: Politica Libera :

Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006

18.3.06

Prodi: "Rifarò maggioritario e concertazione "


"Sono soddisfatto, non sono venuto a fare un comizio". Romano Prodi, commenta così l'accoglienza ricevuta dagli industriali che l'hanno invitato al convegno di Confindustria per un assise sulla concorrenza. Undici domande a cui il leader dell'Unione ha risposto senza troppi giri di parole. Tra qualche applauso e la "benedizione" di Luca Cordero di Montezemolo che, alla fine, commentava: "Sono soddisfatto e apprezzo la schiettezza di Prodi sull'Irap". Le prime due domande si sono concentrate ovviamente sulle proposte fiscali dell'Unione: sull'Irap e sulla riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Prodi ha confermato che nel primo anno i calcoli fatti dai suoi economisti garantiscono che il taglio del cuneo fiscale di cinque punti è possibile. "Per un ulteriore taglio si vedrà - ha detto - dipende anche dallo stato dei conti pubblici". E su questo ha chiesto agli stessi industriali aiuto perché nel passaggio di consegne da Berlusconi a lui si faccia chiarezza sullo stato di salute della finanza pubblica. Parole chiare sull'Irap: "Non è possibile fare promesse che non si possono mantenere - ha detto il Professore - è impossibile abolirla visto l'ingente gettito che garantisce. Ma si può cominciare con la riduzione del costo del lavoro dalla base imponibile e cioè quanto ha fatto il governo con il taglio di un punto percentuale". Poi è stata la volta della legge Biagi. E anche stavolta Prodi non si è nascosto dietro le parole. "Le aziende non devono più trovare conveniente assumere un precario - ha detto rivolto alla platea - il lavoro precario deve costare di più di quanto non costi attualmente andandosi ad allineare con il costo di un lavoratore stabile". In pratica, è il ragionamento del Professore, "tutte le forme contrattuali inserite con la legge Biagi hanno superato quell'idea di flessibilità che sostiene il centrosinistra". Prodi ha accusato poi il governo di aver umiliato in questi anni le authority e di non aver fatto nulla sul fronte delle liberalizzazioni. Poi l'attacco sulla spesa pubblica, che con "questo governo è andata fuori controllo: io mi impegno a farla ritornare sotto controllo, con una specie di Maastricht interna, un patto di stabilità locale e centrale".
E all'ultima domanda sulla logistica, Prodi ha risposto soprattutto con i progetti di autostrade del mare e con la costruzione delle linee ferroviarie. E ancora una volta, come sul fronte delle liberalizzazioni anche sul reperimento delle risorse per la realizzazione delle infrastrutture Prodi si è rivolto agli imprenditori. Chiamandolo direttamente in causa.
"Il mio discorso - ha spiegato Prodi al termine - era l'espressione di contenuti e la cosa importante è che siano entrati i contenuti. Se si fa un comizio si sceglie un ambiente diverso e non un'assemblea di imprenditori che devono decidere sul futuro delle loro imprese e che devono quindi sapere cosa fa eventualmente un governo prima delle elezioni. Io ho questo programma ho queste direttive, in alcuni punti ci incontriamo e in altri no, però il tavolo della discussione è aperto". Domani sarebbe stata la volta di Silvio Berlusconi ma una lombosciatalgia lo ha costretto a letto: lo sostituirà il ministro all'Economia Giulio Tremonti.

tratto da www.repubblica.it


0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page