Satira su Di Pietro di Neri Marcorè
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«IRAP IMPOSTA ASSURDA, DA ABOLIRE» - Il premier ha anche parlato di Irap, definendola «un'imposta assurda» e promettendo che prima o poi sarà abolita. «Abbiamo introdotto l'Iva di cassa e delle detrazioni dell'Irap - ha detto il premier in collegamento telefonico con l'assemblea della Dca di Rotondi - che sono la promessa di una futura abolizione di una imposta assurda che abbiamo solo noi e che è stata introdotta dalla sinistra».
DIALOGO - Il premier è tornato poi sull'appello al dialogo lanciato all'opposizione per fare fronte comune contro la crisi economica. «Se l'opposizione vuole veramente essere socialdemocratica come dice di essere - afferma il premier - se vogliono veramente collaborare con noi devono porre fine all'alleanza con un signore violento e calunniatore che si chiama Antonio Di Pietro. Farebbero un gran servizio alla democrazia del nostro paese».
IL PD - Proprio il Pd attacca però il premier sul «caso Sky». «Il raddoppio dell'Iva per la tv a pagamento inserito a sorpresa nel decreto anti crisi del governo ha tutta l'aria di un blitz contro il principale concorrente privato di Mediaset», afferma Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd.
Fonte WWW.CORRIERE.IT
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I PUNTI DELLA RIFORMA - Blocco del turn-over nelle università con i bilanci in rosso, ma parziale deroga per gli atenei virtuosi. Nuove regole per l’assunzione di docenti e ricercatori e ripartizione delle risorse tenendo conto del merito. Ancora, norme «anti-baroni» e strumenti per richiamare in Italia i «cervelli» fuggiti all’estero. L’obiettivo del provvedimento, hanno spiegato il ministro e il relatore del provvedimento, Giuseppe Valditara, può tradursi in due parole: «trasparenza» e «merito».
TURN OVER - Blocco delle assunzioni per le università che chiudono i bilanci annuali in rosso. Per gli atenei poco virtuosi, inoltre, esclusione dalla ripartizione dei fondi relativi agli anni 2008-2009. Non solo: le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Spiraglio, e parziale deroga al blocco, per gli atenei che chiudono in pareggio o risparmiano: «possono procedere ad assunzioni di personale nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al cinquanta per cento di quella relativa al personale a tempo indeterminato complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente». Inoltre, tale somma «per una quota non inferiore al 60%» va destinata all’assunzione di nuovi ricercatori. I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over (si tratta di 2.300 ricercatori). Esclusi anche gli enti di ricerca (secondo il ministero, in totale verranno assunti 4.000 ricercatori).
CONCORSI - Cambia la prassi concorsuale. Le commissioni che dovranno reclutare docenti sono composte da un ordinario nominato dalla facoltà e da quattro professori sorteggiati sulla base di una lista di 12 docenti, eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando. Un sistema «che ha dei limiti», ha ammesso il ministro Gelmini, ma che serve a «dare un netto segnale di discontinuità rispetto ad una prassi ormai insostenibile». I ricercatori saranno reclutati da commissioni composte da un professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale. La «nuova» commissione sarà operativa anche se, grazie a un emendamento bipartisan approvato in commissione, i termini per la presentazione delle domande ai concorsi già banditi sono stati riaperti.
STRETTA SUI «BARONI» - Giro di vite per i «baronati» negli atenei. E’ quanto prevede un pacchetto di emendamenti presentati dal relatore Valditara e approvati in commissione. Per fare carriera e aver diritto a scatti di anzianità, infatti, bisognerà dimostrare di aver effettuato ricerca scientifica (con tanto di pubblicazioni certificate da un’apposita Anagrafe nazionale aggiornata con periodicità annuale del ministero): gli scatti biennali destinati a maturare dal 1 gennaio 2011 «sono disposti previo accertamento da parte della autorità accademica della effettuazione nel biennio precedente di pubblicazioni scientifiche». La mancata effettuazione di pubblicazioni, si legge, «comporta la diminuzione della metà dello scatto biennale» e l’esclusione «dalla ripartizione dei fondi Prin».
TRASPARENZA - Bilanci trasparenti e on line per gli atenei. Annualmente, prevede un emendamento approvato in commissione, il rettore presenta al cda e al Senato accademico «una relazione concernente i risultati dell’attività di ricerca» nonchè «i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati». La relazione sarà poi pubblicata sul sito dell’Ateneo. Se il rettore non ottempera ai suoi obblighi, rischia delle penalità nella ripartizione delle risorse.
RIENTRO DEI CERVELLI - I «cervelli» italiani fuggiti all’estero dovranno tornare in Italia. Ma non solo: il Bel Paese dovrà tornare a essere «a pieno titolo una delle capitali del sapere nel mondo, aperta ai migliori talenti». Con questo obiettivo nasce una norma introdotta in commissione che permette alle università di procedere alla copertura di posti di pòrofessore ordinario e associato o di ricercatore tramite la «chiamata diretta» di studiosi «stabilmente impegnati all’estero» o di «chiara fama».
RISORSE - Più soldi per gli atenei virtuosi e per gli studenti meritevoli. Nella ripartizione delle risorse, infatti, sarà considerata la qualità dell’offerta formativa dell’ateneo, così come quella della ricerca scientifica e l’efficienza delle sedi didattica. Con questi criteri, sarà distribuita una quota non inferiore al 7% delle risorse complessive (ma l’obiettivo, ha annunciato il ministro, è arrivare presto al 30%). Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Più soldi anche per il diritto allo studio: 65 milioni di euro, per il 2009, per la realizzazione e la manutenzione delle residenza universitarie (1700 posti letto in più), mentre il Fondo per le borse di studio verrà incrementato con 135 milioni di euro. «E’ l’incremento di risorse più forte di sempre», ha commentato il ministro.
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«DIMETTITI BUFFONE» - Gli studenti hanno urlato al megafono le loro rivendicazioni, intonando slogan soprattutto nei confonti del rettore come «Dimettiti buffone». Per entrare nell'Aula Magna gli studenti hanno sfondato un'entrata laterale. Il rettore della Sapienza, Luigi Frati, è stato quindi costretto ad abbandonare la sala.
IL BOTTA E RISPOSTA - Un gruppo di studenti della Sapienza, di quelli che hanno invaso l'Aula magna durante lo svolgimento dell'inaugurazione dell'Anno accademico, ha riferito che «il rettore Frati ci ha apostrofati con il termine fascisti». Il rettore, parlando al microfono, prima di abbandonare l'Aula magna ha sottolineato che il comportameto degli studenti «non è stato democratico». Poi, lasciando l'inaugurazione, e parlando con gli altri docenti, i ha aggiunto: «Sono cani sciolti, non hanno nemmeno un leader». Ma non è finita: «Ho detto fascisti agli studenti che hanno fatto il blitz, perchè per me fascista è uno che non fa parlare gli altri - ha sottolineato successivamente nel corso di una conferenza stampa seguita alla manifestazione - . Ed è un termine, questo, che posso dire di usare a ragion veduta, visto che mio padre era un partigiano». Non solo: «Sono più di sinistra io - ha aggiunto - di certi pariolini che si vestono da gruppettari per venire all'università e poi girano in Smart per Roma».
«TREMONTI NON ROMPA LE PALLE A ME» - Il rettore ha parlato anche dei fondi a disposizione delle università. Spero che «Tremonti allenti i quattrini - ha detto - La crisi finanziaria è un problema serio. Siccome Tremonti ha il problema di tagliare, come rettore devo meritare che i tagli vadano da un'altra parte e che non rompa le palle a me». In un Paese, prosegue, in cui «si dice a cinquemila lavoratori andate a casa, non posso dire al governo che voglio i soldi e basta li devo meritare». Frati rircorda a questo proposito che «non c'è un buco nel bilancio della Sapienza che è stato chiuso in pareggio con grandi sacrifici».
LE RAGIONI DEGLI STUDENTI - «Abbiamo travolto anche Frati» hanno gridato gli studenti che hanno interrotto la cerimonia. Gli ospiti sono stati tutti costretti ad abbandonare la celebrazione con il rettore. L'irruzione, hanno spiegato gli studenti, è stata promossa «perchè rispetto ai tagli effettuati dal governo e alla legge 133, il rettore già un mese fa si era posto contro il movimento degli studenti e aveva invitato a trattare con un governo che taglia al sistema universitario e scolastico. I risultati poi si vedono: la tragedia di Rivoli è una dimostrazione». Gli studenti avevano chiesto di entrare per poter fare una comunicazione. «Invece - spiega un rappresentante dell'Onda - ci hanno militarizzato la città universitaria per non farci entrare in Aula magna. Così abbiamo deciso di riprenderci i nostri spazi per esprimere il nostro dissenso rispetto al governo e Frati è uno dei principali alleati di questo esecutivo».
Fonte www.corriere.it
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CONTATTI CON IL PDL - Pionati ha aderito, per ora, al gruppo misto della Camera. La notizia di un suo «smarcamento» si era diffusa già nei giorni scorsi dopo un incontro a palazzo Grazioli tra lo stesso Pionati e il coordinatore di Forza Italia, Denis Verdini. Il parlamentare, per anni mezzobusto televisivo al Tg1, di cui è stato anche vicedirettore e curatore del «pastone» politico di giornata, già in altre occasioni aveva manifestato la propria vicinanza al Pdl. La sua candidatura al Senato nelle fila dell'Udc, del resto, avvenne nel 2006 quando il partito era ancora saldamente nella Casa delle Libertà. Primo dei non eletti in Sicilia, Pionati era comunque riuscito ad accedere allo scranno di Palazzo Madama grazie alla rinuncia di Totò Cuffaro, a quel tempo ancora presidente della Regione Sicilia.
PORTAVOCE DISSENZIENTE - Il giornalista, che per due anni ha avuto il ruolo di portavoce del partito, è tra coloro che nell'Udc non hanno gradito la svolta di Casini e l'allontanamento dal Cavaliere. A differenza di altri esponenti centristi, primo su tutti l'ex ministro Carlo Giovanardi, aveva però deciso di restare fedele all'Udc. Con il passare del tempo la convivenza è diventata però sempre più difficile. Lo scorso agosto era stato il leader della Dca, Gianfranco Rotondi, a ipotizzare un rientro dell'Udc nelle fila del centrodestra, in vista della creazione del nuovo Partito delle Libert. Ma mentre il segretario Lorenzo Cesa aveva declinato l'invito («Le ragioni che ci hanno portato ad affrontare da soli la prova elettorale restano assolutamente valide») Pionati aveva lanciato segnali di apertura: «Apprezzo sinceramente l' intenzione di Rotondi di lavorare per ricucire i rapporti tra Pdl e Udc. Mi pare ci si muova nella giusta direzione».
LA CENA CON BERLUSCONI - Ma è stato alla fine di ottobre che la presa di distanze ha subito un'accelerata: i media hanno dato conto di una cena nella residenza romana di Berlusconi a cui avrebbe partecipato lo stesso Pionati e pochi giorni dopo il parlamentare è stato destituito dall'incarico di portavoce del partito e sostituito con Antonio De Poli. Fu già quella la certificazione di una separazione in casa, con Cesa a spiegare che «la nostra linea è chiara, se qualcuno non la condivide si comporterà di conseguenza» e Pionati a rilanciare spiegando di essere pronto a valutare se rimanere nel partito o uscirne «perché la linea che stiamo seguendo non la condivido». La fase della valutazione è finita e Pionati la sua decisione l'ha presa: torno con il Cavaliere.
Fonte WWW.CORRIERE.IT
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E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 novembre, e immediatamente operativo, il nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri del 6 novembre scorso.
Il provvedimento contiene misure urgenti in materia di diritto allo studio, valorizzazione del merito e qualità dell'università e della ricerca.
Nello stesso Consiglio dei ministri il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca, Maria Stella Gelmini, ha presentato le Linee guida per l'università.
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Parlando all'assemblea dell'Unione industriali di Roma, Berlusconi ha anche ricordato che il prossimo Cipe di venerdì - prima del cdm - stanzierà 16,6 miliardi "da spendere immediatamente per superare i tempi drammaticamente lunghi di realizzazione delle infrstrutture".
"Abbiamo deciso di rendere strutturale la detassazione dei premi di produttività" e degli straordinari, ha annunciato Berlusconi dopo che ieri le parti sociali avevano chiesto al governo, a fronte della crisi in atto, di potenziare la prima misura interrompendo gli sgravi per gli straordinari.
Sempre a vantaggio delle imprese, ha aggiunto il premier, "stiamo esaminando la possibilità di detrarre punti di Irap dall'Ires. Abbiamo confermato la volontà di introdurre l'Iva di cassa e lo sblocco e velocizzazione dei pagamenti dovuti alle imprese fornitrici dello Stato".
L'esecutivo ha poi assicurato alle imprese la "intensificazione del supporto di fidi e confidi e sottolineato la disponibilità a sottoscrivere obbligazioni delle banche che mostreranno maggiore disponibilità verso le Pmi".
Sul fronte delle famiglie, il presidente del Consiglio ha confermato la volontà di trasformare la possibilità di avere la rata fissa "in un diritto di chi ha assunto il mutuo" a tasso variabile, e poi lo stop delle tariffe luce, gas, ferrovie e autostrade.
Una nota positiva anche sull'incontro di ieri seri con sindacati e Confindustria: "Ieri il governo italiano ha incontrato le parti sociali, ha raccontato cosa si prepara con gli altri paesi Ue e gli interventi [in cantiere]. Abbiamo avuto risposte positive: ho scritto ieri un appunto anche considerando suggerimenti e aiuti in direzione di imprese e famiglie".
La parola d'ordine di Berlusconi resta comunque ottimismo.
"Credo che questi interventi non siano quelli che possono risolvere la situazione: il segreto sta tutto nella atmosfera che potremo insieme creare, nelle abitudini dei concittadini... Non ho visto nessun pessimista arrivare a costruire buoni risultati".
"La volonta e la speranza possono farci uscire e in fretta dalla crisi che domina ed è diventata l'atmosfera nella quale siamo immersi da settimane. Se mettessimo in campo lo stesso ottimismo e volontà potremmo guardare con sicurezza a quello che ci aspetta nei mesi che stanno per arrivare", ha concluso Berlusconi.
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