Ferrara contestato a Bologna
Ferrara è stato costretto ad abbandonare il palco ed è stato portato via. L’auto lo aspettava poco più in là, sempre nella piazza. Prima di salire a bordo il direttore del Foglio ha ammesso che non si aspettava che sarebbe finita così, con una fuga e l’impossibilità di parlare, ma comunque, ha aggiunto, «è andata benissimo». La macchina si è avviata verso via Rizzoli, ha fatto manovra ed è stata centrata in pieno da due bottiglie. Allontanatosi Ferrara, in piazza sono rimasti un centinaio di manifestanti a fronteggiare polizia e carabinieri. A trattare con le forze dell’ordine c’erano anche alcuni esponenti della Sinistra Arcobaleno, il consigliere comunale indipendente di Rifondazione comunista Valerio Monteventi e il Verde Carlo Bottòs. Superato il rischio di nuovi contatti, i manifestanti, ormai padroni della situazione, si sono impossessati del palco e dei microfoni, improvvisando alcuni interventi a favore della Legge 194 sull’aborto. «D’ora in poi - il coro di alcune ragazze - decidiamo solo noi». Un’attivista esultava: «Abbiamo vinto, ci siamo riappropriate di questa piazza». A Bologna, insiste, «Ferrara e quelli come lui non ci passano».
Alla fine la giornata si chiude con 15 contusi tra i manifestanti e alcuni tra le forze dell’ordine. Ferito nel parapiglia, colpito da una sedia in testa e soccorso in ospedale, anche un giornalista di Repubblica. Il candidato bolognese della lista del direttore del Foglio, Giovanni Salizzoni, ha annunciato che presenterà un esposto alla Procura. Una volta visionati i filmati degli incidenti, la Digos presenterà la sua relazione in Procura ed è probabile che partiranno delle denunce. Anche perché il precedente di Ferrara è pericoloso: domani sempre nella stessa piazza Maggiore è previsto il comizio della Destra e i centri sociali, anche in questo caso, hanno annunciato battaglia.
Il fronte più caldo, però, è al momento quello delle reazioni politiche. Il sindaco Sergio Cofferati ha immediatamente condannato le violenze: «Quello che è capitato a Bologna è un danno oggettivo per la città e per la sua storia di democrazia e tolleranza». Poi ha aggiunto: «È inaccettabile che una piazza venga trasformata in un luogo dell’intolleranza. Tutti - ha concluso - devono essere in grado di poter sostenere pubblicamente le proprie tesi, a nessuno deve essere impedito di parlare». Dello stesso avviso Salizzoni, già vicesindaco con Giorgio Guazzaloca: «La civilissima Bologna ne esce a pezzi - ha affermato a caldo, dopo gli incidenti -. È una ferita molto grave per la città: ora andiamo a Imola - ha aggiunto -, in un luogo dove sicuramente ci saranno persone più pazienti ad ascoltare la nostra idea». Anche Salizzoni aveva cercato di prendere la parola dal palco, prima che cominciassero le violenze: «Volete negare la famiglia - aveva detto alla folla sottostante - e sembra che per voi la vita non valga niente».
Prima di arrivare a Bologna, con la consueta ironia Ferrara si era augurato, proprio in vista delle annunciate contestazioni al suo comizio, una speciale protezione da parte del suo «amico» Sergio Cofferati: «Spero mi mandi le ruspe a proteggermi - aveva detto parlando a un quotidiano locale - visto che le ruspe in questi anni le ha usate molte volte».
Video della contestazione - Repubblica TV
Etichette: aborto, bologna, cofferati, contestazione, ferrara, politiche 2008
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