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6.6.08

Prostitute via dalle strade, persone pericolose

Suscita aspre polemiche tra maggioranza e opposizione l'emendamento dei relatori al decreto sicurezza che punta a togliere dalle strade le prostitute, inserendole nell'elenco dei soggetti pericolosi per la sicurezza e la pubblica moralità.

LA PROPOSTA - La proposta di modifica presentata dai relatori del decreto - i presidenti delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali del Senato, Filippo Berselli e Carlo Vizzini - prevede infatti che nella legge del 1956 (la n. 1423) sulle «misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità» venga inserita anche la categoria delle prostitute accanto a quelle degli oziosi e vagabondi, di chi pratica traffici illeciti, dei delinquenti abituali, degli sfruttatori di prostitute e minori, degli spacciatori.

SOGGETTI PERICOLOSI - Nell'emendamento insomma si legge che deve essere considerato soggetto pericoloso per sicurezza e moralità anche chi vive «del provento della propria prostituzione e venga colto nel palese esercizio di detta attività». I "soggetti pericolosi", secondo la legge in vigore, possono essere diffidati dal questore e, se trovati a delinquere fuori dei luoghi di residenza, possono essere allontanati con foglio di via obbligatorio e inibiti dal ritornare per un periodo massimo di tre anni. Per i disobbedienti scatta il carcere fino a sei mesi. Nella sentenza di condanna poi dovrà essere disposto che, una volta scontata la condanna, il «contravventore» dovrà essere rimpatriato. Se, nonostante la diffida del questore, il soggetto pericoloso non si ravvede cambiando vita, scatta la sorveglianza speciale che può essere accompagnata anche dalla misura del divieto di soggiorno in uno o più comuni o in una o più province. Fino all'obbligo di soggiorno in un determinato comune. La misura di prevenzione, che dovrà essere decisa dal giudice, non potrà essere inferiore a un anno e superiore a cinque.

ALFANO - Il ministro della Giustizia Angelino Alfano difende l'emendamento, condividendo «pienamente» il «principio» che sta alla base dell'emendamento sulla prostituzione al pacchetto sicurezza. «Sul principio ci siamo, sulle modalità di applicazione le valuteremo», ha affermato.

PISANU - D'altra parte la critica più dura all'emendamento arriva dall'ex ministro dell'Interno Beppe Pisanu. «Lo scambio sesso-denaro - osserva Pisanu - comporta eguali responsabilità sia per la donna sia per l'uomo che partecipano. È perciò aberrante attribuire unilateralmente alle prostitute di strada il presunto reato contro la sicurezza e la moralità pubblica, assolvendo a priori i loro clienti». Pisanu chiede al premier Berlusconi di «bloccare questa iniziativa, con la stessa saggezza politica con cui ha bloccato l'insostenibile reato di immigrazione clandestina». Fa eco a Pisanu Marina Sereni, vicepresidente dei deputati del Pd. Per Sereni il governo affronta quella che è una piaga utuilizzando «solo slogan e propaganda».

ANM - Contraria all'emendamento anche l'Associazione nazionale magistrati. «Contro la prostituzione serve colpire gli sfruttatori» spiega il presidente dell'Anm Luca Palamara. «La piaga del nostro Paese - aggiunge - è lo sfruttamento, sono le prostitute che diventano vittime, il traffico di esseri umani».

SANTANCHÈ - Sottolinea invece la bontà dell'emendamento Daniela Santanchè. «È il primo effetto positivo - dice - del referendum che ho appena indetto per liberare le strade delle nostre città dall'ignobile mercato della prostituzione».

www.corriere.it

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