Bertinotti: «Ridimensionare Mediaset»
Mediaset deve essere «dimagrita», sia nella pubblicità che nel numero delle reti. Lo ha detto Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione comunista, ospite della trasmissione di Lucia Annunziata «In mezz'ora», aggiungendo di essere contrario alla privatizzazione della Rai. «Sono stato assolutamente contrario finora, e lo sarò anche domani» ha spiegato il presidente «designato» della Camera. Rispondendo alla domanda se Mediaset deve restare così com'è ha detto: «Credo che debbano essere combattute le condizioni di monopolio, di duopolio, di oligopolio, anche con una nuova legge». «Per quale ragione questo deve trascinare la privatizzazione della Rai?» si è chiesto Bertinotti, aggiungendo: «Anzi, penso che il carattere pubblico della Rai, di una Rai che lavora in direzione della cittadinanza, in direzione del popolo, sia uno strumento fondamentale anche di una nuova politica economica, non solo di una politica sociale». L'Annunziata: questo significa che Mediaset dovrebbe «essere dimagrita»? «Direi di sì» ha risposto Bertinotti, specificando che ciò dovrebbe valere sia per la pubblicità che per le reti.
DUE MINISTERI - Passando a parlare del ruolo di Rifondazione Comunista nel governo dell'Unione, Bertinotti ha detto che come chiesto da Prodi anche Rifondazione proporrà una rosa di nomi per i futuri ministri. «Sarebbero stati disposti a darci il ministero degli Esteri o quello del Tesoro?» si è domandato Bertinotti. L'aspettativa è quella per un paio di dicasteri nell'esecutivo e di alcuni posti da sottosegretario. Capo della delegazione del Prc al governo dovrebbe essere il responsabile economia del partito, Paolo Ferrero, che potrebbe puntare a un ministero nel settore del welfare, mentre l'altra candidata dovrebbe essere Patrizia Sentinelli, deputata neoeletta. Qualora dovessero entrare a far parte del governo per i parlamentari del Prc scatterebbe però la norma dell'incompatibilità con l'incarico di deputato o di senatore. Sembra invece allontanarsi l'ipotesi della Giustizia, per la quale era stato indicato l'avvocato Giuliano Pisapia, considerato troppo garantista da una significativa parte della magistratura.
MONTECITORIO - Altro tema toccato durante la trasmissione, il ruolo di presidente della Camera, ruolo che potrebbe toccare al leader Prc. Al presidente di Montecitorio non spetta «una politica interventista. Penso che il compito del governo debba essere autonomo e separato da chi rappresenta le istituzioni - ha detto Bertinotti -. Il mio compito non sarebbe quello di rafforzare la maggioranza, ma di garantire un funzionamento libero e democratico delle istituzioni. Da presidente della Camera quello che si può fare è rafforzare il tessuto di rapporto democratico tra il paese e le istituzioni».
FARNESINA E DS - E sul ruolo istituzionale che occuperà nel governo di centrosinistra, Bertinotti è andato anche oltre il futuro a Montecitorio. «Sugli Esteri farei a cambio - ha ammesso -. Il ministro degli Esteri lo considero un ruolo strategico, perché la collocazione geopolitica di un paese è fondamentale. Anche l'Italia economica e sociale dipenderà molto da questa collocazione. La politica internazionale è un punto strategico». E sulla penalizzazione subita dai Ds con la rinuncia alla presidenza della Camera osserva: «I Ds hanno un ritorno politico determinato dalla coerenza dell'investimento nelle loro scelte». Bertinotti fa riferimento alla direzione di marcia verso l'Ulivo, verso il Partito democratico e ricorda che nelle primarie dell'Unione «Prodi è stato scelto come candidato pervalentemente dai Ds. Io non sono Prodi, ma faccio una previsione: i Ds avranno degli incarichi di governo tra i più importanti» ha concluso.
ISRAELE E HAMAS - E nel ruolo «improvvisato» di ministro degli Esteri, Bertinotti ha parlato della questione israelo-palestinese. «Ho una posizione molto critica verso Hamas, ho lamentato il suo successo alle ultime elezioni palestinesi, è una linea che non condivido affatto perché il riconoscimento dello Stato di Israele insieme al riconoscimento dello stato palestinese è la condizione per la pace, ma penso anche che la trattiva educa, perciò la critica ad Hamas non deve impedire il confronto. Bisogna fare di tutto per attivare il negoziato» ha detto.
BOLOGNA - Bertinotti ha dedicato un commento anche alla vicenda di Bologna, dove Verdi e Rifondazione hanno attaccato il pm Paolo Giovagnoli, «colpevole» di aver svolto indagini su un gruppo di no-global che si erano autoridotti il prezzo della mensa. «La magistratura è intervenuta ingigantendo il conflitto sociale e incorrendo in un errore - ha detto il leader Prc -, ma mi guardo bene dal mettere in pregiudicato la sua autonomia».(www.corriere.it)
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