Archiviato il partito della libertà ?
TUTTO è cominciato con l’invito a Telese. E Berlusconi ha detto sì, scegliendo la festa dell’Udeur per rompere il ghiaccio e prender parte per la prima volta a una kermesse estiva di un partito che non sia del centrodestra. E da quel sì (era ancora luglio), piano piano, il Cavaliere e Mastella hanno cominciato a sentirsi. Parlare. Colloquiare. E trattare. Sì, hanno iniziato anche a trattare. Loro due, da soli. Senza intermediari, senza consiglieri. Un filo diretto tra i due tanto che della trattativa si sa pochissimo. Mauro Fabris, capogruppo dell’Udeur alla Camera, da buon democristiano lascia intendere: «Ricordatevi che Mastella è stato al governo con Berlusconi, è stato un suo ministro nel ’94 e, guarda caso, si occupava proprio dei temi caldi di questi giorni: lavoro e pensioni». In pubblico si sono solo mandati segnali. Mastella ha preso le distanze dal centrosinistra, e in particolare dal Partito democratico. E la risposta? «Per noi un punto importante è stata l’archiviazione del partito unico della Cdl - ammette Fabris -. Da quel momento in poi è chiaro che il dialogo è diventato più facile». E adesso? «Adesso c’è Telese - sottolinea il capogruppo alla Camera dell’Udeur - il cui titolo è "che fare?". Vedremo Berlusconi che ha da dire in proposito». E che cosa può dire il Cavaliere nella cittadina sannita il 30 agosto?
Dal quartier generale di Forza Italia frenano. «Clemente ha posto due condizioni impossibili, diciamo che ha fatto due proposte indecenti», spiega un fedelissimo del Cav. E quali potrebbe essere? Una potrebbe essere il no ad An. No anzitutto all’ingresso di Fini nel Ppe. E un’altra il via libera a un nuovo sistema elettorale, magari sul modello tedesco. O forse altro, che solo la fervida fantasia di Mastella può tirare fuori. Publio Fiori, uno che senza tanti giri di parole ha chiamato il suo partito Rifondazione Dc, ci scherza su:, «Sono in vacanza in Sardegna, a due passi da casa di Silvio. E non ho visto passare Clemente. Se non altro mi avrebbe fatto uno squillo». L’ex vicepresidente della Camera, che ha un filo diretto con Mastella, mette i paletti: «Il grande centro non potrà che essere alleato con il centrodestra. A sinistra non c’è spazio, tanto più che oggi c’è il Pd. E poi andare a sinistra non appartiene alla nostra storia, dobbiamo riaggregarci al centro e al limite allearci con il centrodestra». E probabilmente non è un caso che Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, ha spiegato proprio al Tempo che il suo partito «non ha archiviato un bel nulla ma i parti prematuri non risolvono i problemi, semmai li accrescono, e ancora non sono maturate nei gruppi dirigenti del centrodestra né la convinzione unanime né la volontà di partecipare a questo grande progetto politico». Mentre Fabrizio Cicchitto, suo vice, ha sottolineato come «Forza Italia è il grande centro». Non sono frasi a caso. Sono segnali. Anche perché il Cav ha avviato una trattativa serrata con Giuseppe Pizza, grande amico dell’ex consigliere di Prodi Angelo Rovati che gli è stato vicino nelle battaglia per farsi assegnare dal tribunale nome e soprattutto simbolo della Dc. Insomma, è il signore che detiene lo Scudocrociato e nelle scorse elezioni 42mila voti (Prodi ha vinto per meno di 25mila). I due si sono parlati. Gli incontri sono stati tre, tutti a cavallo tra luglio e agosto. Pizza, da buon democristiano, non s’è fatto vedere (ma s’è fatto sentire a telefono) a Palazzo Grazioli: ha mandato il presidente del consiglio nazionale del suo partito, Alberto Alessi, il figlio del centoduenne Peppino, mitico senatore dc. E negli incontri Berlusconi s’è fatto scappare qual è il suo progetto. Rifare almeno per ora una piccola Dc. Unendo quella di Rotondi, quella di Pizza che ha lo scudocrociato e fare una nuova formazione che superi almeno il 2%. Alessi conferma: «A noi non interessa fare un’intesa con Casini e Mastella e poi con Berlusconi. Piuttosto pensiamo a dialogare direttamente con Berlusconi, l’intelocutore più aperto e credibile». E il simbolo? Finirà alla Cdl? Alessi è secco: «Io ho proposto a Berlusconi di prenderlo lui e di farne la bandiera di Forza Italia». E lui? «Ha sorriso, forse è troppo presto. Silvio pensa a una riaggregazione centrista nel centrodestra. È d’accordo con il nostro progetto che è quello di tenere assieme noi, Rotondi, Fiori, Prandini. Possiamo puntare anche al 6%». Ma il leader della Cdl ormai si muove come se si dovesse votare domani, a Ferragosto. E così tratta, parla con tutti, con chiunque pensi di presentarsi alle elezioni. Perché rafforzare Rotondi avrebbe uno scopo preciso non secondario. La Dc per le autononie infatti è il partito della Cdl che alle scorse elezioni non ha superato lo sbarramento del 2% (s’è fermato all’1,8%). Ma, essendo il miglior perdente, per effetto della legge elettorale ha comunque fatto entrare il suo bel gruppetto alla Camera.
Con lo scudocrociato dovrebbe superare la soglia del 2%, liberando quindi il posto del miglior perdente. Che il Cav ha già messo all’asta per chi democristiano non è. Berlusconi sta vedendo una raffica di rappresentanti di liste e listarelle, personaggi imbarazzanti alla Fabrizio Corona, aspiranti politici, naufraghi del Transatlantico, buffoni di corte, venditori di fumo, accattoni dei Palazzi. Non si butta via niente. Il Cav sta facendo a tutti lo stesso discorso: «Presentatevi alle elezioni con me. Intanto, se superate l’1%, accedete ai rimborsi elettorali e vi mettete in tasca un bel gruzzoletto di fondi pubblici. Il più bravo di voi riuscirà a portare in Parlamento anche qualche deputato». Per questo sta preparando un serie di liste tematiche: quella degli automobilisti, quella dei consumatori, quella degli amanti del vino, degli innamorati della montagna, dei velisti, dei tifosi di calcio e chi più ne ha più ne metta. L’altra volta ha perso per 25mila voti e quella cifra ancora non se l’è tolta dalla testa
FONTE WWW.ILTEMPO.IT
Dal quartier generale di Forza Italia frenano. «Clemente ha posto due condizioni impossibili, diciamo che ha fatto due proposte indecenti», spiega un fedelissimo del Cav. E quali potrebbe essere? Una potrebbe essere il no ad An. No anzitutto all’ingresso di Fini nel Ppe. E un’altra il via libera a un nuovo sistema elettorale, magari sul modello tedesco. O forse altro, che solo la fervida fantasia di Mastella può tirare fuori. Publio Fiori, uno che senza tanti giri di parole ha chiamato il suo partito Rifondazione Dc, ci scherza su:, «Sono in vacanza in Sardegna, a due passi da casa di Silvio. E non ho visto passare Clemente. Se non altro mi avrebbe fatto uno squillo». L’ex vicepresidente della Camera, che ha un filo diretto con Mastella, mette i paletti: «Il grande centro non potrà che essere alleato con il centrodestra. A sinistra non c’è spazio, tanto più che oggi c’è il Pd. E poi andare a sinistra non appartiene alla nostra storia, dobbiamo riaggregarci al centro e al limite allearci con il centrodestra». E probabilmente non è un caso che Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, ha spiegato proprio al Tempo che il suo partito «non ha archiviato un bel nulla ma i parti prematuri non risolvono i problemi, semmai li accrescono, e ancora non sono maturate nei gruppi dirigenti del centrodestra né la convinzione unanime né la volontà di partecipare a questo grande progetto politico». Mentre Fabrizio Cicchitto, suo vice, ha sottolineato come «Forza Italia è il grande centro». Non sono frasi a caso. Sono segnali. Anche perché il Cav ha avviato una trattativa serrata con Giuseppe Pizza, grande amico dell’ex consigliere di Prodi Angelo Rovati che gli è stato vicino nelle battaglia per farsi assegnare dal tribunale nome e soprattutto simbolo della Dc. Insomma, è il signore che detiene lo Scudocrociato e nelle scorse elezioni 42mila voti (Prodi ha vinto per meno di 25mila). I due si sono parlati. Gli incontri sono stati tre, tutti a cavallo tra luglio e agosto. Pizza, da buon democristiano, non s’è fatto vedere (ma s’è fatto sentire a telefono) a Palazzo Grazioli: ha mandato il presidente del consiglio nazionale del suo partito, Alberto Alessi, il figlio del centoduenne Peppino, mitico senatore dc. E negli incontri Berlusconi s’è fatto scappare qual è il suo progetto. Rifare almeno per ora una piccola Dc. Unendo quella di Rotondi, quella di Pizza che ha lo scudocrociato e fare una nuova formazione che superi almeno il 2%. Alessi conferma: «A noi non interessa fare un’intesa con Casini e Mastella e poi con Berlusconi. Piuttosto pensiamo a dialogare direttamente con Berlusconi, l’intelocutore più aperto e credibile». E il simbolo? Finirà alla Cdl? Alessi è secco: «Io ho proposto a Berlusconi di prenderlo lui e di farne la bandiera di Forza Italia». E lui? «Ha sorriso, forse è troppo presto. Silvio pensa a una riaggregazione centrista nel centrodestra. È d’accordo con il nostro progetto che è quello di tenere assieme noi, Rotondi, Fiori, Prandini. Possiamo puntare anche al 6%». Ma il leader della Cdl ormai si muove come se si dovesse votare domani, a Ferragosto. E così tratta, parla con tutti, con chiunque pensi di presentarsi alle elezioni. Perché rafforzare Rotondi avrebbe uno scopo preciso non secondario. La Dc per le autononie infatti è il partito della Cdl che alle scorse elezioni non ha superato lo sbarramento del 2% (s’è fermato all’1,8%). Ma, essendo il miglior perdente, per effetto della legge elettorale ha comunque fatto entrare il suo bel gruppetto alla Camera.
Con lo scudocrociato dovrebbe superare la soglia del 2%, liberando quindi il posto del miglior perdente. Che il Cav ha già messo all’asta per chi democristiano non è. Berlusconi sta vedendo una raffica di rappresentanti di liste e listarelle, personaggi imbarazzanti alla Fabrizio Corona, aspiranti politici, naufraghi del Transatlantico, buffoni di corte, venditori di fumo, accattoni dei Palazzi. Non si butta via niente. Il Cav sta facendo a tutti lo stesso discorso: «Presentatevi alle elezioni con me. Intanto, se superate l’1%, accedete ai rimborsi elettorali e vi mettete in tasca un bel gruzzoletto di fondi pubblici. Il più bravo di voi riuscirà a portare in Parlamento anche qualche deputato». Per questo sta preparando un serie di liste tematiche: quella degli automobilisti, quella dei consumatori, quella degli amanti del vino, degli innamorati della montagna, dei velisti, dei tifosi di calcio e chi più ne ha più ne metta. L’altra volta ha perso per 25mila voti e quella cifra ancora non se l’è tolta dalla testa
FONTE WWW.ILTEMPO.IT
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page