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9.8.07

Forza Italia è il partito della libertà

Il coordinatore azzurro Sandro Bondi: «Ognuno elabori le sue proposte poi ci sarà la sintesi»

«UNA SFILATA a ottobre in contemporanea cn le primarie del Partito democratico sarebbe percepita solo come un tentativo di disturbo. Non sarebbe utile. Ma Forza Italia non starà con le mani in mano. Stiamo preparando una serie di iniziative». Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia anticipa la strategia del partito per il prossimo autunno. An ha chiesto di avviare la costruzione del partito unico e anche Adornato ha detto che è stato uno sbaglio archiviare il partito unico. Lei cosa ne pensa? «Forza Italia non ha archiviato un bel nulla: il presidente Berlusconi è stato il primo a proporre la nascita di un partito unitario della libertà, nel solco delle migliori tradizioni democratiche del nostro Paese e nell'ambito dei valori e dei programmi del Partito Popolare Europeo. Ma i parti prematuri non risolvono i problemi, semmai li accrescono, e ancora non sono maturate nei gruppi dirigenti del centrodestra né la convinzione unanime né la volontà di partecipare a questo grande progetto politico. Io stesso ho proposto all'Udc di dar vita al nucleo fondante del Partito della libertà sulla base di un patto tra Forza Italia e Udc, cioè le forze moderate che fanno già parte del Ppe. Un nucleo che favorisse il successivo ingresso di An nel Partito Popolare tenendo stretta l'alleanza con la Lega. Ebbene, a questa proposta abbiamo ricevuto solo dei "no". Per questo non possiamo che tenerci stretto il partito della libertà che si chiama Forza Italia senza il quale non si va da nessuna parte. Andiamo per gradi, dunque: prima ricostruiamo l'unità del centrodestra, poi esamineremo le prospettive future». An e Udc hanno indetto due manifestazioni senza consultare gli alleati. Non c'è il rischio che i partiti della Cdl vadano in ordine sparso offrendo un vantaggio all'Unione? «Se i partiti della Cdl non avessero iniziato a procedere in ordine sparso già nella legislatura passata, indebolendo il governo Berlusconi, oggi non dovremmo assistere al triste spettacolo offerto dal governo dell'Unione. Forza Italia si è sempre assunta la responsabilità di tenere unita la coalizione. Altri, purtroppo, hanno scelto l'avventura di percorrere altre strade, ma i margini di una ricomposizione unitaria restano ampi e rappresentano una scelta obbligata nell'ottica di una politica che guardi agli interessi del Paese e non dei singoli partiti. Certo, ci troviamo di fronte a distinguo non marginali soprattutto da parte dell'Udc, che è rimasto comunque coerentemente al suo posto come partito d'opposizione, ma che non dà più per scontata la leadership di Berlusconi. Io credo che saranno la forza della ragione e le ragioni della politica a ricomporre questa frattura». Ma allora perchè FI non si unisce alle manifestazioni di An e Udc contro Prodi? «Noi siamo molto critici sul modo verticistico con cui sta nascendo il Partito Democratico, attraverso un dibattito che appare in stridente contrasto con la realtà del Paese. Ma si tratta di un processo politico che noi seguiamo con rispetto e attenzione. Lungi da noi, perciò, il tentativo di programmare iniziative contemporanee alle primarie del Pd». Ma è efficace procedere in ordine sparso anche sul programma del centrodestra? O non è un segno di debolezza? «Con la perenne crisi strisciante del governo e della maggioranza, è giusto e sacrosanto che i partiti di opposizione si preparino già a formulare un programma di governo. La sintonia tra noi e An, sulle cose essenziali, non è mai mancata, ma in questa fase è naturale che ogni partito elabori le proprie proposte che poi dovranno trovare una sintesi al momento opportuno. Tremonti sta lavorando a un programma agile e incisivo. Quando il governo cadrà, noi saremo pronti, e lo saranno anche i nostri alleati». Che iniziative intende prendere Fi per la ripresa autunnale e per rafforzare l'opposizione? «Noi non ci limiteremo ad assistere all'agonia del governo. Parleremo con chiarezza a un Paese ormai esausto prefigurando l'alternativa della libertà: libertà dallo Stato invasivo, libertà dal fisco vampiro, libertà dalle paure generate dall'insicurezza che si è insinuata come un virus nelle nostre città a causa di un buonismo demagogico e imbelle sparso a piene mani dalla sinistra». Il 2008 può essere l'anno della spallata? «Il governo è talmente debole che non riesce nemmeno a cadere. Lo ha detto Tremonti, e ha detto la verità. È difficile ipotizzare quando il premier sarà costretto a prendere atto della morte politica del suo esecutivo. Il mio timore è che l'Unione tiri a campare con una serie infinita di compromessi al ribasso, come è già successo con la riforma previdenziale, sulla pelle dei cittadini, nella consapevolezza di perdere il potere. Sul campo d'autunno della maggioranza sono disseminate diverse mine: lo scontro sul Welfare, le primarie del Partito Democratico, il caso Unipol-Bnl, l'approvazione della Finanziaria. Noi faremo la nostra parte per evidenziare, in Parlamento e nel Paese, le profonde contraddizioni di questo centrosinistra». Il governo di unità nazionale può essere una soluzione di transizione? «Potrebbe esserlo, ma solo come soluzione di brevissimo periodo per ritoccare la legge elettorale e tornare rapidamente alle urne. Ma l'esperienza insegna che i governi a tempo sono sempre una roulette, anche perché la Costituzione non li prevede. Quando cadrà Prodi, la strada maestra saranno le elezioni anticipate». FI rinuncia quindi alle manifestazioni? «Non credo che sarebbe utile una sfilata. Potrebbe essere percepita come un tentativo di disturbo verso le primarie del Partito Democratico. Noi ci mobiliteremo nel Paese e in Parlamento per contrastare gli atti del governo Prodi. Forza Italia sta preparando una decina di disegni di legge sui temi cruciali, dal lavoro all'immigrazione al funzionamento delle istituzioni, e non escludiamo nemmeno una grande manifestazione di piazza, concordata con tutte le forze politiche della Casa delle Libertà e dell'opposizione, magari all'inizio di dicembre, un anno dopo lo storico corteo di piazza San Giovanni». Il prossimo autunno sarà anche il momento per cambiare la struttura di FI? «Con 401.014 iscritti, che hanno fruttato entrate per sei milioni di euro, Forza Italia si conferma il primo partito in termini di consensi elettorali e di radicamento sul territorio. Col nuovo regolamento dei congressi, la struttura di Forza Italia a livello locale ha già subito una trasformazione importante: sono nati dappertutto nuovi coordinamenti comunali, con un accrescimento della democrazia dal basso. Inoltre con la riforma dello Statuto, completeremo la trasformazione di Forza Italia in un grande partito popolare e democratico, con la previsione di una direzione politica nazionale e con una maggiore collegialità a livello regionale». Lei pensa di continuare a fare il coordinatore o ha altri progetti per il suo futuro nel cassetto? «Io resto, come sempre, a disposizione del presidente Berlusconi e del partito. La mia risposta sarà sempre sì, accompagnata da un grazie per quello che ho ricevuto».

FONTE WWW.ILTEMPO.IT

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