Berlusconi: «Non può salire al Colle chi ha nel cuore il simbolo della falce e martello»
Il leader della Cdl, Silvio Berlusconi (Newpress) |
«SIMBOLO DI MORTE» - Il leader di Forza Italia non ha mai citato il nome di Massimo D'Alema ma ha spiegato chiaramente che chi ha detto «di avere inciso nel cuore» il simbolo della falce e del martello, «un simbolo di morte», non può «pretendere di occupare una poltrona che deve essere di garanzia». «Occorre ricordare - dice Berlusconi - che il presidente della Repubblica è garante della Costituzione, è la bandiera dell'unita di Italia, deve unire i cittadini e garantire l'imparzialità».
OSTRUZIONISMO E BROGLI - «Apprestiamoci a resistere alla sinistra, non arretreremo neanche di un passo - ha poi esortato Berlusconi -. In Parlamento abbiamo i numeri per non far passare leggi che ritenessimo contrarie all'interesse del paese». Un'opposizione dura, quella prospettata dal Cavaliere, a cui brucia ancora l'esito elettorale che per il capo della Cdl resta adombrato dall'ipotesi di brogli e irregolarità: «Siamo stati scippati di una vittoria sonante - ha detto - Abbiamo vinto ma non abbiamo trovato un giudice a Berlino, come si suol dire, che facesse giustizia e che controllasse il milione e 100mila schede».
I «10 ERRORI CAPITALI» - Regolarità del voto a parte, Berlusconi ha parlato anche del modo in cui è stata condotta la campagna elettorale rivendicando la correttezza della linea tenuta da Forza Italia ma ammettendo che nella Cdl non tutto è andato per il verso giusto: «Sono stati commessi dieci errori capitali, non nostri - ha sottolineato -. Bastava non farne uno che avremmo avuto il premio di maggioranza». (www.corriere.it)
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