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12.7.06

Fitto: «La Camera autorizzi il mio arresto»

L'ex presidente della Puglia sotto inchiesta per corruzione
Fitto: «La Camera autorizzi il mio arresto»
Lettera a Giovanardi, presidente della Giunta, per rinunciare alla immunità: «Spiegherò in aula la mia scelta. Agito sempre in onestà»


Raffele Fitto (Imagoeconomica)

ROMA
- «Chiedo che la Giunta conceda l'autorizzazione all'esecuzione della misura cautelare personale nei miei confronti. Spiegherò in aula, mi auguro in tempi brevissimi, le ragioni che mi hanno spinto a tale scelta». Lo scrive l'ex presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, attualmente deputato di Forza Italia, in una lettera consegnata personalmente a Carlo Giovanardi, prima dell'inizio della riunione della Giunta per le autorizzazioni a procedere, presieduta dall'esponente dell'Udc.

L'INCHIESTA - Fitto si riferisce alla richiesta d'arresto da parte della Procura di Bari in merito alla vicenda delle 11 Residenze Sanitarie Assistite assegnate al gruppo Tosinvest-San Raffaele di Roma, procedimento nel quale Fitto è accusato di falso, di concorso in corruzione e finanziamento illecito ai partiti. «Caro Presidente - dice Fitto - nelle sedute della Giunta per le autorizzazioni del 28 giugno e 5 luglio ho avuto modo di illustrare dettagliatamente, anche rispondendo a numerosissime domande dei Colleghi Componenti, l'infondatezza delle accuse che mi vengono mosse in riferimento alla richiesta di misura cautelare inviata in data 20/06/2006 alla Camera dei Deputati dalla Procura della Repubblica di Bari».

IN AULA - «In via preliminare - precisa - vorrei chiarire che sono un profondo sostenitore della necessità che le prerogative costituzionali inerenti lo status del parlamentare, delle quali peraltro mi sono avvalso fino ad ora, vadano difese e se possibile rafforzate. In secondo luogo - prosegue - vorrei rivolgere a Lei ed ai Colleghi Componenti della Giunta, un sentito ringraziamento per la correttezza e disponibilità dimostrate fino a questo momento». «Ho riflettuto molto da 20 giugno ad oggi, ho avut o modo di leggere decine di volte l'ordinanza con la documentazione allegata notificatami e sono convinto che nulla autorizzi a dubitare della mia onestà e correttezza. Dopo una analisi lunga, sofferta e travagliata - conclude - ho, dunque assunto una decisione non revocabile». (Corriere della Sera)

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