CONTRO DI ME UN PROCESSO DI PIAZZA E MEDIATICO
di Raffaele Fitto
Prendo atto che è iniziata la pubblicazione delle 150mila intercettazioni telefoniche che mi riguardano, a quanto pare integralmente a disposizione della stampa. Non intendo contestare o condannare la scelta editoriale alla base di questa pubblicazione. Nell’attesa di leggere sui giornali dei prossimi giorni le conversazioni private tra me e mia moglie, gli italiani possono leggere già oggi quelle tra me e altri componenti della mia famiglia. Questo non mi spaventa, piuttosto continuo a non capire la rilevanza, meno che mai penale, che tali conversazioni possano avere. Chiedo sinceramente scusa a tutti coloro che hanno avuto la sfortuna di telefonarmi, avendo appreso che tutti i miei recapiti telefonici, quelli dei miei più stretti collaboratori e di tutti coloro che hanno lavorato con me in campagna elettorale nel 2005, sono stati tenuti costantemente sotto controllo. Questo mi dà la strana sensazione di aver studiato e individuato le opinioni, le valutazioni e le mie strategie politiche ed elettorali quasi pubblicamente. Non mi resta ancora che prendere atto che quello nei miei confronti non è e non sarà un eventuale processo con esclusiva matrice giudiziaria, ma innanzi tutto e soprattutto un processo mediatico e politico, le cui carte sono già in possesso degli organi di stampa, di numerosi esponenti politici (e non solo Parlamentari) che oggi commentano la vicenda che mi riguarda dicendo di “aver letto le carte processuali" che, evidentemente, sono a disposizione dell’opinione pubblica con la conseguenza abnorme di un processo “di piazza e sommario". A questo proposito, in riferimento ai presunti contributi “oscuri" per il finanziamento della mia campagna elettorale, voglio risparmiare inutili fatiche a tutti coloro che volessero sottopormi ad ulteriori giudizi, fornendo due indirizzi: il Consiglio regionale della Puglia e la Camera dei Deputati, luoghi nei quali come previsto dalla legge è regolarmente depositata tutta la documentazione relativa a La Puglia Prima di Tutto, che non è un comitato elettorale, ma una Lista politica, sottoposta alla normativa dei partiti politici, che ha sostenuto la campagna elettorale di candidati al Consiglio regionale in 6 province della Puglia (ottenendo quasi il 10% dei consensi, pari a circa 200mila voti), e la campagna elettorale del candidato Presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto. Dalla documentazione depositata alla Camera e al Consiglio regionale chiunque potrà verificare che non esiste un solo contributo che non sia stato regolarmente iscritto in contabilità e in bilancio e non esiste un solo contributo che non sia stato speso per motivi esclusivamente elettorali, come risulta dalle decine di fatture allegate. In riferimento ai contributi ritenuti “tangenti" perché versati da quelle aziende che in qualche modo avevano lavorato negli anni passati con Enti o società collegati alla Regione, per par condicio giudiziaria, mi riservo a questo punto di leggere i bilanci delle campagne elettorali di tutti i candidati alla Presidenza delle Regioni e ai Consigli regionali alle elezioni del 2005 e di tutti i candidati alle ultime elezioni politiche, nonché dei rispettivi partiti, per verificare se anche le loro campagne elettorali non siano state finanziate, pur legittimamente, da imprenditori che in passato avevano lavorato o in futuro lavoreranno per amministrazioni nelle quali i candidati hanno avuto dei ruoli di Governo. Perché a questo punto sono pronto ad accettare anche l’arresto, ma a condizione di essere in compagnia di tutti coloro le cui campagne elettorali sono state regolarmente finanziate nella stessa maniera. Sono oltremodo sorpreso, poi, dal fatto che, a fronte del metodo corretto e moderato con il quale io, unitamente alla difesa tecnica, ho affrontato fino ad oggi questa assurda vicenda giudiziaria, rimanendo in silenzio pur essendo certo della mia innocenza, e in attesa di dimostrarla con gli atti e con i fatti nelle aule di giustizia, il procuratore aggiunto del Tribunale di Bari Marco Dinapoli, nel momento in cui entra in vigore la nuova legge che dovrebbe contenere la divulgazione di notizie da parte dei giudici, scelga piuttosto il metodo della gogna mediatica arrivando a dichiarare, in una intervista ad un quotidiano nazionale, in riferimento ai fatti che mi vengono contestati, che sarei stato protagonista di una cupola e di un giro di malaffare superiore a quello dei “pizzini" di Provenzano. Sono accuse pesanti che vengono consegnate al giudizio dell’opinione pubblica prima ancora che a quello di un Tribunale. Con estrema amarezza sento oggi vacillare in me quella fiducia nella Magistratura che ogni cittadino di un Paese civile dovrebbe poter sempre riporre. Perché così come si chiede ai cittadini di avere fiducia nella Magistratura, la Magistratura dovrebbe avere rispetto di qualsiasi cittadino sottoposto a indagine e mi sembra che il dottor Dinapoli sia andato in modo pesante e grave sopra le righe per toni e contenuti, ipotizzando scenari mafiosi del tutto esorbitanti dai fatti contestati.
Fonte: FI Puglia - Fittopresidente.it
Prendo atto che è iniziata la pubblicazione delle 150mila intercettazioni telefoniche che mi riguardano, a quanto pare integralmente a disposizione della stampa. Non intendo contestare o condannare la scelta editoriale alla base di questa pubblicazione. Nell’attesa di leggere sui giornali dei prossimi giorni le conversazioni private tra me e mia moglie, gli italiani possono leggere già oggi quelle tra me e altri componenti della mia famiglia. Questo non mi spaventa, piuttosto continuo a non capire la rilevanza, meno che mai penale, che tali conversazioni possano avere. Chiedo sinceramente scusa a tutti coloro che hanno avuto la sfortuna di telefonarmi, avendo appreso che tutti i miei recapiti telefonici, quelli dei miei più stretti collaboratori e di tutti coloro che hanno lavorato con me in campagna elettorale nel 2005, sono stati tenuti costantemente sotto controllo. Questo mi dà la strana sensazione di aver studiato e individuato le opinioni, le valutazioni e le mie strategie politiche ed elettorali quasi pubblicamente. Non mi resta ancora che prendere atto che quello nei miei confronti non è e non sarà un eventuale processo con esclusiva matrice giudiziaria, ma innanzi tutto e soprattutto un processo mediatico e politico, le cui carte sono già in possesso degli organi di stampa, di numerosi esponenti politici (e non solo Parlamentari) che oggi commentano la vicenda che mi riguarda dicendo di “aver letto le carte processuali" che, evidentemente, sono a disposizione dell’opinione pubblica con la conseguenza abnorme di un processo “di piazza e sommario". A questo proposito, in riferimento ai presunti contributi “oscuri" per il finanziamento della mia campagna elettorale, voglio risparmiare inutili fatiche a tutti coloro che volessero sottopormi ad ulteriori giudizi, fornendo due indirizzi: il Consiglio regionale della Puglia e la Camera dei Deputati, luoghi nei quali come previsto dalla legge è regolarmente depositata tutta la documentazione relativa a La Puglia Prima di Tutto, che non è un comitato elettorale, ma una Lista politica, sottoposta alla normativa dei partiti politici, che ha sostenuto la campagna elettorale di candidati al Consiglio regionale in 6 province della Puglia (ottenendo quasi il 10% dei consensi, pari a circa 200mila voti), e la campagna elettorale del candidato Presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto. Dalla documentazione depositata alla Camera e al Consiglio regionale chiunque potrà verificare che non esiste un solo contributo che non sia stato regolarmente iscritto in contabilità e in bilancio e non esiste un solo contributo che non sia stato speso per motivi esclusivamente elettorali, come risulta dalle decine di fatture allegate. In riferimento ai contributi ritenuti “tangenti" perché versati da quelle aziende che in qualche modo avevano lavorato negli anni passati con Enti o società collegati alla Regione, per par condicio giudiziaria, mi riservo a questo punto di leggere i bilanci delle campagne elettorali di tutti i candidati alla Presidenza delle Regioni e ai Consigli regionali alle elezioni del 2005 e di tutti i candidati alle ultime elezioni politiche, nonché dei rispettivi partiti, per verificare se anche le loro campagne elettorali non siano state finanziate, pur legittimamente, da imprenditori che in passato avevano lavorato o in futuro lavoreranno per amministrazioni nelle quali i candidati hanno avuto dei ruoli di Governo. Perché a questo punto sono pronto ad accettare anche l’arresto, ma a condizione di essere in compagnia di tutti coloro le cui campagne elettorali sono state regolarmente finanziate nella stessa maniera. Sono oltremodo sorpreso, poi, dal fatto che, a fronte del metodo corretto e moderato con il quale io, unitamente alla difesa tecnica, ho affrontato fino ad oggi questa assurda vicenda giudiziaria, rimanendo in silenzio pur essendo certo della mia innocenza, e in attesa di dimostrarla con gli atti e con i fatti nelle aule di giustizia, il procuratore aggiunto del Tribunale di Bari Marco Dinapoli, nel momento in cui entra in vigore la nuova legge che dovrebbe contenere la divulgazione di notizie da parte dei giudici, scelga piuttosto il metodo della gogna mediatica arrivando a dichiarare, in una intervista ad un quotidiano nazionale, in riferimento ai fatti che mi vengono contestati, che sarei stato protagonista di una cupola e di un giro di malaffare superiore a quello dei “pizzini" di Provenzano. Sono accuse pesanti che vengono consegnate al giudizio dell’opinione pubblica prima ancora che a quello di un Tribunale. Con estrema amarezza sento oggi vacillare in me quella fiducia nella Magistratura che ogni cittadino di un Paese civile dovrebbe poter sempre riporre. Perché così come si chiede ai cittadini di avere fiducia nella Magistratura, la Magistratura dovrebbe avere rispetto di qualsiasi cittadino sottoposto a indagine e mi sembra che il dottor Dinapoli sia andato in modo pesante e grave sopra le righe per toni e contenuti, ipotizzando scenari mafiosi del tutto esorbitanti dai fatti contestati.
Fonte: FI Puglia - Fittopresidente.it
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