Quale futuro per l' UDC ???
Qual è la direzione politica verso cui si muove l’Udc? E il suo ruolo all’interno della Cdl? Sul futuro del partito di Pierferdinando Casini si sta aprendo un dibattito, condito dai malumori di Marco Follini e dalle prospettive sulla futura leadership del centrodestra. Il VELINO ha raccolto alcuni pareri che fotografano la situazione politica del partito centrista. Il sociologo Alessandro AMADORI, fondatore dell’Istituto Coesis Reaserch, è chiaro: “L’atteggiamento tattico e strategico dell’Udc è tutt’altro che una sorpresa. Il partito di Pier Ferdinando Casini agisce oggi in maniera esplicita secondo la stessa logica politica che circa due anni fa ha cominciato ad applicare in maniera più coperta. E direi che dal loro punto di vista la scelta di questa linea è sostanzialmente giusta. Perché tiene conto realisticamente delle limitate potenzialità elettorali del Biancofiore”. Insomma, è un partito che “fa quello che può e lo fa anche piuttosto efficacemente. Come dimostrano – spiega Amadori – inequivocabilmente i numeri elettorali, l’Udc è una di quelle forze politiche che non si schioda e mai si schioderà dal 7-8 per cento. Per questo lavora a un cambio di alleanze che rende, per così dire, più indispensabile il suo pacchetto di consensi circoscritti. L’obiettivo è quello della rinascita neodemocristiana e neocentrista. Da realizzare attraverso l’incontro innanzitutto con Margherita e Uduer”. Ma è una strategia vincente oltre che comprensibile? “Questo è un altro discorso – replica Amadori – perché presuppone l’adesione almeno dell’ala riformista dei Ds. Che però per il momento non si espongono. È chiaro comunque che quello posto riguardo alla leadership berlusconiana della Casa delle libertà è un falso problema creato deliberatamente. Serve a cercare di logorare il Cavaliere mentre in realtà si lavora per altre coalizioni senza di lui”. Amadori sottolinea comunque l’accelerazione che questo progetto politico di Casini e soci sta avendo negli ultimi tempi: “Non è pensabile – osserva – che le affermazioni con cui ieri Rocco Buttiglione ha aperto la festa del partito di Fiuggi gli siano inavvertitamente sfuggite. Paragonare Berlusconi a un filosofo nazista è un modo del tutto consapevole per destabilizzare il centrodestra. D’altro canto solo un ingenuo può credere che Marco Follini stia veramente accarezzando la prospettiva del lupo solitario. In realtà lavora da quinta colonna per lo stesso progetto di Casini”. Secondo il sociologo, comunque, questo ritorno alla politica è un passo indietro. “Non voglio certo fare l’apologia del messianesimo berlusconiano – chiosa –, ma è indubbio che la classe dirigente dell’Udc sta manovrando nella più completa indifferenza per le idee e le opinioni del proprio elettorato. In questo senso l’avvento del Cavaliere sulla scena politica aveva sviluppato un rapporto diretto fra base elettorale e leadership che impostazioni come quella che si sta affermando nell'Udc sta rinnegando”. Sulla questione è intervenuto anche il politologo Gianfranco PASQUINO: “Trovandosi all’opposizione, è giusto che l’Udc tenti di influenzare le politiche di Berlusconi e di indirizzare, in qualche modo, la corsa alla successione. Mi pare che per quanto riguarda il dibattito parlamentare sulla missione in Libano, questa impostazione abbia dato anche qualche frutto. A mio avviso – spiega Pasquino – Casini e Follini si muovono lentamente, conducendo una guerra di posizione, consapevoli di avere, accanto a una serie di svantaggi derivanti dalla minore forza elettorale, due vantaggi. Il primo è l’età più giovane, che permette loro di avere pazienza e di attendere il proprio momento senza particolari ansie. Il secondo è la posizione politica centrale, che consente di svariare, o convergendo sulle posizioni dei numerosi amici presenti nelle fila di Udeur e Dl, o tentando di attirare sulle proprie posizioni questi ultimi. È una strategia ben congegnata, anche se, in fin dei conti, priva di contenuti. Per la verità – ammette Pasquino – grandi contenuti, nella prassi politica dell’Udc, non ne ho visti nemmeno quando era al governo. Non mi pare di ricordare grandi battaglie e, anche quando vi era una battaglia sui contenuti, come è avvenuto in occasione della riforma della seconda parte della Costituzione, alla fine Casini ha ceduto a Lega e Forza Italia”. Per Raimondo CUBEDDU, ordinario di filosofia politica all’Università di Pisa, Casini “naviga a vista e con questi atteggiamenti disorienti decisamente il proprio elettorato. L’elettore medio della Cdl – spiega – considera Casini e Follini sostanzialmente come due rompiscatole e se continuano così, il primo non avrà mai l’investitura a leader della Cdl che desidera tanto. Se mira invece a farsi inglobare nell’area dell’attuale maggioranza, si tratterebbe di una strategia perdente, forse suggerita da una cordata di imprenditori evidentemente poco lungimiranti anche perché, in una prospettiva di governo istituzionale, gli interlocutori nel centrodestra rimarrebbero indiscutibilmente Berlusconi e Fini. Insomma – conclude Cubeddu –, la linea di Casini e Follini mi sembra poco più che una reazione stizzosa di contrapposizione a Berlusconi, che non porta a nulla”. fonte: Il Velino
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