"Ecco che significa essere di destra"
Voglio essere e non sembrare. Lo hanno scritto dappertutto. Così hanno voluto chiamare i quattro giorni dedicati al loro decennale. Eccoli i giovani di An in festa. La decima per la precisione, organizzata a Roma. Dieci anni "in azione" come dicono loro. Che, però, hanno dovuto subito incassare la prima polemica per quell'uno che assomiglia moltissimo ad un fascio littorio. Accusa respinta al mittente da Giorgia Meloni, romana della Garbatella, attuale vicepresidente della Camera: "Nessun intento revanchista è solo una scelta grafica". E, in effetti, a girare tra gli stand della festa di richiami, diretti, al ventennio praticamente non se ne trovano. In libreria, accanto ai più tradizionali Nietzsche e Junger, spuntano i testi dei pensatori della destra come Marcello Veneziani, Marco Tarchi e Giano Accame. Ed ancora libri sulle radici cristiane e sul fondamentalismo islamico. Poi, a sorpresa, "Tre metri sopra il cielo" il best seller che racconta le peripezione sentimentali degli adoloscenti romani scritti di Federico Moccia. Ed ancora magliette che giocano sulle suggestioni del Risiko con le armate nere che hanno come obiettivo la distruzione di quelle rosse. Ma chi sono i giovani di destra, oggi? Oggi che li vedi invitare e applaudire il comunista Fausto Bertinotti? Ora che le uniche e visibili concessioni al passato, almeno in questa festa, sono un paio di spille con la faccia del Duce sulla spalla di due giovanissimi con la testa rasata? "Essere di destra prescinde dall'appartenza ad un partito. Un giovane di destra è un mix di militanza, ribellione, solidarismo e amor patrio" spiega Alessandro Amorese componente dell'esecutivo nazionale. Già la patria. Che da queste parti ha la faccia di Fabrizio Quattrocchi, rapito e ucciso in Iraq. "Perché la patria non è solo l'Italia o l'Europa ma è dove si combatte per la mia idea" continua Amorese.
Sui video scorrono le immagini del video che accompagna la festa. Ci sono quelli che "sono" e quelli che "sembrano". Tra i primi papa Wojtyla, il giudice Borsellino, Gandhi, la Nazionale di calcio, Letizia Moratti, i militari italiani, gli ungheresi che si opposero all'invasione russa nel 1956. Quelli che "sembrano" sono uno schieramento che va dalle Coop all'attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, nel '56, non condannò i fatti di Ungheria. Senza dimenticare la deputata di Rc Vladimir Luxuria che "sembra " donna ma, dicono, non lo è. Essere non sembrare è lo slogan della festa. Che ha scelto come icona Atreju, il ragazzino che nella "Storia infinita" deve salvare il regno di Fantasia dall'avanzata del Nulla. E il Nulla, per i giovani di An, è tutto quello che non si richiama all'identità. Già, quella che fa dire a tutti quelli con cui parli: "Se sono tante cose non sono nulla. Senza radici sono nulla". (www.repubblica.it)
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