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19.8.06

Berlusconi: «Missione per disarmo milizie»

Il leader di Forza Italia: «Siamo favorevoli alla partecipazione dei militari italiani nel contingente Onu per il Libano»

Silvio Berlusconi (Ap)

«Siamo favorevoli alla partecipazione dei militari italiani nel contingente Onu per il Libano». Lo afferma il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. L'ex premier pone però due condizioni: «L'arrivo dei 30.000 militari dovrà portare al disarmo delle milizie terroriste» e i soldati italiani dovranno essere inviati nel quadro di una missione con obiettivi politicamente chiari e con regole d'ingaggio precise. «Su questa base - aggiunge Berlusconi in una nota - è possibile una intesa tra maggioranza e opposizione».
RESPONSABILI - «Non ripagheremo l'attuale maggioranza con quel comportamento irresponsabile che l'opposizione di sinistra ha tenuto nei nostri confronti negli ultimi cinque anni - afferma Berlusconi - Nello stesso modo ci siamo comportati qualche settimana fa in occasione del voto sull'Afghanistan».
AZIONE DI GOVERNO - «Per cinque anni, grazie all'azione continua e coraggiosa delle forze dell'ordine e dei servizi di intelligence, siamo riusciti a tenere lontano dal nostro Paese il terrorismo internazionale e abbiamo sgominato quello interno» continua Berlusconi sottolineando l'azione del suo governo nella passata legislatura. «Il mio impegno e quello del governo che ho avuto l'onore di presiedere - aggiunge - è stato di dare un forte contributo alla lotta contro il terrorismo globale di nuovo tipo, manifestatosi dopo l'11 settembre 2001 e in altre drammatiche occasioni e sostenuto dal fondamentalismo di matrice islamica». E a proposito della politica estera del suo governo, il leader di Forza Italia afferma: «Siamo andati in Iraq non per fini di guerra, non come truppe di occupazione, ma sulla base di una risoluzione dell'Onu, ricevendo per questo gli apprezzamenti e i ringraziamenti dei nostri alleati, del segretario generale dell'Onu Kofi Annan e del governo e del popolo iracheno».

BOSSI E CASINI - Nel frattempo anche gli altri leader del centrodestra intervengono sulla missione Onu. «Il Libano purtroppo costa soldi - ha dichiarato Umberto Bossi al Tg3 - ma bisogna andare, perché la missione è dell'Onu e abbiamo il dovere di partecipare». Secondo Casini, «si sta avverando ciò che era facilmente prevedibile: la risoluzione dell'Onu è stata fondamentale per far tacere le armi ma, in assenza di precisi indirizzi delle Nazioni unite, le forze da dispiegare sul terreno di Unifil rischiano di pagare fortemente l'ambiguità del mandato e la poca chiarezza dei compiti». Il leader dell'Udc aggiunge: «In queste condizioni, è giusto esprimere una disponibilità di massima dell'Italia alla missione, ma è giusto accompagnarla a una forte cautela e prudenza. O l'Onu nelle prossime ore darà regole chiare, o la missione avrà un coefficiente di rischio altissimo». (www.corriere.it)

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