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23.10.06

Polemiche sul velo: scorta alla Santanchè


Solidarietà bipartisan alla deputata di An dopo lo scontro in tv con l'imam di Segrate.

Daniela Santanchè è da oggi sotto scorta. La misura di protezione, disposta dal ministero dell'Interno, è scattata dopo lo scontro in diretta tv su Sky tra la parlamentare di An e Ali Abu Shwaima, imam della moschea di Segrate. Durante la trasmissione Controcorrente di venerdì l'esponente islamico ha aggredito la deputata perché sosteneva che «il velo non è un simbolo religioso e non è prescritto dal Corano». Di qui la condanna dell'imam (cittadino italiano): «Lei è un'ignorante, falsa, semina odio, è un'infedele». Accusa che si traduce in fatwa, ossia in una implicita condanna a morte. Anatema che il Viminale ha ritenuto preoccupante, tanto da predisporre in tempi rapidissimi la scorta per la Santanchè. La vigilanza speciale sull'onorevole, che ha ribadito le sue convinzioni ieri pomeriggio a Domenica In, sarà effettiva già da oggi. La Santanchè ha trovato sostegno trasversale. Il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ha espresso «netta condanna» per l'aggressione verbale subita. «Da episodi come questi dobbiamo trarre in maniera sempre più netta il rifiuto verso tutto ciò che favorisce conflitti di religione o di civiltà». Barbara Pollastrini, ministro ds per le Pari opportunità, è stata ferma: «Voglio che il signor Shwaima sappia che in Italia non sono accettabili minacce, intimidazioni, condanne. Siamo in un Paese democratico e pretendiamo da chi vi è stato accolto il rispetto dei principi di libertà, opinione e scelta. Il diritto di cittadinanza va condizionato alla condivisione di queste regole comuni, tra cui è centrale il rispetto della donna». Il leader udc Pier Ferdinando Casini si augura che «le autorità italiane prendano i provvedimenti necessari senza alcuna pavidità». L'ex ministro della Giustizia, Roberto Castelli, ha annunciato un disegno di legge che prevede la reclusione per chi minaccia. Maurizio Gasparri chiede carcere ed espulsione per l'imam di Segrate. Solidale Souad Sbai, presidente delle donne marocchine in Italia: «Condanniamo questi pseudorappresentanti religiosi». Invece per Mario Scialoja, ex presidente della Lega musulmana mondiale, «il velo prescritto dal profeta è quello che si porta sui capelli, non il burqa, le musulmane sono libere di portarlo o no». Trova «fuori luogo» le parole della Santanchè il presidente della Comunità religiosa islamica (Coreis), Yahya Pallavicini. «Sono interpretazioni forzate che esasperano sia la legge che il concetto di libertà».

FONTE WWW.CORRIERE.IT

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