Firmata la costituzione del comitato promotore della BANCA DEL SUD
Firmata la costituzione del comitato promotore però Regioni ed Enti locali, che secondo quanto previsto dalla Finanziaria 2006 dovrebbero essere suoi soci fondatori, non hanno espresso i loro rappresentanti. La nuova Banca potrà contare su un capitale iniziale di 5 milioni di euro stanziati dallo Stato |
ROMA - «Battesimo» ufficiale per la Banca per il Sud, il cui capitale sarà ad azionariato diffuso popolare e il cui valore, secondo il Governo, dovrebbe essere di un euro ad azione. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti in occasione della firma della costituzione del comitato promotore, di cui faranno parte il principe Carlo di Borbone, in qualità di presidente onorario. Vicepresidente onorario sarà invece il conte Sforza Ruspoli, e Marco Milanese sarà invece il vicepresidente. Prevista dalla Finanziaria 2006, la nuova Banca potrà contare su un capitale iniziale di 5 milioni di euro stanziati dallo Stato. «Non sarà una di quelle esperienze politiche - ha detto Tremonti - dove pochi mangiano a spese di tanti. Lo Stato avrà solo il ruolo di start up, il resto lo faranno gli azionisti». La prima riunione del Comitato si terrà giovedì prossimo a Napoli, nel prestigioso Palazzo Reale. Regioni ed Enti locali però, che secondo quanto previsto dalla finanziaria dovrebbero essere suoi soci fondatori, non hanno però espresso i loro rappresentanti. «La Conferenza Unificata - ha detto - ha rinviato la decisione per scelta politica. Se ci sono meglio così, ma non sono la condizione essenziale». Da parte sua, il leader del Movimento per le Autonomie Raffaele Lombardo, presente oggi alla conferenza stampa, ha fatto sapere che proporrà alle province siciliane di essere «i primi soci pubblici di partecipazione al capitale della banca. Con questa nuova esperienza - ha spiegato - viene finalmente colmata una lacuna e noi al Sud abbiamo una miriade di banche ma che hanno il cuore e il cervello altrove». Il Comitato promotore si metterà ora al lavoro e avrà tempo fino a ottobre per definire le modalità di raccolta della banca e i «privilegi patrimoniali per i vecchi soci dei banchi meridionali» e sulle acquisizioni di marchi e denominazioni e rami di azienda. Secondo Tremonti, se il Mezzogiorno non decolla è proprio per la mancanza di una banca che al Sud svolga la sua azione e che sempre al Sud abbia «il cuore e la testa». Ha fatto poi l’esempio di banche che stanno in Sicilia e sono poi in mano alla Valtellina e a Lodi mentre quelle in Sardegna sono nelle mani dell’Emilia e quelle in Puglia gestite dalla Toscana. «Nella mappa bancaria del paese - ha detto Tremonti - si vede una topografia che è difficile definire razionale. Credo che tra le ragioni dello sviluppo asimmetrico del Sud vi sia anche il fatto che non c’è una banca del Sud». Nel Mezzogiorno, ha ricordato ancora Tremonti, il flusso di trasferimenti dal bilancio europeo «è molto elevato e non vede dinamiche di riduzione». Questa è la dimostrazione del fatto che «il problema non è solo della quantità di denaro, c’è qualcosa in più che manca. Il trasferimento di risorse non dico sia sterile, ma potrebbe essere più fertile se ci fosse l’attività di una banca propria». Tremonti ha infine precisato, a proposito di una nota della Confesercenti che smentisce di essere stata contattata per aderire al progetto: «Ci fa piacere se Confesercenti aderisce, ma non è un problema», ha affermato Tremonti anche se dal Comitato fanno sapere che l’associazione è stata regolarmente contattata nei giorni scorsi. TRATTO DALLA Gazzetta del Mezzogiorno |
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page