Il 'Corsera' si schiera con l'Unione e la Cdl insorge
Roma, 8 mar. (Adnkronos/Ign) - Non è piaciuta alla Casa delle libertà la sortita del direttore del 'Corriere della Sera', Paolo Mieli, che in un editoriale pubblicato oggi in prima pagina ha scritto a chiare lettere che alle elezioni il suo quotidiano ''auspica un esito favorevole a una delle due parti in competizione: il centrosinistra''. 'Il 'Corriere della sera' ha espresso una propria convinzione in una maniera un po' inconsueta per la politica italiana - è l'opinione del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini -. Il fatto che un giornale indipendente inviti a votare per uno dei due schieramenti è inconsueto, anche se non è la prima volta. Abbiamo visto che nel referendum sulla fecondazione il 'Corriere' scese in campo pesantemente invitando gli italiani ad andare a votare. In quel caso gli italiani non seguirono il 'Corriere', spero che non lo facciano neanche questa volta''.Molto dura la reazione del vicepremier e presidente di An, Gianfranco Fini, che parla di ''smaccato tentativo di seminare zizzania nel centrodestra''. ''Non meraviglia - dice Fini - che il direttore del 'Corriere della sera' espliciti ciò che era noto: il suo voto alla coalizione di centrosinistra. E' l'ulteriore conferma di quanto sia fuori dalla realtà l'accusa rivolta dalla sinistra a Berlusconi di controllare l'informazione''. Sulla stessa linea di Fini, anche se con toni più pacati, il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu. ''Avrei qualcosa da ridire sul tentativo di dividere lo schieramento di centrodestra, indicando preferenze al suo interno - sottolinea Pisanu -. Il 'Corriere' è un giornale libero, libero di fare le sue scelte, ne risponderà ovviamente ai suoi lettori''.''Mieli dovrebbe avere il coraggio di scendere in campo direttamente e non per interposto 'Corriere' - afferma Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia -. Ci troviamo di fronte a un direttore di giornale che vuole fare anche il direttore d'orchestra e che ha l'ambizione di rimodellare il panorama politico italiano. Una confusione di ruoli tutt'altro che positiva''.Anche in casa del Carroccio come prevedibile lo schieramento del 'Corsera' non è stato apprezzato. Secondo l'ex ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, quello di Mieli rappresenta ''un intervento a gamba tesa non sul pallone, ma direttamente sulla caviglia dell'arbitro, cioè del popolo''. Per l'esponente leghista, si tratta di ''un classico fallo premeditato da espulsione, ma, si sa, quando la squadra vede il risultato della partita ribaltarsi nei minuti finali, anche il più consumato attaccante può perdere la testa e arrivare a colpire persino l'arbitro''.Senza mezzi termini il commento di Gianluigi Paragone, direttore de 'La Padania'. ''Mieli è un uomo di sinistra, basta leggere la sua carta d'identità e vedere che è stato un militante di Lotta continua - dice -. Da un anno e mezzo il 'Corriere' è palesemente schierato a sinistra, non mi stupisco della posizione assunta dal suo direttore. Tuttavia Mieli non è convinto dell'Unione, e sta lavorando a un progetto centrista che coinvolga Rutelli, Follini e Casini. Prodi l'ha già scaricato''. A intervenire è anche un altro collega di Mieli, Vittorio Feltri, direttore di 'Libero', che si dice ''molto contento del fondo pubblicato dal 'Corsera''' perché si augura che ''qualche lettore infastidito'' decida di comprare il suo giornale.Plaude ovviamente alla scelta del 'Corsera' l'opposizione e Romano Prodi non nasconde una certa soddisfazione. ''Bene, sono contento'', dice il leader dell'Unione e ai cronisti che gli facevano notare che la presa di posizione del 'Corsera' ha creato un po' di 'maretta', il Professore replica: ''Va bene l'editoriale e ancora meglio la 'maretta'...''.Il segretario della Quercia, Piero Fassino, ha espresso la sua ''solidarietà'' a Mieli ''che oggi viene attaccato brutalmente dalla destra''. Secondo il leader Ds ''è il segno di un affanno e di una disperazione di chi sente avvicinarsi una sconfitta elettorale e spera disperatamente di evitarla aggredendo a destra e a manca. Invece, bisognerebbe sapere che in democrazia le opinioni altrui si rispettano, sia quando piacciono sia quando dispiacciono''.Mentre il presidente della Quercia, Massimo D'Alema, pur ritenendo che ''quella di Mieli, come ha precisato lui stesso, corrisponda a una posizione che non impegna i giornalisti del 'Corriere della Sera' ma è una scelta della direzione del giornale'' sottolinea comunque che ''rappresenta un po' l'atteggiamento di una parte importante della borghesia italiana che malgrado tante critiche al centrosinistra ha dovuto riconoscere che l'unica prospettiva di governo in campo è la nostra''.Per Francesco Rutelli, la presa di posizione del direttore Mieli ''è trasparente e convincente. Ogni giornale ha piena libertà di esprimersi nella competizione elettorale come è tipico peraltro della tradizione anglosassone''. ''Nel caso italiano - prosegue il presidente della Margherita - avremo testate schierate come il giornale di famiglia di Berlusconi, avremo molti giornali neutrali o di partito e la posizione importante di Mieli e del 'Corsera' che riflette una spinta per dare al Paese governabilità ed equilibrio''.Approva incondizionatamente l'iniziativa di Mieli Fausto Bertinotti e puntualizza che l'approverebbe anche se il direttore di via Solferino si fosse schierato a favore del centrodestra. ''Di questo sono sicuro'' assicura il segretario di Rifondazione comunista per il quale siamo di fronte a ''una bella pagina del giornalismo italiano'' e ''parla di un'operazione di trasparenza assolutamente importante in democrazia''.''Salutiamo favorevolmente la presa di posizione del direttore del 'Corriere della Sera' che, lucidamente consapevole dei disastri di cinque anni di governo Berlusconi, auspica la vittoria dell'Unione - è il commento dell'europarlamentare del Pdci Marco Rizzo -. La partita vera, però, si giocherà dopo le elezioni, quando verranno definite le linee programmatiche e le priorità del futuro governo di centrosinistra''.
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