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11.3.06

Diliberto - Berlusconi duello a Matrix, dovunque divergenze


Faccia a faccia a 360 gradi tra Silvio Berlusconi e Oliviero Diliberto a Matrix. Divergenze profonde persino sul latino tra il premier e il leader del Pdci. Parlando della legge sulla legittima difesa Diliberto attacca: «È come dire: in cinque anni noi non siamo riusciti a garantire i cittadini, sparate voi...». Difende la legge, invece, il presidente del Consiglio. E lo fa con una citazione latina: «Aggreditus non tenet stadera in manu». Immediata la correzione del leader Pdci: «Si dice staderam, non stadera». Ammette il premier: «Sarà latino maccheronico - prosegue il premier - è quello che mi hanno insegnato nelle aule dell'università, che ho frequentato con profitto». Ma Diliberto non demorde e commenta: «Non sembra...».
MAGISTRATURA - Dall'accusativo ad accuse più serie. Quelle del Premier alla magistratura (definita : «la malattia della nostra democrazia») declinate mentre parlava delle dimissioni del ministro Storace. «Bisogna intervenire con la riforma dell'ordinamento giudiziario. Mi sono impegnato a non abbandonare la politica finchè non ci sarà la separazione delle carriere». «Voi, nei cinque anni di governo, avete tentato di eliminare i leader dell'opposizione usando quei magistrati che sono organici alla sinistra». Secca la replica di Diliberto: «Se un'istituzione, come quella del presidente del Consiglio, si permette di dire queste cose è segno della più totale mancanza di senso dello Stato». Altrettanto dura la controreplica di Berlusconi: «Il senso delle istituzioni dell'onorevole Diliberto è quello dello Stato di polizia dell'Urss, anche perchè io oggi qui non sono in veste di presidente del Consiglio ma di leader della Cdl».

COMUNISMO - Il Cavaliere coglie l'occasione per mostrare la copia di due libri. Uno è 'Il libro nero del comunismo e l'altro è 'Il libro nero del comunismo europeo'. Enrico Mentana lo provoca con una battuta: «Si tratta di due libri editi dalla Mondadori... ». Il premier prende la palla al balzo e sottolinea: «Sono stati pubblicati dalla Mondadori perchè questo è l'unico editore che ha avuto il coraggio di farlo». Diliberto ha replicato leggendo una dichiarazione ufficiale di Berlusconi in cui si elogiava Cossutta sottolineando il fatto che aveva dedicato «la vita alla costruzione della democrazia». Il segretario dei Comunisti ha citato anche i dati del Tribunale speciale del fascismo: 4.030 condanne per un totale di 23.000 anni di reclusione. «so che siete alleati dei fascisti e questo vi da fastidio», ha aggiunto Diliberto. Berlusconi, allora, a sua volta ha replicato mostrando delle tabelle in cui si evidenziava che i morti a causa del comunismo erano molto superiori a quelli dovuti al fascismo e raccontando la storia del suo insegnante dai salesiani la cui famiglia fu sterminata dai regimi comunisti.
«Berlusconi non vuole parlare della situazione dell'Italia agitando spauracchi del passato che non esistono più. La campagna elettorale anticomunista è finita nel 1948» dice Diliberto, e cita la crescita zero, il rapporto deficit/pil, il saldo della bilancia commerciale, la competitività dell'azienda Italia, il Pil investito in ricerca e innovazione, dati tutti negativi rispetto al 2001: «Tutti questi dati capisco che diano fastidio- dice Diliberto- di questo (Berlusconi) non vuole parlare, allora agita spauracchi del passato che non esistono».

PULCI SUI TRENI - Sulle infrastrutture il presidente del Consiglio attacca il leader del Pdci e la sinistra dell'Unione in generale perchè «sono contro ogni forma di modernizzazione del Paese». Replica Diliberto: «Ma quale modernizzazione se ci sono le pulci sui treni?». Il premier non ci sta: «Ma i treni li abbiamo ereditati da voi», sbotta prima di cavarsela con una battuta: «Le pulci che ci sono oggi sono le figlie di quelle che c'erano quando c'eravate voi», dice prima di sottolineare come il governo abbia «ordinato le nuove carrozze, i nuovi locomotori, ma ci vogliono 5 anni per averli dalle aziende che li producono». Insomma, «è sempre colpa degli altri», chiosa Diliberto.

COALIZIONE - «In questi cinque anni ci sono state delle difficoltà per tenere insieme la coalizione. Ma questo governo ha fatto più riforme di tutti. Noi siamo il futuro, loro il passato... » ha detto Berlusconi: «Nel programma dell'Unione vedo cose assolutamente prive di fondamento. Vogliono controllare l'economia e la vita dei cittadini con un forte intervento. In particolare prevedono più tasse per le famiglie».

INFORMAZIONE - Tra i punti caldi ovviamente quello dell'informazione. «Con l'articolo di Mieli il Corriere della Sera è diventato il Corriere della sinistra» ha risposto il Premier al leader del Pdci Oliviero Diliberto che lo accusava di controllare gran parte dell'informazione italiana. Il presidente del Consiglio ha ripetuto ancora una volta che «il 90 per cento della stampa» è contro di lui e ha concluso: «La Rai è così dalla nostra parte che non ha ritenuto nemmeno di trasmettere un discorso del presidente del Consiglio italiano al congresso statunitense».
«DI CHE COSA PARLIAMO» - Berlusconi ha anche sottolineato che «Diliberto è l'unico che ha accettato il confronto, è l'unico a non essere scappato». Il premier poi scherza guardando le immagini del suo passato, sulla statura e sui capelli. «Dobbiamo parlare dei capelli o della società», dice Diliberto. Il premier, però, ribatte: «No, parliamo della libertà...».
PRECARIETA' - «Voi la chiamate flessibilità,io la chiamo precarietà». Cosi il segrtario dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto, in un botta e risposta sul lavoro e sulla legge 30, Berlusconi aveva esordito sottolineando che «con la rigidità di prima un'azienda ci pensava sette volte prima di assumere un giovane, mentre adesso c'è una flessibilità che è positiva: il 50% dei contratti a progetto viene poi trasformato in contratto a tempo indeterminato». Diliberto ha mostrato la busta paga di un lavoratore «precario di 50 anni, che guadagna 400 euro al mese con un contratto a progetto che viene rinnovato di due mesi in due mesi» e ha citato un caso della Maserati di Modena, settore metalmeccanico, in cui «un giovane viene chiamato con contratti settimanali,anzi di cinque giorni alla settimana per non pagare il festivo». «Su questa cosa bisogna fare una battaglia morale, oltre che politica - ha aggiunto - perchè così si nega non solo il diritto al lavoro, ma il diritto al futuro». «Quella che voi chiamate flessibilità- ha concluso- io la chiamo precarietà».

INSULTI -
Dopo la pubblicità Mentana si meraviglia perchè il tono è pacato. Diliberto gli dice: «Si può essere fermi e pacati al contempo». Nel frattempo Berlusconi legge un libro. Mentana lo «rimprovera»: «Presidente, sta leggendo? si sta annoiando?». Il premier diventa un fiume in piena: «No, sto cercando tutti gli insulti che mi ha fatto Diliberto e che sono contenuti in questo libro (Berlusconi ti odio, ndr)» e cita: «"L'intervento di Silvio Berlusconi è stato disgustoso", "è un pazzo pericoloso per la democrazia", 'Berlusconi è un fascistà..."». Diliberto lo guarda, lo interrompe, e rivolto al pubblico: «Sta facendo la mia campagna elettorale», esclama. Berlusconi continua a leggere le pesanti critiche contenute nel libro, poi il segretario del Pdci chiosa: «Dipinge non me, ma il centrosinistra come l'impero del male: lacrime, sangue, odio, deportazioni di massa. Insulta il leader della mia coalizione, Romano Prodi. Che qualcuno gli risponda di santa ragione non è male. Quindi, grazie».

tratto da www.corriere.it

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