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11.3.08

Berlusconi blinda Ciarrapico, ma AN sapeva

«Noi dobbiamo fare una campagna elettorale e si deve vincere. L'editore Ciarrapico ha giornali importanti a noi non ostili ed è assolutamente importante che questi giornali continuino ad esserlo visto che tutti i grandi giornali stanno dall'altra parte». E' con queste parole che il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, ha spiegato il senso della candidatura di Giuseppe Ciarrapico, il controverso imprenditore ciociaro che con la sua discesa in campo da due giorni sta agitando le acque nel centrodestra.

SCELTA CONTESTATA - La scelta di candidatere l'editore, un tempo molto vicino a Giulio Andreotti, non è stata ben digerita dal presidente di An, Gianfranco Fini. E non è piacuta neppure alla Lega Nord, al punto che il leader del Carroccio, Umberto Bossi, lunedì ha chiesto pubblicamente la sua esclusione dalla lista del Pdl. Ma Berlusconi non ha voluto sentire ragioni dai suoi alleati e così la candidatura è rimasta. Il Cavaliere ha detto di non comprendere le polemiche, soprattutto quelle sollevate dall'interno del suo schieramento, anche perché - ha spiegato - «pure An era d'accordo su questa candidatura».

«SIGNORE DI MONDO» - Il Cavaliere è tornato a dirsi convinto della sua scelta,suggerita dal suo storico consigliere, Gianni Letta. Secondo Berlusconi, Ciarrapico è «un signore di mondo, che sprizza la simpatia di un Aldo Fabrizi». E sul fatto che all'indomani della sua «nomination» abbia rivendicato la sua mai nascosta vicinanza alle posizioni fasciste, il leader forzista ha minimizzato: «Veramente pensiamo che con quello che sta succedendo con i rifiuti a Napoli, sia importante una dichiarazione del signor Ciarrapico subito smentita? Le cose serie sono altre. Le sue parole? È stato male interpretato e ha smentito completamente». secondo molti

FASCISMO E 25 APRILE - Lui, Ciarrapico, in realtà aveva preso le distanze dalle leggi razziali emanate sotto il regime fascista, ma ha detto di essere culturalmente ancora legato a quell'ideologia, se non altro per una questione di storia personale. E in una dichiarazione al Corriere aveva spiegato che, dopotutto, «Berlusconi non è mai stato antifascista. Lo conosco da decenni, non mi ricordo nemmeno che abbia mai festeggiato un 25 aprile... ». Ma ha questa precisazione ha voluto rispondere lo stesso Cavaliere: «Ho partecipato e ho fatto dichiarazioni reiterate sul 25 aprile, ci mancherebbe altro. Smentisco di non avere mai detto la mia e di non essermi mai unito a chi ha festeggiato questa data importante nella nostra storia».

L'IRONIA SU PRODI - Insomma, una polemica e una querelle di cui il leader del centrodestra avrebbe fatto volentieri a meno. Forse anche per questo con i cronisti che lo assediano a Palazzo Grazioli ha preferito tagliare corto e puntare il dito contro gli avversari. Ha sbeffeggiato il suo avversario storico, Romano Prodi, all'indomani del suo annuncio di ritiro dalla scena politica: «Dopo il grande successo che ha ottenuto, mi viene da dire: errare umanum est, perseverare è Prodianum...». Ha attaccato la politica delle alleanze del Pd: «Avevano detto che correvano da soli. Alla fine hanno imbarcato Di Pietro e i Radicali e in tutte le amministrazioni locali continuano a essere alleati con la sinistra radicale». E ha detto di non avere mai strappato il programma del centrosinistra, parlando del «solito sistema mistificatorio» e spiegando che «sono loro che strappano come sempre il loro programma».

L'ATTACCO A VELTRONI - Berlusconi se l'è poi presa anche con Veltroni: «Ormai il suo bluff è scoperto. Del fuoco d'artificio non è rimasto più nulla. Il tanto vantato decisionismo di Veltroni s'è fermato davanti a Bassolino che è rimasto lì dov'era». Berlusconi ha bocciato le ultime proposte avanzate dal suo avversario per facilitare la nascita di un'impresa: «Ormai la copiatura del nostro programma è un fatto continuo. Peccato che queste proposte le abbiano scoperte solo adesso visto che non hanno fatto nulla di simile quando erano al governo».

FONTE WWW.CORRIERE.IT

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