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27.3.08

Veltroni non va a "Porta a Porta"

Walter Veltroni ritira la sua disponibilità a partecipare a "Porta a Porta" e, per par condicio, salta anche la puntata con Silvio Berlusconi. Tra Pd e Pdl si riapre così lo scontro sul confronto televisivo. Accade tutto nel tardo pomeriggio. Poco dopo le 17 le agenzie battono la notizia che il Cavaliere sarà ospite di Bruno Vespa nella puntata di giovedì delle 23 e 30. Passano pochi minuti e la Rai fa sapere che la puntata alla quale avrebbe dovuto partecipare il candidato premier del Pdl è stata cancellata. Il portavoce del Cavaliere, Paolo Bonaiuti, protesta per la decisione di Viale Mazzini. «Ci giunge notizia - riferisce Bonaiuti ai cronisti - che la Rai ha annullato la puntata di 'Porta a Porta' a cui avrebbe dovuto essere presente Berlusconi. Ci dicono che Veltroni non potrà essere presente né questa, né la prossima settimana. La vicenda è ancora più strana - sottolinea Bonaiuti - se si considera che la richiesta di questo giro di trasmissioni ci era stato detto che proveniva da Veltroni e dal suo staff. Dobbiamo pensare - si chiede Bonaiuti - che i capricci di Veltroni siano in grado di piegare le indicazioni della Rai, il suo presidente e il suo direttore generale? Questa par condicio - torna a chiedersi Bonaiuti - la dobbiamo rispettare solo noi? A queste domande - conclude Bonaiuti - risponda Viale Mazzini».


LA RAI - E la risposta arriva tramite un comunicato della redazione di "Porta a Porta": in sostanza, lo staff di Veltroni avrebbe chiesto di poter partecipare a una puntata della trasmissione nell'ultima settimana prima del voto, per poi ritirare la disponibilità del leader del Pd. Di conseguenza, per la norma della par condicio, anche la partecipazione di Berlusconi è saltata. Di fronte alla richiesta della trasmissione Rai a Veltroni di trovare lo spazio, tra i vari impegni elettorali, per partecipare a una puntata, «il portavoce del Pd - si legge nella nota di "Porta a Porta" - ha risposto che la settimana prossima il segretario avrebbe annullato i suoi impegni in Sardegna soltanto per un faccia a faccia con Berlusconi».

LA POLEMICA - Ma il confronto tv non è stato ancora fissato. Eppure i due leader continuano a pungolarsi. Il Cavaliere ribadisce di essere «in grado di stracciare qualunque avversario, perché io nella mia vita ho fatto tutto ciò che gli altri non hanno fatto. Io sono un uomo di fatti, gli altri sono uomini di parole. I fatti vincono sulle parole». Veltroni non è da meno: «Si faccia il confronto dove vuole, quando vuole, come vuole. Noi siamo pronti, vuole farlo sulle sue reti? Vado a farlo sulle sue reti. Ma non scappi».

BERLUSCONI-alitalia: A GIORNI CORDATA ITALIANA


«La cordata italiana non è qualcosa di campato in aria: ci sono alcuni nomi di imprenditori impegnati su questo fronte che non posso fare per dovere di riservatezza. Fra qualche giorno questi nomi saranno conosciuti da tutti, perché faranno certamente un'offerta impegnativa». Berlusconi torna sul tema Alitalia con un annuncio importante. «Chiederanno di avere tre o quattro settimane, Air France ha avuto sei mesi per conoscere la situazione reale. Quindi chiederanno di fare la loro due diligence e presentare una loro offerta impegnativa. Tra qualche giorno si concretizzerà la cordata». Ma - precisa - niente di familiare: «Vieteri ai miei figli di entrare nel gruppo». «Nemmeno per sogno - ha detto ai cronisti -. Dopo le strumentalizzazioni della sinistra vieterei il loro ingresso». «Questo governo non puo mettere il prossimo di fronte al fatto compiuto - ha aggiunto il Cavaliere -: quando andremo al governo noi, Alitalia avrà tutto ciò che serve per normalizzare la situazione».

AIR FRANCE - «Non ho elementi per valutare la controproposta di Air France in profondità - ha aggiunto il Cavaliere -, però registro di aver ottenuto dei successi. Dopo il mio appello agli imprenditori italiani a tirare fuori l'orgoglio, Air France ha cambiato posizione sul mantenimento dei colori e della compagnia di bandiera». Parlando a margine di un incontro con i giovani di Forza Italia, il candidato premier del Pdl ha spiegato che sulla vicenda Alitalia «c'è una novità», perché «siamo passati da condizioni che abbiamo definito inaccettabili e irricevibili, ad oggi che Air France si dichiara disponibile a una nuova trattativa». Il candidato premier del Pdl ritiene comunque che «la soluzione migliore sia quella di una cordata di nostri imprenditori che mantengano italiana la compagnia di bandiera». Compagnia che in Borsa ha goduto delle prospettive che si potrebbero aprire nei prossimi giorni, con il titolo in deciso rialzo a Piazza Affari. Le contrattazioni chiuse a +26,1%, a 0,577 euro, con l'1,6% del capitale passato di mano, ovvero 22,06 milioni di azioni tra continue sospensioni dalle contrattazioni. Nelle ultime quattro sedute il titolo ha registrato un +110%.

CDA ALITALIA - Successivamente alle dichiarazioni del Cavaliere si è riunito il consiglio di amministrazione di Alitalia che ha esaminato la possibilità di dare più tempo al confronto con i sindacati prorogando il termine per raggiungere una intesa sulla proposta di Air France-Klm. Scadenza che al momento resta fissata al 31 marzo. La decisione, ha comunicato la compagnia, verrà presa in una nuova riunione del cda che verrà convocata in tempi brevi. «Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia riunitosi oggi - spiega la compagnia - ha preso atto dello stato di avanzamento delle trattative sindacali a seguito degli incontri tenutisi il 18, 20 e 25 marzo scorso, incontri che non hanno condotto, allo stato, ad individuare soluzioni condivise tra le parti sociali pur evidenziando ampie disponibilità per l'approfondimento delle principali tematiche». Air France-KLM «si è dichiarata disponibile al differimento dei termini delle clausole di efficacia contrattualmente previste (primo fra questi quello del 31 marzo prossimo)». Ed «anche da parte delle organizzazioni sindacali e delle associazioni professionali di categoria si è manifestata l'esigenza di disporre di tempi più ampi per le valutazioni e le consultazioni ritenute necessarie». In tale quadro «il Consiglio di Amministrazione ha disposto di avviare i necessari approfondimenti di carattere giuridico-finanziario e di riunirsi nuovamente a breve per assumere le determinazioni conseguenti».

BOSSI - Sul tema Alitalia è intervenuto anche Umberto Bossi. A margine di un comizio in piazza a Verona, il Senatur spiega che è difficile che la compagnia aerea non venga alla fine venduta ad Air France. «Bisogna venderla per forza - spiega Bossi riferendosi ad Alitalia - è difficile che si possa non vendere ad Air France». Sull'ipotesi di una cordata italiana, Bossi si è dimostrato incerto: «Conosco gli imprenditori - ha detto - se c'è da guadagnarci si fanno avanti, se c'è da perderci è difficile convincerli. Mi auguro che Berlusconi lo sappia fare».

PENSIONI - Ma un altro nodo, quello delle pensioni, irrompe a tutti gli effetti nella campagna elettorale, facendone inasprire i toni. All'indomani delle dichiarazioni del leader del Pd Walter Veltroni (che martedì ha presentato una proposta che guarda ai ceti medi e che prevede, con il meccanismo delle detrazioni, un 'bonus' immediato, già dal primo luglio, fino a circa 400 euro l'anno per i pensionati che percepiscono fino a 25mila euro annui di assegno e fino a 250 per chi è nella fascia 25mila-55mila), Berlusconi attacca duramente il suo avversario. «Sulle pensioni Veltroni parla a vanvera», ha detto il Cavaliere, accusando il suo avversario di «aver copiato» e di averlo «fatto male, perché la proposta degli aumenti è a vanvera, senza nemmeno tenere conto della disponibilità di bilancio» ha detto Berlusconi a Studio Aperto. Il Cavaliere ha rilanciato la proposta del Pdl, ossia «innalzamento delle pensioni minime» e «adeguamento al costo della vita di tutte le pensioni fino al livello di mille euro al mese».

SENATO - Sugli scenari pre-elezioni il Cavaliere attacca ancora Veltroni sull'ipotesi di un testa a testa al Senato. «Questa è la sua versione, cioè esattamente il contrario della verità. Anche oggi dice tre bugie ogni due righe: è la vecchia ricetta stalinista sempre valida nella sinistra. Sostiene che noi saremmo preoccupati del risultato del Senato: non è vero, perché al Senato siamo avanti di più di 30 senatori». Veltroni - aggiunge il leader del Pdl - è un «vecchio comunista riciclato». «Noi siamo i nuovi, non vecchi comunisti riciclati che ricordano quei negozi che falliscono e poi mettono fuori il cartello: "Nuova gestione". La nuova gestione siamo noi». E sul faccia a faccia tv con Veltroni: «Sono in grado di stracciare qualunque avversario, perché nella vita ho fatto tutto ciò che gli altri non hanno fatto».

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