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24.10.06

Legge elettorale/ Pronti i quesiti dei referendum bipartisan per consolidare il maggioritario.


"E' un referendum che va nella direzione giusta: consolidamento del maggioritario e del bipolarismo". Marco Filippeschi, responsabile dipartimento Istituzioni dei Ds, è tra coloro che hanno aderito al comitato referendario 'bipartisan' che vuole riformare la legge elettorale lasciata in eredità dalla CdL alla fine della scorsa legislatura. Per farlo martedì il comitato presenterà in Cassazione due quesiti abrogativi: il primo prevede che il premio di maggioranza venga assegnato non più alla coalizione ma alla lista che ha ottenuto più voti; il secondo che un candidato non possa presentarsi in più di una circoscrizione. Si tratta di "una iniziativa dal basso" spiega il responsabile diessino per le riforme che può "aiutare a superare tentazioni patologiche di riproporzionalismo". Naturalmente la Quercia continua a ritenere che il sistema elettorale preferibile è quello maggioritario con "collegi uninominali e doppio turno" in sostanza "il modello francese - ricorda Filippeschi - con modifiche positive per renderlo accettabile alle condizioni italiane".

"Il referendum sulla legge elettorale è una pistola puntata: se dovessero essere raccolte le firme, diventerebbe urgente una riforma per via parlamentare". Lo ha detto il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Luciano Violante, conversando con i cronisti a Montecitorio a proposito del comitato referendario messo in piedi dal costituzionalista Giovanni Guzzetta, al quale aderisce un fronte trasversale che va dai Ds a Forza Italia.

"Da questo momento - ha osservato Violante - abbiamo una pistola puntata: siamo costretti a cambiare la legge in Parlamento. Una volta che il referendum abrogativo dovesse passare, infatti, diventerebbe difficile mettere mano a una riforma. Se invece la cambiamo prima della consultazione popolare, la Consulta potrebbe dichiarare inammissibile il referendum".

"Ha ragione Luciano Violante quando afferma che i quesiti referendari rappresentano una pistola puntata contro il Parlamento, uno sprone a legiferare e in fretta per migliorare la legge elettorale, va anche aggiunto che essi sono anche una pistola puntata contro il Governo Prodi che si regge su una sinistra massimalista che mai potrà accettare di veder vanificato il potere di veto di cui dispone". E' quanto rileva Adolfo Urso, dell'Esecutivo di An, che manifesta il proprio consenso ai nuovi quesiti referendari. "I referendum - ha aggiunto Urso - impongono delle scadenze che farebbero saltare l'attuale coalizione, nel merito essi rappresentano un forte impulso per dare vita al Partito democratico e al Partito delle libertà, rafforzando il bipolarismo e consentendo la nascita di maggioranze e governi omogenei. Per questo in molti, soprattutto tra i riformisti oggi succubi dei massimalisti, comprendono che il processo referendario è la strada migliore che conduce al dopo-Prodi".

FONTE WWW.AFFARITALIANI.IT

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