: Politica Libera :

Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006

2.8.06

La Camera approva il voto di fiducia Berlusconi: «E' uno stato di polizia»


I sì sono stati 327, i no 247. Acceso dibattito a Montecitorio. Il leader Cdl: «Esautorato il Parlamento». Ovazioni e fischi dall'emiciclo. Fini: con la fiducia sulla Finanziaria lo scontro va in piazza


Settima fiducia in 75 giorni e anche questa volta tra le polemiche. «Un record» esclama Gianfranco Fini puntando il dito contro un governo che «attendiamo alla prova della Finanziaria». E se blinderete anche quella- avverte minaccioso il leader di An - «lo scontro si trasferirà in piazza». La Lega esibisce uno striscione di protesta «Prodi = indulto + tasse + clandestini». Insomma, la Cdl non molla la presa e in aula torna a criticare il ricorso massiccio alla fiducia, chiesto dall'esecutivo Prodi anche sulla manovrina e confermato dalla Camera con 327 sì e 247 no.
BERLUSCONI - Pure Berlusconi va all'attacco, nel metodo e nel merito del provvedimento che verrà trasformato in legge stanotte o probabilmente giovedì. «Il rischio è quello di esautorare il Parlamento: non è una cosa da poco» spiega l'ex premier entrando a Montecitorio. «Leggo che Prodi ha chiesto scusa al Parlamento. La verità è che dovrebbe scusarsi con tutti gli italiani. Così non è possibile andare avanti, finisce che non si discute più...», continua il leader di Forza Italia.

«STATO DI POLIZIA» - E sul decreto sulle liberalizzazioni Bersani, incluso nella manovra, mette in guardia: «Siamo veramente ad una sorta di Stato di polizia tributaria: i cittadini ancora non ne sono consapevoli delle cose che introduce questo decreto». «Questo decreto controlla la vita economica del cittadino e delle imprese in maniera assoluta e totale, attraverso un intreccio con le banche. Da qui-prosegue Berlusconi- viene fuori una oppressione fiscale e burocratica francamente preoccupante. Una oppressione che comporta per le imprese una serie di adempimenti che incrementano le spese, mentre invece dovremmo fare il contrario: perché l'impresa crea lavoro e ricchezza, e quindi non bisogna rendergli la vita più difficile». Il leader della Cdl contesta duramente le norme fiscali introdotte dal viceministro Visco con il decreto legge. Poi concede: «Ci auguriamo che il filo del dialogo con questa maggioranza possa essere ripreso. Gli appelli del Capo dello Stato e quelli del mondo produttivo vanno in questa direzione ma purtroppo non sembrano queste le logiche che prevalgono nella maggioranza».

Il ministro dello Sviluppo Bersani (Infophoto)
Il ministro dello Sviluppo Bersani


PO-PO-PO-PO DALLA CDL
- Un intervento, quello di Berlusconi, che si chiude tra gli applausi fiume da parte dell'opposizione. La telecamera inquadra Fini che si alza dai banchi di Alleanza Nazionale e va stringere di persona la mano a Berlusconi. Si sentono anche cori da stadio con i deputati che intonano il po-po-po-po-po diventato l'inno del Mondiale. Il chiasso in aula è assordante, tanto da non permettere al presidente della Camera, Fausto Bertinotti, di proseguire i lavori. «Possiamo continuare a lavorare - interrompe Bertinotti- o dobbiamo aspettare». In ogni caso, «l'aula può applaudire o dissentire ma sia sobria» conclude il presidente di Montecitorio visibilmente stizzito. Quando è il suo turno di parlare, Dario Franceschini dell'Ulivo commenta sarcastico rivolto a Bertinotti: «Ha fatto bene a non interrompere il lungo applauso a Berlusconi perché finalmente ha avuto quell'applauso che non ha ricevuto in 5 anni di governo dalla sua maggioranza». A Berlusconi che parla di Stato di polizia, replica il ministro dello Sviluppo, Pier Luigi Bersani: «È una vergogna che ci sia una istigazione così violenta che dimostra una disabitudine alla fedeltà fiscale». (www.corriere.it)

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page