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21.10.06

Prodi bugiardo pericoloso, vada a casa»


Berlusconi a Vicenza sotto il temporale: «Piove, governo ladro». «Anche il capo dello Stato è uno di loro». Fini: «Restiamo uniti»

La battuta è scontata, ma qui si può anzi si deve dire. «Piove governo ladro» sbotta Silvio Berlusconi sul palco di una bagnatissima piazza dei Signori a Vicenza, dove sullo sfondo campeggia il disegno di Prodi con il naso lunghissimo da Pinocchio. Tutto intorno è pieno di cartelli che ironizzano sulle bugie che avrebbe detto il Professore. Tra gli altri si legge: «Prodi fa più tagli di un parrucchiere». E ancora: «Coraggio, Prodi è di passaggio» oppure «W il baccalà, abbasso il mortadella» in omaggio alla cucina locale. Il popolo della Cdl, richiamato dal Cavaliere, scende in piazza nel profondo nord per protestare contro la manovra del governo che «soffoca il ceto medio». Sotto la pioggia battente «la base» del centrodestra (si contano migliaia di persone) si riscalda anche così, in attesa dei comizi dei leader che prendono la parola alle 11.

ATTACCO A PRODI - Berlusconi, scortato da Fini e Bossi, non concede nulla all'inquilino di Palazzo Chigi. L'intervento è breve, interrotto da scambi di battute con la folla ma il concetto di fondo è chiaro. «Prodi è un gran bugiardo ed è pericoloso e dobbiamo mandarlo a casa». L'ex premier non stacca il piede dell'acceleratore sulla polemica dei brogli elettorali definendo «taroccate» le elezioni di aprile. «Hanno occupato tutto - ribadisce attaccando la sinistra - anche il presidente della Repubblica è uno di loro». Fini usa gli stessi accenti, e dopo la battuta poi corretta sulla «leadership del centrodestra non scontata» tende la mano a Berlusconi. «Caro Silvio il tuo obiettivo, quello di mandare all'opposizione questo governo, è a portata di mano». Il presidente di An chiama gli alleati a serrare le fila: «Se siamo uniti, il conto alla rovescia del governo Prodi è già iniziato». Bossi invece invoca «Veneto libero» e durante il corteo qualche fischio - proveniente dai leghisti - accompagna le note dell'inno di Mameli. Il vicepresidente della Regione Veneto, Zaia prova a giustificare: «Dopo l'Inno d'Italia qualcuno si aspettava il Va' Pensiero. Se questa è una festa deve essere una festa per tutti».

L'ASSENZA DELL'UDC - L'unico rappresentante centrista che non è mancato all'appello non fa polemica. «L'Udc non solo aderisce, ma ha contribuito attivamente alla costruzione di questa manifestazione» spiega Carlo Giovanardi. A distanza arriva la replica di Marco Follini, a Napoli per l'assemblea nazionale di «Italia di Mezzo», la nuova creatura ultracentrista nata da una costola di Casini. «Alle manifestazioni o si va o non si va - spiega Follini pensando proprio al vecchio amico - L'idea di lasciare i capi a casa e mandare gli scudieri in piazza mi sembra, come dire, acrobatica». Berlusconi si tiene a debita distanza e al termine del corteo commenta: «Casini ha sbagliato a non venire? No, questa è la casa delle libertà e ognuno puo fare come vuole».

fonte www.corriere.it

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