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20.3.08

Fini: con un'altra legge elettorale mi sarei candidato premier

«La vicenda Alitalia dimostra che il governo si è mosso all'insegna di un dilettantismo molto preoccupante. Prima ci hanno detto che era l'unica possibilità di salvare Alitalia, poi ci hanno detto che la valutazione era solo di 10 centesimi al minuto, poi che l'hub sarà solo Fiumicino, poi che gli esuberi saranno migliaia. Servono invece forme di rilancio e garanzia sociale». Lo ha detto il leader di An, Gianfranco Fini, nel corso della videochat con i lettori di Corriere.it - tutto'ora in corso - moderata da Marco Pratellesi. «Siamo sicuri che Alitalia si salvi con la proposta Air France? Io sono stato tra quelli che ha parlato di luci e ombre, ma le seconde sono forti e le prime deboli. Da Spinetta abbiamo avuto solo la garanzia che il marchio non scompare e che ci saranno dei diritti di veto nel cda. Ma le ombre sono forti e se anche il neo presidente di Confindustria o i sindacati mettano le mani avanti vuol dire che non siamo semplicemente qui a fare chiasso».

E gli imprenditori italiani? «Vedremo se avranno davvero voglia di assumersi questa capacità. Al momento l'imprenditoria nazionale pare disinteressarsi completamente alla cosa. Una in realtà c'è stata, quella di Air One, che il governo ha scartato. Anche a me sembrava ragionevole inizialmente la proposta di Air France che parlava di investimenti. Ma oggi i sindacati dicono di stare attenti perché temono che si tratti più di una svendita che di un rilancio».

«In Italia - ha detto ancora Fini, rispondendo alla domanda di un lettore - non si può applicare il modello Sarkozy-Attalì che individua i migliori al di là delle appartenenze politiche. E questo perché in Francia il presidente è eletto direttamente dal popolo e da noi no. Qui si risponde al Parlamento e quindi alla coalizione che ti ha presentato. La mia preferenza per il sistema francese però è nota». E proprio il sistema elettorale ha fatto sì che Fini abbia accettato di fare il numero due di Berlusconi, senza velleità di una corsa solitaria: «Se avessimo sistema in cui ci si candida con elezione diretta avrei preso in considerazione una mia candidatura. Ma in Italia non è così: si vota per una coalizione e ci si deve presentare in Parlamento per ottenere un voto di fiducia». E per le elezioni che verranno? «Cerchiamo intanto di vincere queste elezioni, poi per le prossime vedremo».

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