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10.5.06

Napolitano è il nuovo Capo dello Stato


Superata la soglia di 505 voti, raggiunta quota 543. Scrutinio decisivo dopo le due giornate di trattative tra Unione e Cdl.

ROMA -
Giorgio Napolitano è il nuovo Capo dello Stato, l'undicesimo nella storia della Repubblica italiana. Succede a Carlo Azeglio Ciampi, eletto nel 1999 e giunto al termine del suo settennato. Il voto decisivo è arrivato alla quarta votazione, dopo due giorni spesi in ipotesi di trattativa tra la maggioranza dell'Unione e l'opposizione. Pochi minuti prima delle 13 un lungo applauso di tutti i grandi elettori ha segnato il momento decisivo, quello del superamento della soglia di voti richiesta. Il voto al quarto scrutinio, con maggioranza assoluta (dopo i tre con maggioranza qualificata dei due terzi), poneva la soglia a 505 voti e Napolitano l'ha superata, raggiungendo quota 543. Si tratta del voto previsto dell'Unione più altre 3 preferenze.
IL RINGRAZIAMENTO - «Un grazie a tutti voi»: sono state queste le prime parole del nuovo capo dello Stato, pronunciate a Palazzo Giustiniani dove il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, gli ha letto il verbale di proclamazione. Bertinotti era affiancato dal presidente del Senato, Franco Marini. «Le porgo il saluto deferente di tutto il parlamento- ha detto Bertinotti- con l'augurio di buon lavoro nell'interesse del paese e delle sue istituzioni».
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APPREZZAMENTO - L'elezione di Napolitano è stata in ogni caso molto tormentata.
Nonostante pareri discordi da parte soprattutto dell'Udc, la Cdl ha infine deciso di votare scheda bianca anche al quarto scrutinio, con l'eccezione di Follini, ex segretario Udc (che in un'intervista al Corriere ha dichiarato il proprio voto per Napolitano) e della Lega che ha votato il proprio leader Umberto Bossi. Non si è avuta quindi quella larga maggioranza che veniva auspicata. Ma d'altra parte anche dal centrodestra sono venuti molte esplicite dichiarazioni di apprezzamento per Giorgio Napolitano, tali da far pensare che la divisione degli schieramenti sul suo nome sia molto più formale che sostanziale. Come hanno dimostrato i lunghi applausi in aula, è opinione diffusa che la sua presidenza sia considerata una garanzia istituzionale da tutto il Parlamento. Fuori dall'ingresso di Montecitorio una piccola folla è rimasta in attesa del risultato fino al termine dello scrutinio. La proclamazione da parte del presidente della camera è avvenuta intorno alle 13,15. «Il nostro augurio più intenso al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».
L'ATTESA - La giornata di Napolitano era cominciata presto. Da quando il voto dell'Unione su di lui è diventato ufficiale, i giornalisti non hanno smesso di inseguirlo, di porgli domande sulle sue attese, sulla situazione, sulle prospettive. E Napolitano non si è sottratto alla naturale, curiosità espressa nei suoi confronti,
leader migliorista spesso in minoranza nel Pci, ora diventato un simbolo istituzionale della sinistra. Anche nel giorno del voto decisivo i cronisti lo seguono fin dal mattino, all'uscita dall'abitazione in centro a Roma. Gli chiedono se questo sia il giorno più importante della sua vita. «Se si considera la vita privata no, ce ne sono stati altri. Per la politica, certo...» è la risposta. Poi gli viene chiesto delle speranze, se «il buongiorno si vede dal mattino...», gli dicono. «Lo speriamo...» risponde con un sorriso. Napolitano, dopo aver deposto la scheda nell'urna tra i primi nella quarta votazione, come tutti i senatori a vita, ha scambiato una veloce stretta di mano con Giulio Andreotti e si è avviato verso l'uscita a sinistra dell'aula di Montecitorio, quella normalmente utilizzata dall'Unione. Prima di uscire, un abbraccio caloroso con Olga Di Serio D'Antona, la vedova del giurista assassinato dalle Br. Poi si è recato nel suo studio a Palazzo Giustiniani, dove ha atteso il completamento delle operazioni di voto e lo scrutinio.GIURAMENTO E INCARICO - Giorgio Napolitano potrebbe giurare soltanto lunedì prossimo. È la previsione dell’Unione che considera la campagna elettorale in corso per le amministrative e la necessità di permettere ai leader politici di raggiungere i territori nel weekend. Per l’incarico di governo a Romano Prodi la previsione quindi è che potrebbe avvenire nei primi giorni della prossima settimana, presumibilmente mercoledì.
10 maggio 2006 - corriere.it

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