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23.4.08

Alitalia. c'è la cordata italiana

«Air France ha detto no in primo luogo per il veto posto dai sindacati». Lo ha detto il leader del Pdl e futuro premier Silvio Berlusconi a Nuova spazio radio riferendosi alla situazione di Alitalia. «Da un lato il governo non ha accettato le condizioni imperative poste da Air France - ha sottolineato Berlusconi -, tra cui il prezzo che non era ritenuto congruo e il fatto che si dovesse rinunciare al trasporto delle merci, ma la prima motivazione del ritiro di Air France è stato il fermo no dei sindacati sulla riduzione del personale. Per noi forse sarebbe stato meglio lasciare a questo governo la "patata bollente", ma riteniamo che l'interesse nazionale richieda che si mantenga una compagnia di bandiera». Più tardi però il Cavaliere corregge il tiro: «Su Alitalia i sindacati hanno fatto il loro mestiere e magari hanno avuto anche ragione. La verità è che le condizioni poste da Air France-Klm erano impossibili da accogliere».


PRESTITO PONTE - «Ritengo sia bene che sia stato escluso il commissariamento di Alitalia» ha aggiunto Berlusconi commentando il prestito ponte deciso martedì dal governo Prodi. «Dopo una due diligence che durerà tra le quattro e le cinque settimane - ha sottolineato il leader del Pdl - sarà possibile per altri operatori un'offerta impegnativa e farsi carico della questione. Purtroppo bisognerà affrontare una dolorosa riduzione del personale cui si farà carico con gli strumenti offerti dalla legge».

CORDATA ITALIANA - Berlusconi ha rilanciato poi l'esistenza della cosidetta cordata italiana: «Adesso, chiusa la trattativa con la Francia, c'è modo che la compagine italiana, coordinata da Bruno Ermolli, si faccia avanti, faccia la due diligence dei conti di Alitalia e poi, in 3-4 settimane, faccia un'offerta impegnativa per la compagnia».

NUOVO GOVERNO - Poi il Cavaliere si è soffermato sulla formazione del nuovo governo. «Questi sono stati giorni di afflizione e continueranno fino a quando non si sarà determinata la formazione di questo nuovo governo», perchè «si accontenta una persona e se ne scontentano tante altre» ha aggiunto Berlusconi. «La squadra sarà di 60 componenti in tutto, tra ministri e sottosegretari, la metà del governo attuale. Ci sono funzioni che adesso sono in tre ministeri, che vanno accorpate in uno solo e questo complica la scelta delle persone. È un momento particolarmente impegnativo, perchè la squadra di governo è la base per trasformare in realtà il nostro programma, che per noi è un impegno morale» ha spiegato il leader del Pdl.

CLANDESTINI E ROMANIA - Il futuro governo deve «chiudere le frontiere, tornando all'applicazione della Bossi-Fini. Chi viene trovato in Italia senza permesso di soggiorno deve essere espulso» ha spiegato ancora Berlusconi. «Prodi non ha messo un dito quando il primo gennaio del 2007 si sono aperte le frontiere con la Romania. Lui poteva negoziare una moratoria per ridurre la libertà degli ingressi rumeni in Italia come hanno fatto tutti i maggiori Paesi europei» ha sottolineato il Cavaliere. «Proprio per l'inettitudine del governo Prodi, di cui l'aspirante sindaco Rutelli era il vice - ha proseguito il Cavaliere - la delinquenza si è come passata la voce: venite a rubare e rapinare tanto qui si riesce a farla franca. Apriremo una trattativa con la Romania per concordare una deroga alla normativa dell'Unione europea e filtrare i flussi degli immigrati».

LEGA - «Da 21 anni la Lega è un partito democratico». Berlusconi difende a spada tratta l'operato del Carroccio soprattutto nei cinque anni in cui è stato al governo: «Non c'è mai stato un solo episodio - ha spiegato il Cavaliere successivamente a "Radio Radio"- in cui la Lega abbia causato ritardi o abbia detto no al presidente del Consiglio». Berlusconi ha sfidato a trovare «fatti veri e concreti» attraverso i quali il Carroccio abbia «portato pericoli» all'Italia. Berlusconi, però, ha fornito un consiglio al partito di Bossi: «Il linguaggio della Lega è fatto di iperboli e anche un po' rozzo. E quindi dovrebbe cambiare. Certo questo è un difetto». Ma, obietta ancora, la Lega ha sindaci che amministrano benissimo e comunque - ha ribadito il premier in pectore - «non credo ci sia nessuna possibilità che la Lega possa fare un danno non dico solo ad un cittadino del sud ma ad un italiano in generale».

LIGRESTI: LA CORDATA ITALIANA SI FARA' - E finalmente arriva la prima conferma ufficiale alla fantomatica cordata italiana che si proporrebbe di acquistare Alitalia più volte tirata in ballo da Berlusconi. «Una mano bisogna darla»: così Salvatore Ligresti, presidente onorario di Premafin, ha infatti risposto ai giornalisti che lo interpellano sull’eventuale cordata italiana per Alitalia. «Penso che ci sarà modo di essere coinvolti - ha affermato, parlando a margine dell’assemblea degli azionisti di Fondiaria-Sai - penso che sia giusto e doveroso per il Paese, per la compagnia, per i lavoratori, per il turismo». Ai cronisti che gli chiedevano tempi e modi della formazione della cordata, Ligresti ha risposto che «le cose si fanno in silenzio», aggiungendo poi «penso che si faranno».

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