. "Se c'é stato qualcuno che si è posto agli estremi della coalizione - ha detto - è stato l'Udc e non certo la Lega". Poi però ha aggiunto di essere sicuro che con l'Udc "prima o poi ci sarà un ricongiungimento". Indicato come l'estremista di turno, Casini ha reagito all'attacco di Berlusconi puntando l'indice contro la Lega: a suo giudizio, infatti, "i toni leghisti, demagogici o populisti che hanno portato il centrodestra a votare contro sull'Afghanistan favoriscono Prodi: sono la sua assicurazione sulla vita". Non solo. L'obiettivo dell'opposizione deve essere di intercettare il consenso dei tanti "moderati delusi da Prodi", che però hanno votato centrosinistra perché "antiberlusconiani". Dunque, quei voti Berlusconi proprio "non può" recuperarli.Di fronte all'affondo di Casini, la Lega ha affidato al capogruppo Roberto Maroni una replica al vetriolo: "Casini? 'Nomen omen', che tradotto dal latino significa 'il nome e' un presagiò ". Stessi toni nella replica dei centristi: "L'unico ribaltone lo avete fatto voi", dice Mario Baccini. Fin qui sarebbe l'ennesimo capitolo della lite tra Carroccio e centristi. Ma la Lega, in questo momento, rappresenta un problema anche per Forza Italia e An. Bossi, infatti, proprio non vuol sentir parlare di partito unico del centrodestra e nemmeno della sua versione 'soft', quella federazione che è stata lanciata da Berlusconi e riproposta da Gianfranco Fini. "Non è facile il mestiere di chi deve seguire diverse posizioni", sospira Berlusconi che però non dispera di convincere i suoi riottosi alleati del Carroccio mettendo in campo "buonsenso e tanta pazienza". Berlusconi può contare sull'appoggio di Fini: il leader di An, in un'intervista al 'Corriere della sera' ha chiesto un'accelerazione sulla federazione, argomentando che i tempi sono "maturi". "Se l'iniziativa fosse stata assunta qualche tempo fa, forse avremmo avuto minori difficoltà dinanzi allo strappo dell'Udc", spiega Fini. An, come sottolinea il portavoce Andrea Ronchi, vuole "ricucire" con Casini, con l'obiettivo minimo di avere una strategia comune delle due opposizioni. Non c'é invece nessuna fusione all'orizzonte, chiarisce Ronchi, tra An e Forza Italia. Ma ricucire non è facile. Le punzecchiature tra gli ex alleati sono numerose, come dimostra il sondaggio pubblicato dal 'Giornale' di Maurizio Belpietro, secondo il quale il 47% degli elettori di Casini non approverebbe il sì al decreto sulla missione in Afghanistan e il 60% vorrebbe l'Udc nella Cdl. Del resto gli argomenti di divisione non mancano, nemmeno nella Cdl. Il più importante, in questo momento, è forse rappresentato dal referendum elettorale. An è impegnata nella raccolta delle firme, ponendosi così in rotta di collisione con la Lega, che ha tutto da perdere da una vittoria del sì. Fini prova a rassicurare: "Bossi ha la mia parola d'onore: noi siamo impegnati a raccogliere le firme ma se si troverà un'intesa del referendum non ci sarà necessità".(ANSA)



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