Scajola svuota La Destra e l' UDC
Cartoline dalla Liguria, La Destra s’è rimessa col Pdl. O almeno, una sua buona fetta. Storace s’è adirato, Buontempo s’è infuriato, la Santanchè s’è infastidita. Chi c’è dietro? Ovviamente, lui: Claudio Scajola. Le sette di sera di sabato, Genova, uscita dei magazzini del Cotone, dove Scajola ha appena presentato le candidature del Pdl in Liguria. Ringrazia Alfredo Biondi, che è rimasto fuori ma non se l’è legata al dito, saluta Fiamma Nirenstein, entra in macchina con sorriso inequivocabile. «Che scherzo gli ho fatto, eh?, l’Udc s’è squagliata, sono venuti più o meno tutti nel Pdl; e lunedì abbiamo chiuso questo accordo con La Destra d’Imperia, ho visto il loro capo, Massimiliano Iacobucci, sono dei bravi ragazzi, se n’erano andati con Storace quando sembrava che Fini volesse rompere con Berlusconi; ma non vogliono che i loro voti possano farci perdere. Così sono tornati». Teodoro er Pecora Buontempo ulula a Iacobucci cose carine tipo «venduto» o «bugiardo»: «Non siamo noi ad essere andati da soli, è Berlusconi che ci ha chiesto lo scioglimento del partito per confluire in un cartello elettorale». In una delle più importanti regioni in bilico al Senato, quel due per cento potenziale che vale La Destra potrebbe risultare determinante. Ma è davvero tale? Difficile dirlo, nel 2006 c’era An che prese l’undici per cento al Senato, ma in zone come Bordighera e Sanremo toccava il 30, che sommato a Forza Italia raggiungeva cifre vicine all’80 per cento nel regno elettorale di re Claudio. Il quale ritiene che anche gran parte del voto cattolico dell’Udc (nel 2006, in Liguria, il 6 per cento) finirà dentro il Pdl: «L’Udc non c’è più; sono con noi i tre consiglieri comunali di Savona, tutti quelli di Imperia, tutti i consiglieri della provincia di Imperia, tutta Ventimiglia e Sanremo. Il segretario regionale dell’Udc si è dimesso, un po’ per stima nei miei confronti, un po’ per obiettiva vicinanza ideale con noi...». Lo scandalo degli aborti a Genova potrebbe fare il resto, orientando il voto cattolico lontano dal centrosinistra; Scajola promette: «Noi non cavalcheremo questa tragedia, ma è chiaro che io sono cattolico, ho ottimi rapporti con la Curia, li avevo con Tarcisio Bertone e li ho, sovente di frequentazione personale, con Angelo Bagnasco». Nel palazzo rosa dell’Arcivescovado, ovviamente silente, sussurrano di certo scollamento dalla sinistra di governo ligure; e se due più due fa quattro... Se fosse vera la previsione di Scajola (il voto Udc quasi per intero nel Pdl), di fatto in Liguria il partito di Silvio sarebbe vicino alle quote della Cdl nel 2006, il 46 per cento. Mentre il Pd, senza Rifondazione e sinistra radicale, si aggirerebbe intorno al 45. Naturalmente, senza contare il clima mutato: insomma, finisce che i fuorusciti della destra ligure fanno l’ago della bilancia. «Possiamo avere tra i 15 e i 18 onorevoli, di cui 5, forse 6 senatori», stima Scajola. Sarebbe bingo. Seconda cartolina, Bordighera, domenica ventosa ma cielo azzurro riflesso nel mare brilluccicante. Iacobucci, il capo locale della Destra, è un postfascista alla Gasparri, suo testimone di nozze, «destra moderna», dice, finito ironia della sorte con Storace, che adesso lascia con parole non diplomatiche. «Secondo me la Santanchè sotto sotto s’è pentita, un giorno dopo il voto gli dà un calcione e lo molla», commenta amaro davanti a un caffè. «Ancora l’altra settimana c’è stato un emissario del Pdl che, a casa della Santanchè a Milano, ha proposto una ricomposizione, magari una desistenza mascherata, insomma, qualcosa per non farci del male a vantaggio della sinistra; la Santanchè era tentata, avrebbe potuto fare il ministro, ma Storace niente, non ha voluto». I due si sono scritti lettere roventi. L’ex Epurator: «Vi distruggo». Vedremo anche a sinistra un qualche aiuto tecnico tra Pd e radical? Terza cartolina, a mezzogiorno Marta Vincenzi, nella cucina di casa alle prese con il ragù domenicale, aveva risposto: «Io non lo so. Me lo augurerei; dobbiamo essere attenti a quello che fa la destra, magari studiare qualcosa. In giro c’è disincanto, e Grillo che può pesare soprattutto contro di noi. Walter ha fatto bene a puntare sulle donne, la Pinotti, la mia amica Melandri, se riusciamo a conquistare il voto femminile ce la facciamo. Ma dobbiamo ricordarci sempre che anche la nostra Liguria rossa non è più così fidelizzata come nel novecento». Giovedì Veltroni sarà a Sanremo. Nel weekend è stata qui la Melandri. L’ultima cartolina ligure la ritrae, e si torna a sabato, a un insolito evento di sinistra genovese: la presentazione del libro-carteggio di Bettini con Ingrao a Genova, Auditorium del museo Galata. In altri tempi la sinistra la vedevi più facilmente all’Italsider di Sestri, l’altra sera Goffredo era a braccetto con Cesare Romiti. «Così due anni fa ho immaginato il nuovo partito», gli ha illustrato. «In fondo - gli ha risposto l’antico nemico - uomini come te, Fassino, Giuliano Ferrara, sapevano parlare col nostro mondo anche ai tempi del Pci». Figurarsi adesso, bisogna vedere se basterà, dinanzi a un Pdl che sembra la Cdl, e a una sinistra che s’aggrappa alla benedizione di Renzo Piano, «mi piace lavorare con te, Goffredo»...
FONTE WWW.LASTAMPA.IT
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