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8.10.06

«Finanziaria, pronti a tante manifestazioni»

«Non ci tireremo indietro di fronte alle esigenze di un atto collettivo di opposizione a questa Finanziaria e non penso ad una unica manifestazione a Roma o a Milano, ma a tante manifestazioni in ogni capoluogo di provincia e in ogni piazza». Lo ha detto il leader della Cdl Silvio Berlusconi, intervenendo alle Giornate dell’amicizia, organizzate dalla Democrazia cristiana per le autonomie. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi (Ansa)L’ex premier ha ribadito che «per prima cosa» l’opposizione cercherà «in Parlamento un dialogo con le forze della maggioranza che non sono contente di questa Finanziaria e cercheremo di emendarla». «Intanto - ha aggiunto Berlusconi - faremo un tax-day e sosterremo le proteste dei vari rappresentanti di ogni settore, ma non ci tireremo indietro di fronte a una protesta in piazza».



FIDUCIA - Io non penso possano arrivare a porre la fiducia, certo sarebbe un fatto grave su una legge finanziaria» ha aggiunto Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha quindi ribadito che se venisse posta la fiducia «non potremmo fare altro che dare ragione ai tanti che ci chiedono una manifestazione collettiva».
Il leader di Forza Italia si è poi soffermato sugli ultimi sondaggi elettorali: «Siamo avanti di sei punti tondi tondi» ha commentato Berlusconi.
MAGISTRATURA - Berlusconi ha poi ammessi di aver compiuto «dieci errori capitali» nel corso del suo governo ed il primo è stato quello di non aver portato a compimento «la separazione delle carriere in magistratura». «Ho una idea fissa - ha precisato il leader di Forza Italia - sulla giustizia; è necessario che i cittadini abbiamo la certezza di essere giudicati in caso di eventuali reati, da un giudice terzo ed imparziale». Berlusconi ha quindi ribadito che «oggi il pubblico accusatore ed il giudice appartengono alla stessa categoria, hanno la stessa carriera, ma soprattutto i pubblici ministeri hanno una forza importantissima nelle istituzioni che decidono della carriera dei giudici stessi». Secondo Berlusconi tutto questo «costringe i giudici, se vogliono dire di no ad un teorema accusatorio dei Pm, ad un atto di coraggio e qualche volta ad un atto temerario e a volte, me l'ha detto un magistrato - ha sottolineato - a compiere un atto addirittura di eroismo». Berlusconi ha quindi sostenuto: «la nostra battaglia politica dovrà quindi essere per la separazione delle carriere e degli uffici stessi di lavoro dei giudici e dei Pm». Secondo l'ex presidente del Consiglio «il Pm dovrebbe essere chiamato l'avvocato dell'accusa e arrivare a dare del lei al giudice, deve arrivare a chiedere l'appuntamento per poter parlare con un giudice e a bussare alla sua porta per entrare con il cappello in mano esattamente come fanno gli avvocati della difesa». «Solo allora - ha concluso l'ex premier - ci sarà vera libertà».
ALLEATI - Berlusconi si è poi soffermato sui rapporti all'interno della coalizione di centrodestra. «Alcuni partiti della Cdl hanno ritenuto doveroso smarcarsi. Mi auguro che questi tentativi di smarcamento rientrino, perché non vedo proprio dove possano portare». Il leader di Forza Italia sembrava alludere (senza mai nominarli) all’Udc e al suo leader Pier Ferdinando Casini, che ha più volte fatto dei «distinguo» rispetto alla sua leadership. Il numero uno di Forza Italia ha, invece, ritenuto doveroso fare appello all’unità della coalizione, affermando che «oggi non è il momento di dividersi e di inseguire interessi di partito e di parte. Ci vuole invece il massimo della concordia tra le forze di opposizione».


FONTE WWW.CORRIERE.IT

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