: Politica Libera :

Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006

28.11.08

DECRETO GELMINI approvato senza l' UDC

Il Senato ha approvato il decreto Gelmini sull'Università. il provvedimento passa ora all'esame della Camera. L'assemblea del Senato ha approvato il provvedimento per alzata di mano. A favore hanno votato Pdl e Lega Nord, contrari Pd e Idv. L'Udc, come aveva preannunciato il senatore Gianpiero D'Alia, non ha partecipato al voto.

I PUNTI DELLA RIFORMA - Blocco del turn-over nelle università con i bilanci in rosso, ma parziale deroga per gli atenei virtuosi. Nuove regole per l’assunzione di docenti e ricercatori e ripartizione delle risorse tenendo conto del merito. Ancora, norme «anti-baroni» e strumenti per richiamare in Italia i «cervelli» fuggiti all’estero. L’obiettivo del provvedimento, hanno spiegato il ministro e il relatore del provvedimento, Giuseppe Valditara, può tradursi in due parole: «trasparenza» e «merito».

TURN OVER - Blocco delle assunzioni per le università che chiudono i bilanci annuali in rosso. Per gli atenei poco virtuosi, inoltre, esclusione dalla ripartizione dei fondi relativi agli anni 2008-2009. Non solo: le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Spiraglio, e parziale deroga al blocco, per gli atenei che chiudono in pareggio o risparmiano: «possono procedere ad assunzioni di personale nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al cinquanta per cento di quella relativa al personale a tempo indeterminato complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente». Inoltre, tale somma «per una quota non inferiore al 60%» va destinata all’assunzione di nuovi ricercatori. I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over (si tratta di 2.300 ricercatori). Esclusi anche gli enti di ricerca (secondo il ministero, in totale verranno assunti 4.000 ricercatori).

CONCORSI - Cambia la prassi concorsuale. Le commissioni che dovranno reclutare docenti sono composte da un ordinario nominato dalla facoltà e da quattro professori sorteggiati sulla base di una lista di 12 docenti, eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando. Un sistema «che ha dei limiti», ha ammesso il ministro Gelmini, ma che serve a «dare un netto segnale di discontinuità rispetto ad una prassi ormai insostenibile». I ricercatori saranno reclutati da commissioni composte da un professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale. La «nuova» commissione sarà operativa anche se, grazie a un emendamento bipartisan approvato in commissione, i termini per la presentazione delle domande ai concorsi già banditi sono stati riaperti.

STRETTA SUI «BARONI» - Giro di vite per i «baronati» negli atenei. E’ quanto prevede un pacchetto di emendamenti presentati dal relatore Valditara e approvati in commissione. Per fare carriera e aver diritto a scatti di anzianità, infatti, bisognerà dimostrare di aver effettuato ricerca scientifica (con tanto di pubblicazioni certificate da un’apposita Anagrafe nazionale aggiornata con periodicità annuale del ministero): gli scatti biennali destinati a maturare dal 1 gennaio 2011 «sono disposti previo accertamento da parte della autorità accademica della effettuazione nel biennio precedente di pubblicazioni scientifiche». La mancata effettuazione di pubblicazioni, si legge, «comporta la diminuzione della metà dello scatto biennale» e l’esclusione «dalla ripartizione dei fondi Prin».

TRASPARENZA - Bilanci trasparenti e on line per gli atenei. Annualmente, prevede un emendamento approvato in commissione, il rettore presenta al cda e al Senato accademico «una relazione concernente i risultati dell’attività di ricerca» nonchè «i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati». La relazione sarà poi pubblicata sul sito dell’Ateneo. Se il rettore non ottempera ai suoi obblighi, rischia delle penalità nella ripartizione delle risorse.

RIENTRO DEI CERVELLI - I «cervelli» italiani fuggiti all’estero dovranno tornare in Italia. Ma non solo: il Bel Paese dovrà tornare a essere «a pieno titolo una delle capitali del sapere nel mondo, aperta ai migliori talenti». Con questo obiettivo nasce una norma introdotta in commissione che permette alle università di procedere alla copertura di posti di pòrofessore ordinario e associato o di ricercatore tramite la «chiamata diretta» di studiosi «stabilmente impegnati all’estero» o di «chiara fama».

RISORSE - Più soldi per gli atenei virtuosi e per gli studenti meritevoli. Nella ripartizione delle risorse, infatti, sarà considerata la qualità dell’offerta formativa dell’ateneo, così come quella della ricerca scientifica e l’efficienza delle sedi didattica. Con questi criteri, sarà distribuita una quota non inferiore al 7% delle risorse complessive (ma l’obiettivo, ha annunciato il ministro, è arrivare presto al 30%). Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Più soldi anche per il diritto allo studio: 65 milioni di euro, per il 2009, per la realizzazione e la manutenzione delle residenza universitarie (1700 posti letto in più), mentre il Fondo per le borse di studio verrà incrementato con 135 milioni di euro. «E’ l’incremento di risorse più forte di sempre», ha commentato il ministro.

Etichette: , , , ,

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page