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2.4.06

Cav-Prodi: avvisi ai duellanti


È atteso per lunedì 3 aprile, alle 21.15 su Raiuno, il secondo e ultimo faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi.A moderarlo sarà stavolta Bruno Vespa, con le stesse regole del precedente: tempi contingentati ed eguali, divieto di contraddittorio diretto, domande identiche poste ai leader dai giornalisti (i medesimi del precedente confronto: Marcello Sorgi, ex direttore del Tg1 e della Stampa, di cui è oggi editorialista; il direttore del Messaggero Roberto Napoletano).SPETTACOLO NON NOIOSOSarà uno spettacolo noiosetto come l'ultima volta? Verosimilmente no, perché il duello fra i due leader si è fatto negli ultimi giorni incandescenti. Ma, senza volersi impancare, Panorama.it può suggerire una ricetta per rendere decisivo il match: affrontare i temi di cui vogliono sentir parlare tutti quegli elettori che con non sono schierati ideologicamente; quelli che scelgono sulla base di discorsi pratici; quelli che sono indecisi ma rappresentano la quota di voti che risulterà decisiva.Ed ecco i sommessi consigli ai duellanti.A BERLUSCONI 1) Parlare di questioni italiane e del futuro più che del passato. Tralasciare argomenti tipo i crimini mondiali del comunismo: spaventosi, incontrovertibili, ma che per la maggioranza sono tanto noti e tanto veri (anche la storia dei bambini cinesi bolliti è vera) da non suscitare più troppa emozione.2) Ridurre allo stretto indispensabile, e solo per parare i colpi dell'avversario, l'elencazione dei risultati di questi cinque anni di governo. E' legittimo rivendicare i propri meriti, ma l'insistenza fa scattare l'obiezione mentale: però non sono state tutte rose... In questi anni gli elettori hanno visto le riduzioni fiscali, hanno visto le grandi opere avviate, conoscono gli effetti positivi della legge sul fumo, o la patente a punti, o tanti altri positivi provvedimenti. Non c'è catastrofismo del centrosinistra che cancelli una consapevolezza: dopo l'11 settembre è successo di tutto, ma l'Italia nella stagnazione ha saputo tenere tenuto botta, i prezzi sono aumentati ma gli stipendi non sono diminuiti, insomma, nel linguaggio corrente, poteva andare peggio e il governo non ha propinato stangate. Sul periodo appena trascorso ognuno un'opinione se l'è già fatta.Tuttavia, è efficace ammettere che si poteva fare meglio, in particolare sui punti non pienamente rispettati del «contratto con gli italiani». Se Prodi sottolinea un errore del governo, non negarlo ma dare immediatamente una spiegazione convincente su come si potrà rimediare. 3) Non insistere sull'accanimento di grandi giornali e sullo strabismo di parte della magistratura contro il centrodestra e contro Berlusconi in particolare. Tutti lo vedono da soli. 4) Operazione trasparenza sui conti dell'azienda Italia: conviene visto che non sono così male. Esempio: i dati sulla trimestrale di cassa (primo termometro sull'andamento dei conti pubblici nel 2006) mostrano che il pil cresce un po' meno del previsto (1,3% invece dell'1,8) e di conseguenza si riduce un po' meno anche il deficit: 3,8% invece del 3,5. Mentre aumenta il debito pubblico. Su questo Prodi andrà all'attacco. La risposta pacata potrebbe essere: d'accordo, siamo stati un po' troppo ottimisti nello stimare la ripresa economica, però la ripresa c'è, il deficit comunque sta diminuendo e il fatto che lo ammettiamo dimostra che non c'è nulla da nascondere. Quanto alla spesa pubblica, siamo stati meno rigidi del dovuto. Ma dove taglierebbe il centrosinistra, se gran parte della spesa pubblica è per stipendi? Licenzierebbe forse?5) Insistere sulle tasse annunciate dal centrosinistra. L'Unione, e Prodi in particolare, hanno fatto una grande e colpevole confusione tra annunci e smentite. L'argomento domina questi ultimi giorni di campagna elettorale solo perché è al centro degli interessi degli elettori. Molti indecisi potrebbero votare con una mano sul portafoglio. Prodi ha i nervi a fior di pelle, ma è legittimo insistere e chiedergli conto di cosa intende fare se vittorioso: ripristinerebbe la tassa sulle successioni? A quale livello esatto scattererebbe l'eventuale esenzione? Tassando i rendimenti degli investimenti finanziari, quale fascia esatta di reddito sarebbe al sicuro dalla stangata (dal 12,50 al 20 per cento)? Se il centrosinistra intende rivalutare gli estimi sulle case, promettendo di ridurre le aliquote Ici, ricordare a Prodi che queste sono di competenza dei comuni, non del governo, quindi che è una promessa incauta.6) Vigilare sulle parole, evitare gaffe tipo la «categoria» delle donne (citando Aristotele). Non rinunciare però, se serve, a un po' di demagogia, anche di propaganda, e a qualche colpo basso: sono ammessi e legittimi in tutti i confronti elettorali di consolidate democrazie. La gente è disposta ad accettarli, specie se efficaci. 7) Rispettare i tempi delle risposte e non lamentarsene.8) Indicare una prospettiva per il futuro. Non dimenticando che se la sinistra è sospettata per via delle tasse, l'altra priorità degli italiani sta oggi oggi negli stipendi bassi di molti dipendenti (rispetto a paesi europei paragonabili: Francia, Germania, Gran Bretagna) e nella stabilità del lavoro. Il governo ha significativamente ridotto la disoccupazione, ma molte paghe restano basse e molti contratti sono precari. Palazzo Chigi non può certo decidere gli stipendi nelle imprese, sono gli industriali ad avere spesso poco titolo per soloneggiare (un dipendente che guadagna poco spende poco). Però il governo può esercitare una moral suasion. Il tema dei redditi può essere un buon argomento per l'appello finale.
A PRODI 1) Chiarire una volta per tutte che cosa intende fare con il suo piano fiscale. È un dovere, visto che l'ha tirato fuori lui. E chiarire significa non parlare più in termini generici di «furbetti» e «grandi fortune» da colpire, ma di cifre. Quale ammontare di risparmio-patrimonio (case, titoli) farebbe scattare il rincaro dal 12,50 al 20 per cento? Da che cifra si pagherebbe nuovamente la successione? 2) Non accusare gli avversari di «delinquenza politica» (come Prodi ha fatto contro Giulio Tremonti) se essi lo incalzano sul fisco. Evitare assolutamente di dar del matto (è successo a un radioascoltatore) a chi non la pensa come lui o mette in dubbio la sua capacità di leadership. 3) Chiarire in modo convincente come intende mettere d'accordo la sinistra riformista e la sinistra radicale che fanno parte del centrosinistra su questioni vitali quali le infrastrutture di cui l'Italia ha bisogno (tipo alta velocità) e la dipendenza energetica. L'escamotage del «dialogo con tutti» non convince: dopo il dialogo qualcuno deve decidere ed è impossibile non lasciare una parte scontenta.4) Il cuneo fiscale (cioè gli oneri esorbitanti che alzano il costo del lavoro) è stato per un po' un ottimo argomento elettorale. Ma si rivela un boomerang se Prodi non chiarisce: a) dove prenderà i soldi (servono 10 miliardi di euro); b) non si tratterà di un favore fatto alle grandi aziende a spese del ceto medio da tassare (fisco e/o rincaro dei contributi previdenziali dei lavoratori autonomi); c) riduzione del cuneo significherà pure riduzione degli oneri sulle buste paga.5) Lasciar perdere il color nero, slogan tipo sfascio, declino, paese da ricostruire, massacro sociale e simili. Così come gli italiani non credono al quadro a tinte tutte rosa dipinto da Berlusconi, sanno benissimo di non avere un piede nella fossa come pretenderebbe Prodi.6) Scandire bene le parole, non bofonchiare, non sospirare, non alzare gli occhi al cielo, non assumere toni da professore impaziente perché gli altri non capiscono la lezione.7) Se il leader dell'Unione è realmente convinto di essere in vantaggio nei sondaggi, amministri questo margine con saggezza. Non deve (proprio come Berlusconi) convincere i suoi tifosi, piuttosto non deve spaventare gli indecisi.8) Anche lui dia un segnale per il futuro. Che non può certo essere l'enfatica parola «felicità» della prima puntata.

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