D'Alema: Lascia o non lascia?
Dopo il guardasigilli Mastella, ora anche il ministro degli Esteri D'Alema minaccia di dimettersi se la sua politica non piace. Ma sono solo parole
Sembra che il tempo non porti consiglio. Se da un lato il Governo è ormai in carica da abbastanza tempo per deliberare su temi importanti, dall'altro la maggioranza non trova ancora l'equilibrio interno.
Sembra che il tempo non porti consiglio. Se da un lato il Governo è ormai in carica da abbastanza tempo per deliberare su temi importanti, dall'altro la maggioranza non trova ancora l'equilibrio interno.
Anzi, sembra che più passi il tempo più le divergenze, messe a tacere in campagna elettorale, riprendano vigore.
Non è quindi un caso che due importanti ministri, a distanza di pochi giorni, minaccino di rimettere il mandato. Uno è Mastella, il Guardiasigilli, e l'altro è D'Alema, ministro degli Esteri.
Comunque la si metta non è un buon segnale per il governo, e soprattutto per Prodi, che mantiene un preoccupante silenzio su questi temi e sembra che non riesca neppure a gestire la situazione da dietro le quinte.
Nel frattempo la vittoria dell'Italia ha messo in disparte, nelle cronache, le vicende politiche.
Se non erro sulla questione dell'Afghanistan si doveva votare in parlamento diverse settimane fa, invece la maggioranza fa melina a più non posso per rimandare l'inevitabile, dopo essere riuscita a scorporare con decreto la missione in Iraq (ed evitando così di dover approfittare dei voti dell'opposizione per poter far passare il provvedimento).
In conclusione mi auguro che la coerenza dei ministri citati voglia esprimersi finalmente in un'azione politica che in Italia difficilmente viene realizzata: se veramente non ci sono le condizioni per svolgere il proprio ruolo con il supporto della maggioranza, il ministro non minaccia di dimettersi, ma lo fa veramente, e in modo irrevocabile.
Non è quindi un caso che due importanti ministri, a distanza di pochi giorni, minaccino di rimettere il mandato. Uno è Mastella, il Guardiasigilli, e l'altro è D'Alema, ministro degli Esteri.
Comunque la si metta non è un buon segnale per il governo, e soprattutto per Prodi, che mantiene un preoccupante silenzio su questi temi e sembra che non riesca neppure a gestire la situazione da dietro le quinte.
Nel frattempo la vittoria dell'Italia ha messo in disparte, nelle cronache, le vicende politiche.
Se non erro sulla questione dell'Afghanistan si doveva votare in parlamento diverse settimane fa, invece la maggioranza fa melina a più non posso per rimandare l'inevitabile, dopo essere riuscita a scorporare con decreto la missione in Iraq (ed evitando così di dover approfittare dei voti dell'opposizione per poter far passare il provvedimento).
In conclusione mi auguro che la coerenza dei ministri citati voglia esprimersi finalmente in un'azione politica che in Italia difficilmente viene realizzata: se veramente non ci sono le condizioni per svolgere il proprio ruolo con il supporto della maggioranza, il ministro non minaccia di dimettersi, ma lo fa veramente, e in modo irrevocabile.
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