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12.4.08

Berlusconi:via anche il bollo auto

«Abolire le tasse sulla proprietà è sempre stato uno dei nostri obiettivi», la butta lì Berlusconi. Che ha passato l’ultima settimana a far da conto insieme con Tremonti per verificare la fattibilità di quella che sarà l’ultima sorpresa della campagna elettorale. Così, a meno di due ore dal silenzio che precede il voto, il Cavaliere bissa la performance del 2006, quando annunciò l’abolizione dell’Ici sulla prima casa. «Abbiamo deciso - spiega negli studi di Matrix dove va in scena la sfida finale con Veltroni - di abolire la tassa sul bollo per auto, moto e motorini». E aggiunge: «Lo faremo gradualmente, entro metà legislatura». «Cominceremo - dice - dalle piccole per poi arrivare alle macchine di una certa cilindrata, vedendo di incentivare il cambio delle auto per sostenere la produzione automobilistica affinché si comprino quelle meno inquinanti». Il costo ammonta a «circa quattro miliardi di euro» e «se quello che ha detto Veltroni sull’extragettito è vero» (cioè che ammonta a quattro miliardi), «useremo quel tesoretto per eliminare una tassa che non ha ragione di esistere». Un rush finale, quello di ieri, nel quale ancora una volta Veltroni e Berlusconi incrociano più che mai i guantoni. «L’ho sentito e sono rimasto sconcertato», dice non a caso l’ex premier appena entrato negli studi del Palatino. Perché, spiega quando Mentana gli chiede ironicamente cosa abbia fatto negli ultimi tre quarti d’ora, «pur essendomi ripromesso di non commentare, sono rimasto sconcertato». Dalle «tante bugie», aggiunge, ma pure dal «buonismo di facciata», visto che il leader del Pd non ha avuto mai «il rispetto» di «chiamarmi per nome» e «mi ha mosso accuse «insolenti e ridicole». Insomma, «continua a ribaltare la realtà». Un esempio? Dice che secondo uno studio di Banca Intesa il suo programma è «il più credibile»? «Bene - replica Berlusconi - noto con piacere che non cita l’Istat, ma i banchieri amici, quelli che sono andati a votare le primarie. Noi invece siamo amici dei cittadini». E ribatte anche sulla mafia: «Nel ’94 dissi ai siciliani che i miei voti li avrei usati contro la mafia. Non è cambiato niente» Dieci giorni dopo il primo confronto televisivo a distanza, quello del primo aprile su RaiDue, i due rimangono d’accordo solo su un punto: no alle larghe intese. «Non faremo inciuci né grandi coalizioni - spiega il Cavaliere - ma speriamo di potere concordare con l’opposizione le riforme dell’architettura istituzionale». Ma siccome «dovremo prendere decisioni anche impopolari», dice a più riprese l’ex premier durante la giornata, abbiamo bisogno di «una vasta maggioranza». Insomma, «lavoreremo duro ma tutto dipende dal risultato». Per questo torna ancora una volta sulla necessità del «voto utile», viste anche le notizie che da qualche giorno continuano ad arrivare a Palazzo Grazioli. In più d’una regione, infatti, viene dato per scontato un patto di desistenza tra Pd e Sinistra Arcobaleno che al Senato si sarebbe impegnata ad appoggiare Veltroni. La Liguria, secondo gli sherpa del Pdl, è il caso di scuola. E poi i sondaggi continuano a registrare una larga fetta di indecisi. Così, l’ex premier rilancia il suo appello agli elettori di Udc e Destra. «Un appello specialissimo, anzi una supplica», dice ai microfoni del Tg4, «affinché riflettano» sulla legge elettorale e sul fatto che questi partiti «non raggiungeranno la soglia del 4% alla Camera e dell’8 al Senato». Insomma, «è bene» che chi si riconosce nel centrodestra voti per il Pdl così da «non avere poi l’angoscia e il rimorso di avere fatto un danno a noi e un piacere a Veltroni». Poi, la replica a Casini: «Quando dice che la Lega avrà un grosso peso sul governo dice una cosa non vera». Anzi, «senza la spina nel fianco di Follini, Casini, Buttiglione e dell’Udc» questa volta «realizzeremo il 100% del programma». Ironizza, invece, sull’ipotesi di Casini premier in caso di pareggio: «Se ne sentono di tutti i colori...». L’ultimo giorno di campagna elettorale è anche quello della cautela, viste le polemiche dell’ultima settimana su ogni suo affondo. Tanto che torna sul caso Quirinale: «Ho solo detto che se in caso di vittoria concedessimo la presidenza del Senato all’opposizione, loro avrebbero le prime due cariche dello Stato e noi solo la terza. Nessun attacco a Napolitano per il quale ho grande stima». Perfino la battuta su Totti ha scatenato la reazione dei vertici delle istituzioni, con l’indignazione di vicepremier e ministri degli Esteri. Così, quando si torna sulla questione, Berlusconi evita accuratamente di scherzarci su: «La sinistra schiera Totti, Jovanotti, Benigni e George Clooney? Sono politicanti e hanno bisogno di trovare queste persone di successo che abbiano fatto qualcosa nella vita. Io, modestamente, qualcosa ho fatto e quindi mi presento con la mia faccia».

«Ma in caso di sconfitta telefonerà a Veltroni per complimentarsi?», chiede in chiusura Mentana. Il Cavaliere se la ride: «Sono giovane, uso gli sms...».

FONTE WWW.ILGIORNALE.IT

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