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10.4.08

PATTO BIPARTISAN PER RILANCIARE IL SUD

“II mio giudizio sul governo Prodi è molto negativo: ha pesanti responsabilità per l’ulteriore degrado del Mezzogiorno e ha accumulato un grave ritardo nei programmi per l’utilizzo dei fondi comunitari 2007-2013. Ho un giudizio ancor più negativo nei confronti di D’Alema e di quanti, demagogicamente, agitano al Sud lo spettro della Lega per difendere posizioni di rendita. Tuttavia penso che per invertire la rotta, per aprire davvero una stagione di rinascita del Sud, ci sia bisogno di un patto bipartisan, di un impegno comune che deve coinvolgere innanzitutto governo centrale e Regioni». Per Raffaele Fitto, candidato PdL in Puglia e Responsabile Mezzogiorno di Forza Italia, il «patto per il Sud» nella prossima legislatura dovrebbe essere messo sullo stesso piano delle riforme istituzionali: «Se falliamo, nessuno sarà vincitore e tutti saremo sconfitti». Corollario: al governo non c’è bisogno di un ministro o un viceministro per il Sud. «Serve un coordinamento per le politiche del Mezzogiorno, non un ministero di spesa. E primo compito del coordinamento sarà proprio quello di promuovere l’intesa governo-Regioni per progetti di sviluppo radicalmente nuovi ».

Ma come è pensabile che la Lega non faccia valere la propria ipoteca in un’eventuale governo Berlusconi ?
«La polemica contro la Lega è una via di fuga, una versione macchiettistica della politica. La verità è che le politiche per il Sud dipendono soprattutto dalla credibilità e dalle capacità del Sud. E mai come oggi la nostra credibilità ha raggiunto livelli così bassi. La drammatica emergenza dei rifiuti in Campania è solo il fenomeno più visibile e clamoroso. A questo bisogna aggiungere il grave deficit nell’amministrazione e nella qualità dei servizi sanitari. E il ritardo nei progetti di utilizzo dei fondi comunitari. I 100 miliardi a disposizione del Mezzogiorno d’Italia fino al 2013 sono l’ultima grande occasione...»
Non negherà che il governo Prodi ha posto la questione in cime alle priorità. E che ha chiesto alla Regioni di uscire dalla vecchia logica dei microprogetti per concentrare le risorse in pochi, grandi interventi infrastrutturali.
«Il problema è che a simili propositi, per due anni, non è seguito nulla. Abbiamo solo perso tempo. E non è stato impegnato ancora neppure un euro di questi 100 miliardi. Anzi, i progetti in via di definizione hanno gli stessi difetti del passato. Sono tanti, troppi, parcellizzati. Ci vuole un grande cambiamento. Culturale prima ancora che politico».
Il federalismo fiscale che la Lega sbandiera come suo vessillo porterà comunque minori’ risorse al Mezzogiorno.
«È piuttosto il disegno di legge del governo Prodi sul federalismo fiscale che avrebbe prodotto forti penalizzazioni al Sud. L’ha documentato lo Svimez. Usando questo metro di misura, potrei proseguire dicendo che il governo Berlusconi stanziò maggiori risorse per il Mezzogiorno rispetto ai precedenti governi di centrosinistra. Ma propongo di cambiare metodo. Dobbiamo ripartire da noi. Dal Sud. Non appena una legge dello Stato fissa obiettivi da raggiungere o tempi da rispettare, le Regioni del Nord si adeguano subito, mentre da noi si istituisce una commissione per chiedere una proroga...»
Colpa della società o della politica?
«Quel che conta è che il riscatto è possibile solo se coinvolge tutti. Di risorse al Sud ne sono arrivate tante in questi anni, ma non sono servite. Ora bisogna voltare pagina. Mentre nelle tv di tutto il mondo girano le immagini dell’immondizia di Napoli. Mentre lo Stato italiano è stato costretto a pagare 13 miliardi di debiti aggiuntivi per la Sanità del Lazio e delle Regioni meridionali. Il patto bipartisan per il Sud è solo la premessa. Ma è indispensabile se, ad esempio, vogliamo utilizzare i contributi comunitari per1’a1ta capacità Napoli-Bari anzichè disperderli in micro-progetti ».
Davvero non servirebbe un ministro o un viceministro per il Mezzogiorno?
«No. Il ministero di spesa resterebbe nella logica della vecchia politica. Quella che ha fallito. Ci vogliono progetti nuovi. E bisogna puntare sulla qualità della spesa».
Lei ha contestato l’azione del governo Prodi. Però ha riconosciuto la validità dell’impostazione del cosiddetto decreto Visco Sud.
«Al decreto Visco Sud mancava la copertura finanziaria. E abbiamo contribuito anche noi dell’opposizione e a trovarla. Comunque, passare dalla discrezionalità all’automatismo degli incentivi è ormai un punto su cui siamo tutti d’accordo”.

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