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4.3.06

Sondaggio: l'Unione accelera di 5 punti Ma Berlusconi avvicina Prodi


Per la prima volta, dopo diverse settimane, torna ad allargarsi (seppur di poco) la forbice tra centrosinistra e centrodestra: il vantaggio dell'Unione ammonta a circa cinque punti alla Camera, tre e mezzo al Senato. La "striscia positiva" della Casa delle Libertà viene prolungata solamente da Forza Italia e dal suo leader, il cui rafforzamento, nell'ultima fase, avviene soprattutto a scapito degli alleati. Berlusconi, inoltre, riduce le distanze dal proprio avversario, Prodi, nell'apprezzamento degli elettori. Sono questi i principali spunti offerti dall'ultimo sondaggio dell'Atlante Politico, realizzato da Demos-Eurisko per la Repubblica.

Le tendenze elettorali. La campagna mediatica del presidente del consiglio sembra produrre risultati significativi. Nelle ultime due settimane sono aumentati sia la fiducia nei confronti del governo sia i consensi per Forza Italia. Tuttavia, la crescita del partito di Berlusconi (oggi al 21.7%) tende a ridimensionare le intenzioni di voto per le altri formazioni della Casa delle Libertà e, nel complesso, non si allargano i consensi per la coalizione. Sembra ridursi, infatti, in misura significativa, lo spazio di Alleanza Nazionale (12.7) e dell'Udc (6%). Emerge così, in un contesto diverso, lo stesso fenomeno registrato nel 2001: il ruolo centrale assunto da Berlusconi in quella campagna elettorale aveva fortemente penalizzato le possibilità di successo dei partiti alleati. Gran parte dei voti della Casa delle Libertà si era così concentrata sul partito del leader della coalizione.

Nell'Unione si manifestano segni di una tendenza inversa. Alla Camera si è lievemente ridotta la quota delle intenzioni di voto per la lista dell'Ulivo (32.3%). Ma altre formazioni (Rifondazione Comunista, il Pdci e la Rosa nel Pugno) registrano una espansione dei consensi. La differenziazione delle offerte nell'ambito del centrosinistra sembra, per ora, allargare i consensi per la coalizione. Per questa ragione, il distacco dell'Unione rispetto alla Casa delle Libertà è cresciuto, e si attesta sui cinque punti percentuali. Anche tra gli elettori incerti, che non esprimono ancora una scelta di partito, resta maggioritario il settore orientato a votare per il centrosinistra.

In parte diverso è il quadro delle intenzioni di voto per il Senato, rilevato dall'indagine Demos-Eurisko. In questo caso, la distanza fra l'Unione e la Casa delle Libertà si riduce a poco più di tre punti.

La differenza nelle previsioni di voto, rispetto alla Camera, è solo in parte spiegata dall'età degli elettori (va ricordato che i giovani fra i 18 e i 24 anni non votano per il Senato). La differenza appare molto più dipendente dalla diversa configurazione delle liste presentate. Ad esempio, l'alleanza fra Verdi e Pdci è riuscita (per ora) a raccogliere solo una parte delle intenzioni di voto che i due partiti, separati, ottengono alla Camera. E, d'altra parte, le stime che si possono fare a livello nazionale per il Senato vanno considerate con una certa cautela, perché la configurazione delle proposte elettorali potrà essere diversa a livello regionale.

Il clima politico. La crescita dei consensi verso l'esecutivo appare, in questa fase, strettamente legata all'attivismo di Berlusconi. Se i giudizi positivi sull'operato del governo tornano, a distanza di un anno, a superare di oltre due punti gli apprezzamenti per l'opposizione, della stessa entità risulta, nella pagella dei leader politici, la distanza tra Prodi e Berlusconi. Il candidato dell'Unione rimane stabile attorno al 39%, preceduto da altri esponenti della coalizione: Fassino (al 44%) e soprattutto Veltroni, che con il 56% si colloca in vetta alla graduatoria, subito alle spalle di Fini (57%). Berlusconi, per converso, capitalizza la visibilità di questi mesi e - recuperando terreno soprattutto presso i "suoi" elettori - aggiunge altri due punti al bagaglio personale di consensi (37%).

L'avvicinamento tra i due candidati-premier può essere riscontrata, peraltro, anche in base alle preferenze su chi dovrà guidare la futura squadra di governo. Nel confronto con la rilevazione di settembre, il margine a favore di Prodi si contrae da 15 a 6 punti. Se il 38% vorrebbe il Professore sulla poltrona di presidente, il 32% assegna la propria preferenza al Cavaliere. Va segnalato, tuttavia, che circa il 9% non si esprime e addirittura una persona su cinque afferma, esplicitamente, di non gradire "nessuno dei due".

Prodi, come futuro premier, offre maggiori garanzie di "lavorare negli interessi di tutti" e, in particolare, di offrire rappresentanza alle fasce sociali più deboli e marginali. Berlusconi, invece, viene preferito per la capacità tenere unita la coalizione e appare agli intervistati più abile nel comunicare con i cittadini.
Pur rimanendo molto ampia l'insoddisfazione sulle condizioni del paese - anche nell'elettorato di centrodestra - si registra una forte divisione a proposito di chi disponga della ricetta più efficace contro i mali dell'economia.

L'indagine ha sondato, infine, le preferenze dei cittadini sul conduttore ideale del duello televisivo tra Prodi e Berlusconi. Mentana, sfruttando la trasversalità della sua immagine, ottiene la maggioranza delle indicazioni: circa il 30%. Vespa, benvisto soprattutto presso l'elettorato di centrodestra (dove ottiene il 27%), rimane distanziato di circa 10 punti. Tra chi si orienta verso i partiti dell'Unione, invece, percentuali significative vanno a Santoro e Floris.

Tratto da www.repubblica.it

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