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18.6.08

Robin Hood all'attacco


Giulio Tremonti novello Robin Hood va all'attacco di banche, assicurazioni, petrolieri e, a sorpresa, delle cooperative. A 24 ore dall'intervento della Commissione europea che vuole chiarimenti sulle agevolazioni fiscali a loro favore, fonti del Tesoro rivelano che fra le misure della prima parte della manovra triennale che verrà approvata oggi dal consiglio dei ministri ci sarà una stangata per le coop a cosiddetta «mutualità prevalente», di fatto la gran parte delle imprese di questo tipo in cui - dice la legge - «l'attività viene svolta prevalentemente con e a favore dei soci». Fra queste ci sono tutte le coop di consumo, considerate a Bruxelles (e dai concorrenti come Bernardo Caprotti di Esselunga) grandi imprese travestite. Oggi aziende come Coop Adriatica pagano le tasse su circa il 30% degli utili, nella logica che vuole il resto vincolato al reinvestimento. Secondo quanto riferivano ieri le fonti, la base imponibile invece raddoppierà, arrivando fino al 60%. E' appena il 10% in meno di quanto si applica nelle cooperative a mutualità «non prevalente» come quelle (è il caso di Unipol) che controllano anche società per azioni. Minimizzando il differente trattamento fiscale, verrà probabilmente meno l'obiezione sollevata da Bruxelles. Giulio Tremonti si conferma la bestia nera delle coop: fu proprio lui, durante il primo governo Berlusconi, a modificare per la prima volta il sistema di agevolazioni che fino ad allora aveva garantito esenzioni fortissime per tutto il sistema. Ma la nuova tassa alla quale tiene di più il ministro Robin Hood («sarà una tassa bellissima») è la stangata per le società petrolifere: ad essere colpiti saranno i depositi di greggio a fini speculativi. Nella manovra ci sarà un meccanismo, già adottato in Francia, che obbligherà gli operatori a passare, nelle gestione contabile delle scorte, dal cosiddetto metodo «lifo» (last in, first out) al «fifo» (first in, first out). In sostanza l'obiettivo è far emergere il maggior ricavo che spesso viene garantito dall'acquisto di uno stock di greggio a prezzi più bassi e rivenduto nei momenti di picco sui mercati. Banche e assicurazioni invece dovranno pagare più tasse sugli interessi passivi, finora considerati quasi per intero costi deducibili. Per loro verrà stabilità la indeducibilità di una quota che ieri oscillava ancora fra il 3 e il 5% di quegli interessi. Dunque la manovra per il 2009, circa 13 miliardi su 34 del piano triennale, verrà finanziata da nuove tasse per 3-4 miliardi: i petrolieri dovranno contribuire per poco più di un miliardo, banche e assicurazioni per un miliardo e mezzo, mentre dalle coop dovrebbero arrivare qualche centinaio di milioni. Gli altri nove miliardi verranno recuperati con tagli alla spesa: 3,4 arriveranno da minori spese degli enti locali, dal taglio delle province delle grandi città e dall'abolizione delle comunità montane. La scure di Tremonti si abbatterà poi su sanità e ministeri: i risparmi varranno circa 3 miliardi ed il prezzo più alto lo pagherà la scuola che per effetto del blocco del turn-over perderà 100 mila posti tra insegnanti e supplenti entro due anni. Parte inoltre un maxi-piano di vendita delle caserme nei centri storici. La manovra che verrà approvata oggi sarà composta di un decreto legge (che entrerà subito in vigore) e di un disegno di legge più (forse) alcune leggi delega. Ieri sera fra i tecnici del Tesoro si lavorava ancora a montare il puzzle dei provvedimenti, ovvero cosa introdurre subito per decreto, cosa inserire nel disegno di legge e cosa rinviare alla Finanziaria d'autunno. A meno di obiezioni da parte del Quirinale (ieri Tremonti e il premier sono stati da Napolitano per esporre le linee guide della manovra), per decreto arriverà il pacchetto «Robin Hood», il cui gettito servirà a mantenere il 2,4% del rapporto deficit-Pil per l'anno in corso. Nella manovra sono comunque previste una valanga di novità: dalle norme anti-fannulloni per il pubblico impiego del ministro Renato Brunetta (premi al merito, mobilità, licenziamenti per giusta causa), al taglio delle accise sui carburanti fino al pacchetto lavoro di Maurizio Sacconi: nel decreto dovrebbe esserci l'abolizione del divieto di cumulo fra lavoro e pensione, mentre ieri era ancora in forse la reintroduzione del lavoro a chiamata, il rilancio dell'apprendistato e un buono previdenziale per i lavori occasionali come la baby sitter o il giardiniere.

Fonte WWW.LASTAMPA.IT

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