: Politica Libera :

Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006

29.9.07

Silvio Berlusconi ha ormai riunito tutto il suo esercito politico

FORZA ITALIA non molla. La Federazione del centrodestra si farà. C’è già una bozza di programma in cantiere, una carta dei valori per riunire i partiti dell’opposizione. Di più: a fine ottobre e inizio novembre l’Italia sarà tempestata di iniziative regionali della Federazione. L’obiettivo è portare vicino ai cittadini, stanchi di un governo che non c’è, i valori di un programma che vuole dare lo scossone a un Paese politicamente, economicamente e socialmente troppo indietro rispetto all’Europa. Non solo: ai primi di dicembre potrebbe essere già pronta la grande assemblea nazionale della Federazione. E non è escluso che proprio la manifestazione indetta da Berlusconi per il 2 dicembre, possa essere l’occasione giusta per scoprire le carte in tavola. Sempre che il 2 dicembre abbia un senso andare in piazza. Infatti Silvio Berlusconi ieri ha detto che «finalmente i logoramenti potrebbero finire, questo governo è ormai alla frutta. Speriamo che la manifestazione non serva nemmeno...», si auspica. Ma intanto il centrodestra accelera sulle alleanze. E a dimostrarlo è proprio Forza Italia. Il partito del leader della Cdl sta facendo il punto sulle alleanze, e lavorando per chiudere il cerchio. Dopo aver visto nei giorni scorsi Alleanza nazionale, ieri è stata un’altra giornata di incontri fondamentali. Gli azzurri hanno iniziato il «tour» accordandosi con Rifondazione Dc (gli ex Dc sono un tassello fondamentale nella crazione della Federazione), che non hanno perso tempo e si sono uniti al progetto. Il segretario Publio Fiori ha spiegato che la nuova idea del centrodestra «sta prendendo forma in modo concreto», e che «gli incontri con le delegazioni dei partiti stanno creando un programma comune. Al centro ci sarà sicuramente la sicurezza - spiega Fiori - che è il tema che più scotta oggi. Ma anche la politica industriale, quella tributaria. Dobbiamo risolvere il problema delle infrastrutture, dell’attuale economia italiana». Il governo è ormai paralizzato, ribadisce Fiori, e la Federazione dovrà essere il minimo comune denominatore «del nostro futuro perché al più presto bisogna andare al voto». Alla base della concezione della Federazione ci saranno i valori del Partito popolare europeo. Al segretario di Rifondazione Dc, sembra un invito a nozze: «È bene che il progetto venga improntato con i valori del Ppe. Vogliamo un bipolarismo fondato sull’identità. Su questo c’è l’accordo con tutti i partiti, solo la Lega ha avuto qualche perplessità. Sarebbe bene - conclude Fiori - che tutti i partiti di ispirazione cattolica si uniscano a noi». E a proposito di ispirazione cattolica, Forza Italia avrà un incontro nei prossimi giorni anche con l’Udc per cercare di portare Casini dentro la Federazione. Le radici comuni del resto coincidono, e l’ex presidente della Camera si sta sempre più riavvicinando alla linea della Cdl. Tutto il centrodestra, in sostanza, sta cercando di fare uno sforzo in più per mettere da parte le proprie ambizioni, in favore dei valori collettivi. Mentre Clemente Mastella a parole si dissocia dalla maggioranza, e nei fatti pensa se passare o no dall’altra parte (anche lui è uno che condivide i valori della futura Federazione: a dimostrarlo l’accordo tra le sezioni giovanili di Udeur e Udc per correre assieme alle Europee), ieri Rifondazione Dc è stato solo il primo appuntamento per Forza Italia. La delegazione azzurra, composta da Fabrizio Cicchitto, Renato Brunetta, Denis Verdini, Rocco Crimi, nel primo pomeriggio ha incontrato anche Azione sociale. «È stato un incontro molto positivo nella prospettiva dell’alleanza di centrodestra - ha detto la leader Alessandra Mussolini - Abbiamo proposto, proprio per favorire il passaggio alla Federazione, una sorta di "doppio binario" che preveda l’accordo politico programmatico tra le formazioni cosiddette minori e il primo partito della coalizione e, contestualmente, la trattativa per il successivo patto federativo tra i partiti maggiori». Passa qualche ora e Forza Italia incontra anche i rappresentanti de La destra che hanno «ribadito la loro volontà di far parte della coalizione di centrodestra, a prescindere dalla forma organizzativa, ma la condizione è cambiare la legge elettorale». Infine lo stesso Berlusconi, in queste ore sta flirtando con Dini e lo stesso Mastella per portarli dall’altra parte del muro, mentre Fini si lavora ai fianchi Di Pietro. Bastano un paio di calcoli elementari per capire che il progetto del Cavaliere sta per prendere il volo. Il centrodestra sta disegnando il suo piano in vista delle elezioni anticipate. Del resto, la Federazione è la creatura che si trasformerà in partito unico al momento del voto, si augura Publio Fiori.

FONTE WWW.ILTEMPO.IT

27.9.07

Montezemolo: i problemi non si risolvono con i vaffa

Il Presidente degli Industriali, noto per il suo equilibrio e per la politica "del fare" commenta l'effetto Grillo.«Io - spiega - a risolvere i problemi dell'Italia con il "vaffanculo" non ci credo. Non sono fra quelli che pensano che tutti i mali del Paese sono nella politica». Bisogna fare attenzione, secondo Montezemolo, a «non entrare in un populismo e in una demagogia troppo facili».«La cosa peggiore in questo momento - continua Montezemolo - è il cinismo dell'antipolitica e il disprezzo della politica. Abbiamo bisogno di una politica forte, che ricrei la passione nel paese e la fiducia, che dia obiettivi e sfide, che parli e spieghi come stanno le cose. Che punti sulla concorrenza, sul merito, sul dialogo e sulla crescita». Montezemolo è convinto che occorra «dare potere al primo ministro, scegliersi i ministri e mandare a casa qualche ministro che non va bene. Questa è meritocrazia: mettere al centro della Costituzione la concorrenza; abolire le province, quelle non necessarie, abolire i costi e gli sprechi». «L'antipolitica - chiosa Montezemolo - viene fuori quando la politica è debole, quando non decide».

26.9.07

Follini: prima o poi Prodi cadrà

Senatore Follini, nove mesi fa lei annunciò in un'intervista al Corriere che avrebbe votato la fiducia a Prodi, e lo salvò. Ne valeva la pena?
«Non sono pentito. Se tornassi indietro, rivoterei la fiducia. Se guardo avanti, il mio voto c'è: non sono tra quanti lo rendono prezioso rendendolo incerto; non contratto, non negozio, non sto sul mercato.Afebbraio presi la mia decisione con due obiettivi: salvare la legislatura, e ancorare il governo al centro. Il primo è stato raggiunto, pur con tutte le precarietà. Il secondo, no. Registro una sconfitta: il centrosinistra è rimasto tale e quale, non ha colto l'occasione delle difficoltà per girarsi dall'altra parte, verso il centro. Ora vedremo se saprà farlo il partito democratico».


Continua ...articolo by Corriere della Sera..

25.9.07

Berlusconi lavora per una manifestazione unitaria

Come si fa a chiedere alla gente di tornare in piazza due volte in poco più di un mese? E poi ci sono questioni organizzative, promozionali, finanziarie, non è meglio fare una sola manifestazione della Cdl come quella dell’anno scorso? Dubbi, interrogativi che Silvio Berlusconi e Umberto Bossi avrebbero condiviso ieri sera durante il solito vertice del lunedì. Alleanza nazionale ha indetto per il 13 ottobre una manifestazione a Roma per protestare contro il governo Prodi, ma, questa la riflessione dei due leader Cdl, non sarebbe meglio organizzare un’iniziativa unica, come quella del 2 dicembre 2006 a piazza San Giovanni? Difficile attendersi un ripensamento dal leader di An, ma ieri Berlusconi avrebbe comunque invitato anche il "Senatur" a svolgere a Roma la manifestazione che la Lega aveva promosso a Milano.

CONTINUA...ARTICOLO DEL GIORNALE....

23.9.07

Non scherzate sulla rossa di Giampaolo Pansa

Hanno un piccolo difetto le dieci sinistre italiane: sottovalutano sempre l'avversario. Anzi, fanno di più: lo deridono, lo insultano, lo indicano al pubblico dileggio. Se poi l'avversario è una donna, il sinistrume esplode. Se per di più si tratta di una donna bella, con le idee chiare e che sa stare in tivù senza fare la velina, il bombardamento è a tappeto. Si ergono a giudici schiere di maschi attempati, capaci soltanto di fare flanella sui divani di Montecitorio. E di emettere sentenze boriose. Senza immaginare che proprio quella femmina potrebbe essere la causa della loro rovina politica. È questo il caso di Michela Vittoria Brambilla, la rossa forzista che guida il neonato Partito della Libertà. Sfottuta all'infinito dalle sinistre e poco amata all'interno di Forza Italia, la sua vicenda è di una semplicità elementare. Il punto di partenza sta nel fatto che il blocco guidato da Silvio Berlusconi ha perso le elezioni del 2006 per un pelo. Alla Camera gli sono mancati 25 mila voti. Al Senato ha avuto più voti dell'Unione, ma si è trovato in minoranza per via della legge elettorale voluta dallo stesso centro-destra. Il Cavaliere ha subito imparato la lezione. E non da solo. Anche a sinistra qualcuno con un po' di sale in zucca ha fatto due più due. Per esempio, Piero Fassino che in un'intervista per "L'espresso" mi disse: «Siamo un paese spaccato in due scelte politiche opposte. Un distacco minimo fra i due blocchi è praticamente inevitabile. Dobbiamo imparare a governare questa condizione di quasi parità. E deve imparare a farlo chiunque vinca. Cercando di passare dal bipolarismo crudele e feroce di oggi a un bipolarismo mite».

Un impegno sovrumano in un paese con le elezioni sempre alle porte. Infatti nessuno ha ascoltato il consiglio di Fassino. Ma la "quasi parità" ha spinto il Cavaliere a prendere all'istante misure necessarie. Le riassumo così: tutto quello che "fa voto" è buono e devo portarlo dalla mia parte. È cominciata allora la sua caccia alle listine e alle listucce più varie, indispensabili per conquistare quel tanto di consensi necessario alla vittoria. Insieme è nata l'Operazione Brambilla, la più innovativa e intelligente fra le molte tentate dalla casta nostrana. Per chi l'abbia dimenticato, ricorderò che a Michela la Rossa il Cavaliere ha affidato il Partito della Libertà, nato all'inizio di agosto. Che cos'è il Pdl? Le definizioni si sono subito sprecate. Marcello Dell'Utri ha detto: «È una sottomarca di Forza Italia». L'"Economist" ha evocato la tecnica del "line filling", quella usata dalle grandi aziende per completare la propria offerta di prodotti. Ma la spiegazione più chiara l'hanno proposta due eccellenze di Forza Italia: Martello Pera, ex presidente del Senato, e Niccolo Ghedini, l'avvocato di Berlusconi e senatore.
Pera ha scritto sulla "Stampa": «E il gemello che serviva, accanto a Forza Italia. Dove inserire i tanti esterni o i molti diffidenti », Ghedini è stato ancora più esplicito. Il 22 agosto, un mese prima che emergesse il Grillo politico, ha detto a Giovanna Casadio di "Repubblica": il Pdl «sarà una super-lista civica, per attrarre l'area del non-voto, per recuperare i delusi dai partiti. Questa super-lista a livello nazionale ha come target chi non si riconosce nel sistema partitico esistente, pur essendo di centro-destra. Come si vede, tanto i grillisti che i superstiti dei girotondi non stanno inventando nulla di nuovo. Ancora una volta, il diabolico Berlusca li ha preceduti. Il Pdl di Michela la Rossa per ora è una struttura dormiente, ma destinata a entrare in azione non appena saranno indette le elezioni. Attenzione: dormiente non significa inattiva. La Rossa sta già lavorando. E immagino che se ne infischi della polemica sui Circoli della Libertà. Lei sostiene: «Sono cinquemila». Dell'Utri replica: «Quei circoli non esistono». Ma è una diatriba che non conta nulla. Quello che conta è che, al momento giusto, la Rossa sia in grado di assolvere al compito che le è stato affidato: agguantare gli astensionisti che non si fidano delle vecchie facce del centro-destra, compresa la faccia levigata del leader. II Cavaliere confida molto nel listone civico della Brambilla. Secondo Augusto Minzolini della "Stampa", Berlusconi ha detto: «Con la Brambilla avremo il 4 per cento in più». Non so valutare questa previsione. Mi limito a osservare quanto sta accadendo sul fronte opposto. II Partito Democratico nasce nel caos. E le liste di Grillo, se ci saranno, ruberanno voti al centro-sinistra. Nel frattempo, le dieci sinistre italiche seguitano a sfottere la Rossa. A loro dico: state attenti, non fate i minchioni. Ci riusciranno? Mia nonna Caterina diceva: chi nasce minchione, muore minchione. Amen!

da L'Espresso, Giampaolo Pansa, 27/09/07

«Pecoraro come Ceaucescu», è di nuovo polemica

«CEAUSESCU in Romania lo aveva fatto già trenta e più anni fa. Lampadine da 40 w in ogni casa e al problema dell’energia non ci si pensa più. Altro che nucleare, che per Nostradamus Scanio è opera "dello dimonio"». Comincia così l’attacco di Riccardo Rabazzi su Svipop, l’agenzia on line del Cepas (Centro Europeo di Studi su Popolazione, Ambiente e Sviluppo). Un articolo che prende in giro il ministro dell’Ambiente e le soluzioni che propone per ridurre l’inquinamento. «La soluzione ottimale nella testa del ministro - si legge nell’ultimo numero della newsletter - è il ritorno al Medioevo, senza automobili, a lume di candela, al freddo e al gelo senza neppure il conforto della legna da ardere. Ecco così che la Commissione Ambiente della Camera ha presentato il 17 settembre alcune funamboliche proposte. Due in particolare sono degne di nota, la prima è così riassumibile: "Chi più risparmia meno paga". E ci mancava pure che si inventassero una proposta del tipo "chi meno consuma più spende"». Nell’articolo si legge anche che «dopo un lavoro creativo che deve aver costretto i componenti della Commissione Ambiente a strizzarsi le meningi sino all’impossibile, apprendiamo che sono allo studio tariffe incentivanti per famiglie e imprese, differenziate in base al consumo e in base agli orari per tutti gli utenti civili e industriali. Un’ideona, non c’è dubbio». Quindi il centro studi attacca anche l’ultima proposta del ministro: «Dall’anno 2012 è vietata la vendita delle lampade ad incandescenza, ma non basta. Verranno anche disincentivati (ovvero tassati in modo salato) gli scaldabagni elettrici che, stando ad un misterioso censimento ministeriale, oggi in Italia sarebbero 8 milioni». Pecoraro dal canto suo va dritto per la sua strada: «O ci sarà una parte dedicata all’ambiente e l’eliminazione del blocco di spesa che colpisce i parchi, o la Finanziaria 2008 non si vota». Il leader dei Verdi assieme al ministro dell’Università e Ricerca e leader di Sinistra Democratica, Fabio Mussi, al segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano, e alla senatrice Manuela Palermi per i Comunisti Italiani, ha presentato la piattaforma per una manovra «amica del clima» in una tavola rotonda appositamente organizzata dal titolo «Una finanziaria per il clima, percorso unitario della sinistra plurale». Quattro punti fermi, biodiversità, energia, con il piano-case, acqua e trasporto pubblico, per coniugare insieme economia ed ecologia. «Non basta un capitolo del disegno di legge con provvedimenti di riduzione delle emissioni nocive - scrivono Rifondazione comunista, Sinistra democratica, Verdi e Comunisti italiani nel loro manifesto - nè un fondo per il ministero dell'Ambiente. Serve una politica di interventi comuni su più fronti. Il bilancio delle emissioni va fatto con le scelte contenute in tutti i capitoli della manovra». Un impegno che viene più che mai ribadito dopo quanto emerso dalla Conferenza sui cambiamenti climatici, svoltasi a Roma una decina di giorni fa. «Bisogna verificare cosa fare - ha detto Pecoraro - e non se vi sia un cambiamento climatico e quanta responsabilità abbia il fattore umano». Concetto ribadito anche da Mussi, secondo cui «non esiste un bollino per i risultati della scienza, ma la libertà della ricerca e del confronto. È ormai innegabile che le scorte di combustibili fossili hanno iniziato ad esaurirsi e che il riscaldamento delle temperature sia bruscamente impennato nelle ultime decadi». E a confermare quanto ormai sia urgente un intervento a tutto campo del nostro paese per il clima, Pecoraro Scanio annuncia che «non voterà la manovra se non verrà tolto il blocco di spesa che attualmente colpisce i parchi italiani». Ma oltre ai parchi, la biodiversità e la rete natura, tre sono gli altri punti della piattaforma. «L’energia, con finanziamenti per il solare - prosegue Pecoraro - anche se bisognerà affrontare la lobby trasversale in Parlamento legata a inceneritori e aziende petrolifere. Bisognerà puntare inoltre su un piano-case integrato con incentivi per la bioedilizia e offrire un’alternativa valida alle macchine potenziando il trasporto pubblico» mentre per l’acqua, la risorsa deve restare pubblica.

tratto da www.iltempo.it

21.9.07

Governo salvato per UN voto al Senato

20.9.07

Crisi di governo in vista ???

Silvio Berlusconi (Lapresse)


Berlusconi: crisi in tempi brevi, stiamo pronti
«Siamo già in campagna elettorale». La Brambilla «in certi casi ha esondato». Sondaggi: «Siamo a oltre il 55%»

leggi l'articolo del Corriere





Mastella: chiarimento o si vota

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI NELLE PROSSIME ORE...

Bordon ad Affari: usciremo dall'Aula se non passa la nostra risoluzione

19.9.07

Caso Speciale, archiviazione per Visco

18.9.07

PD: Dini non ci sta !

17.9.07

Brambilla: il 6 ottobre calerò le mie carte - Corriere.it

«Io sono 9 mesi che vado ripetendo che il nostro movimento non è un partito. I nostri obiettivi sono altri».

Quali?
«Schemi diversi dalla politica tradizionale. Far partecipare, partendo dal basso, tutti coloro che non credono, o non si avvicinano, ai partiti. O che hanno voltato le spalle alla politica, nel fronte liberale e moderato ».

Prima o poi l'appuntamento delle urne verrà.
«Oggi gli obiettivi sono questi, poi vedremo. Il progetto del Partito della Libertà riguarda anche i circoli ha detto Berlusconi. Quindi...».

Michela Brambilla (Emblema)

In Forza Italia la rossa Michela Brambilla fa notizia anche quando sta zitta. Organizza i Circoli della Libertà, dietro l'occhio attento del Cavaliere. Soprattutto suscita gelosie e diffidenze. Tanto che ieri l'altro l'ex premier ha dovuto, per tranquillizzare i dirigenti azzurri, scrivere una nota assicurando che i circoli non saranno mai un partito.
Perché lei fa tanta paura? C'è anche chi dice che sia tutto fumo.

«Della paura non posso curarmi. Sul fumo le rispondo invitandola a guardare la nostra tv delle Libertà. Il centralino è intasato ogni giorno dalla gente che vuole intervenire in diretta, tanto che abbiamo dovuto creare un call center».

Ma lei è consapevole di aver creato un vero e proprio psicodramma dentro Forza Italia?
«Il nostro attivismo può dare fastidio, ma di questo non m'importa. Noi rispettiamo i partiti che oggi fanno politica, ma riteniamo di doverla fare in un altro modo e a chiederci questo sono proprio i cittadini ».



Un po' come Beppe Grillo. Lo teme?

«Sono giorni che il pallino della politica sembra nelle sue mani, più per le reazioni che per quello che fa, o per i suoi insulti. Ma la sua protesta è più provocazione mediatica che altro. Noi raccogliamo l'insofferenza della gente e cerchiamo di strutturarla in proposte che servano a cambiare il modo di gestire questo Paese».

Torniamo a Forza Italia.
«Psicodramma? Noi non abbiamo alcuna intenzione di prevaricare l'azione di Forza Italia. Non ho mai risposto alle provocazioni, soprattutto gratuite. Mi rendo conto, però, che i nostri circoli hanno scompaginato il modo di lavorare di tanti politici doc. Io faccio l'imprenditore da tanti anni, conosco i problemi di questo Paese come li conoscono tanti politici di professione. Eppure ci sono stati tentativi di metterci nell'angolo, come se per fare politica occorresse possedere quei tre quarti di nobiltà che servono per essere accettati al circolo della caccia. Non le sembra assurdo?».

Ci sarà qualcuno che l'apprezza dentro Forza Italia.
«Tanti, da Pisanu a Frattini».

Finita qui la lista?
«Non sono mai stata esibizionista. L'importante è che il nostro movimento continui a raccogliere, come accade, consensi sempre più larghi. Ora ci stiamo dotando di comitati esecutivi provinciali e regionali».

Dell'Utri dice che i suoi circoli sono numeri, in realtà non esistono.
«Le opinioni sono libere. Vedremo il 6 ottobre, nostro primo meeting nazionale. Non vedo l'ora di giocare a carte scoperte».

Lei dice di avere tanti iscritti pentiti di aver votato a sinistra.
«Nel nostro movimento lavorano insieme elettori dell'intera area moderata, compresi tanti delusi dalla Margherita e dal Partito democratico, che non hanno alcuna intenzione di spostarsi a sinistra».

FONTE WWW.CORRIERE.IT

16.9.07

Berlusconi: i Circoli non saranno mai un partito

15.9.07

Fondi CIPE : Fitto (FI) la Puglia ha perso 70 milioni

“Il viceministro allo Sviluppo Economico con delega al Mezzogiorno, Sergio D’Antoni, ha confermato oggi in aula alla Camera che la Regione Puglia ha perso circa 70 milioni di euro sulla Delibera Cipe 17/2003, per assoluta incapacita’ della Giunta Regionale di rispettare le scadenze e, quindi, di impegnare le risorse entro le date previste dalla Delibera”. Lo ha dichiarato il responsabile di Forza Italia per il Mezzogiorno, Raffaele Fitto, primo firmatario insieme con il vicecapogruppo di Fi alla Camera, Antonio Leone e altri 40 deputati “azzurri”, di una interpellanza al ministero dello Sviluppo Economico, mirata a conoscere quali Accordi di Programma Quadro sottoscritti dalla Regione Puglia nella scorsa legislatura, non potranno essere portati a termine. “Il viceministro D’Antoni - dice Fitto - ha confermato che la Giunta Regionale, pur essendo a conoscenza di quelle scadenze fin dal primo momento del suo insediamento, non ha neanche chiesto una proroga al Governo o al Cipe per cercare di salvare quei finanziamenti. Il Cipe quindi non ha potuto fare altro che applicare il meccanismo delle sanzioni previsto per le Regioni inadempienti e togliere alla Puglia circa 70 milioni di euro. Apprezziamo la promessa del viceministro D’Antoni sul fatto che non ci saranno impatti negativi perche’ il Governo non vuole cambiare percorso e cerchera’ di reperire in futuro ulteriori risorse. Ma per ora sono impegni e promesse e ad oggi la nostra regione perde questi soldi per colpa della incapacita’ della incoscienza e anche della presunzione di questa Giunta regionale che a giugno scorso quando noi lanciammo l’allarme ebbe il coraggio di dirci che era tutto falso. Oggi non solo il Governo, purtroppo, conferma che avevamo ragione, ma ci dice anche che i 70 milioni persi erano destinati a finanziare interventi per beni culturali, difesa del suolo, ricerca, sicurezza, societa’ dell’informazione, trasporti, ambiente. Quel che e’ ancora piu’ grave - conclude Fitto - e’ che la Giunta Regionale avrebbe forse potuto evitare di perdere i soldi se solo avesse chiesto al Governo una proroga di ulteriori tre mesi, come fatto in passato dai precedenti Governi regionale e nazionale”. (AGI)

DIBATTITO FINI VELTRONI

DIBATTITO FINI VELTRONI - Adnkronos

Immigrati botta e risposta - Repubblica

Veltroni: rispetto tra me e Fini sia da esempio - Corriere

Fini: UDC non darà MAI sostegno alla sinistra - Repubblica

Pace tra Berlusconi e Fini - Il Tempo

Guarda il video di SKY TG 24 "Berlusconi rassicura Fini"



LA FRASE DEL GIORNO DI GIANFRANCO FINI

Il sindaco di Roma chiede "la disponibilità della Cdl a convergere''. Il leader di An: ''Pensi forse che l'opposizione abbia l'anello al naso?''

Pansa: Berlusconi può salvare la democrazia

14.9.07

Berlusconi e Fini : prijma federazione poi PdL

13.9.07

Forleo: scalata con complicità istituzionali

Casini: “Nessuno dell’Udc seguirà Berlusconi nel Pdl”

Cdl, Casini: “Nessuno dell’Udc seguirà Berlusconi nel Pdl”Riportiamo di seguito l'intervista pubblicata oggi su 'Libero' al leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.


Berlusconi fa un suo partito rubando pezzi un po’ ad AN e un po’ all’ Udc? Ecchissenefrega.

Casini tira dritto per la sua strada. E da presidente dell’Internazionale democristiana, coltiva le sue altolocate amicizie internazionali. Ieri è andato a trovare l'ambasciatore Usa a Roma Ronald P. Spogli, per esprimergli la sua solidarietà per la ricorrenza dell'11 settembre. E ne approfitta per lanciare una randellata a Prodi & Co che invece alle vittime delle Twin Towers non hanno dedicato nemmeno un minuto di silenzio. E già che c’è, bastona pure gli alleati accusandoli di cantare ciascuno la sua canzone sulla federazione o Partito della libertà: progetto che lui continua a snobbare olimpicamente.

Il Cavaliere ora si è messo in testa di costruire da solo il Pdl facendo proseliti tra aennini e centristi.
“Se Berlusconi ha veramente quest’intenzione non posso che fargli i migliori auguri”.

Non teme che qualcuno dei suoi possa cedere alle sirene del leader di Forza Italia?
“Non mi preoccupa affatto”.

Nemmeno Carlo Giovanardi?
“È l’ultimo dei miei problemi, sono convinto che nessuno lascerà l’Udc, perché chi sta dentro questo partito, a cominciare da Giovanardi, ci sta per delle convinzioni e non è certo disponibile a barattarle per delle convenienze. Supposto che siano tali, perché ho molti dubbi a tal proposito”.

Fabrizio Cicchitto spera ancora di tirarla dentro la federazione dicendo che va fatta solo se ci sono tutti, “auspicabilmente anche l’Udc”.
“Sul partito unico o federazione, tra AN e FI c’è una grande confusione, ogni giorno si dice una cosa diversa: chi parla dei circoli, chi di Partito della libertà...”.

Ma a lei non gliene importa proprio niente?
“Per costruire una cosa seria non serve la bacchetta magica di qualcuno o una scelta carismatica. Serve un processo democratico. I partiti, quelli veri, se non vogliamo finire tutti nel frullatore dell’antipolitica, si fanno con i congressi, con le votazioni, con le maggioranze e le minoranze. Tutte cose che non vedo nei nostri interlocutori”.

Intanto la sinistra una novità da proporre agli elettori ce l’ha. Voi cosa offrite in alternativa al Pd?
“Io non sono affatto spaventato dal Pd, che lascerà un sacco di elettori in libertà. Sono spaventato dall’eterogeneità del linguaggio e dalla confusione che traspare in quella che dovrebbe essere un’alternativa possibile”.

Gianfranco Fini, invece, a lei e a Berlusconi rinfaccia di non avere un progetto politico per il futuro.
“Sì, peccato che io queste cose le dico da un anno e mi hanno pure tacciato di antipatriottismo per questo. Mi limito a constatare che Fini si è svegliato”.

E allora perché non ha voluto invitarlo alla festa dell’Udc?
“Francamente non tengo io la contabilità degli inviti. Comunque, dialogare con gli altri amici dell’opposizione ci fa sempre piacere. Infatti, tanti di loro saranno con noi alla festa di Chianciano”.

Lei ci sta a farsi dare lezioni da Beppe Grillo?
“Non me ne frega niente. Anzi, più Grillo se la prende con me e più sono contento, perché vuol dire che non ho niente da spartire con lui. La differenza tra gli altri politici e me sta tutta in una parola: pavidità. Se la politica deve piegare la schiena a chi la denigra, vuol dire che non ha più motivazioni per stare in campo”.

Grillo le ha chiesto se Cosimo Mele è ancora deputato.
“Basta che si informi sul sito internet per capire che Mele non è più un parlamentare dell’Udc”.

Ha sentito Mele quest’estate?
“No. Ho mandato un mazzo di fiori alla moglie e alla figlia Angelica, quando è nata, augurando ogni bene alla loro famiglia”.

Tornando a Grillo, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, pensa che lui riempia un vuoto.
“Mi auguro che in futuro Bertinotti voglia sempre tener presente il suo ruolo di presidente della Camera. E che, come tale, si assuma la responsabilità politica e morale della rappresentanza di un’istituzione fatta da 630 persone. Se il presidente della Camera si mette a cavalcare anche lui l’antipolitica, ci tocca chiudere Montecitorio per mancanza di ragione sociale”.

Bertinotti non ha raccolto il suo appello perché fosse commemorato in Aula l’11 settembre.
“Ne sono rammaricato. Almeno un minuto di silenzio era più che doveroso farlo”.

Lei è andato a far visita a Spogli: come ha reagito a questo silenzio dell’Italia sull’11 settembre?
“Va chiesto all’ambasciatore. Sono andato da lui per esprimere la solidarietà che si deve di anno in anno agli Usa per questa ferita ancora aperta dell’11 settembre. Credo che gli abbia fatto piacere la mia visita, come la manifestazione di solidarietà che tanti privati cittadini hanno indirizzato all'ambasciata. Il governo invece ha dato solo prova di indifferenza”.

Sta dicendo che il governo Prodi non è filo-occidentale?
“Che questo governo abbia valori molti diversi dai nostri non c’è dubbio. La posizione del governo italiano su Hamas mi trova in profondo dissenso. Ho trovato molto squilibrate le parole dette da Prodi ad agosto, perché rischiano di indebolire al tavolo palestinese la posizione negoziale di Abu Mazen e della componente di Fatah, l’unica che parte dal riconoscimento dello Stato di Israele”.

La posizione di Prodi su Hamas è la stessa di D’Alema.
“Nell’ultimo dibattito che ho fatto con D’Alema alla festa dell’Unità, il ministro degli Esteri si è premurato di precisare che quando parlava di Hamas si riferiva alla auspicabile riconciliazione tra i palestinesi e certo non enunciava la volontà del governo italiano di venir meno all’impegno dell’Europa che ha classificato Hamas come un’organizzazione terroristica”.

Sarà, ma lui si è anche fatto fotografare a braccetto con degli esponenti di Hezbollah.
“Voglio ritenerlo un infortunio per non infierire ulteriormente, perché credo che ci sia una continuità della politica estera italiana che va coltivata”.

Passando alla Rai, le dispiace che Angelo Petroni sia stato sostituito con Fabiano Fabiani?
“Mi dispiace perché non pensavo che Petroni meritasse questo trattamento. Ritengo Fabiani potenzialmente un ottimo consigliere d’amministrazione. Io stesso all’atto delle nomine Rai feci in passato il suo nome”.

E allora qual è il problema?
“L’assetto complessivo della Rai. Come tutti sanno, Fabiani è un stretto sostenitore di Veltroni. Durante il nostro governo fu nominato presidente un uomo di sinistra. Oggi la nomina di Fabiani rende moralmente obbligata la scelta di un presidente di centrodestra”.

Per esempio?
“Uno dei componenti di centrodestra del Cda: da Urbani alla Bianchi Clerici a Malgieri (non cito Staderini perché tutti sanno che è mio amico), sono tutti in grado di fare il presidente Rai”.

Totò Cuffaro il prossimo anno vuole portare anche lei in pellegrinaggio a Santiago de Compostela dove lui è andato a pregare per la resurrezione della Dc. Ci andrà?
“Voglio rassicurare Cuffaro: ci sono già stato un anno e mezzo fa con la mia mamma”.

A pregare per la rinascita del grande centro?
“Non ho pregato per la Dc, ma per la mia famiglia”

COMMENTO DOVEROSO FINALE : CASINI A CHE GIOCO VUOI GIOCARE ?????????

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1.9.07

Ultimatum di Mastella - il Governo cade il 20 ottobre ?

Mastella confida pubblicamente davanti a Veltroni di aver detto a Marini di tenersi pronto. «Se i ministri scendono in piazza il 20 ottobre contro la riforma del welfare», avverte, «è crisi e si va al governo istituzionale ». La polemica è contro i settori dell’Unione che hanno digerito male i provvedimenti di luglio; e vorrebbero contestarli dopo averli avallati. Ma il vero segnale appare rivolto a Palazzo Chigi e al Paese. A Romano Prodi si chiede di far capire a Fausto Bertinotti e ad Oliviero Diliberto che il doppio ruolo «di lotta e di governo» fa perdere credibilità e porta alla crisi. Al Paese, si cerca di offrire un’immagine diversa della coalizione. Il tentativo faticoso è quello di plasmare un profilo più moderato, che mischia riflessi d’ordine, ripensamenti sul fisco; e un’insofferenza crescente per l’ipoteca ideologica dell’estrema sinistra. D’altronde, quando Veltroni prefigura maggioranze meno contraddittorie, archivia l’Unione com’è oggi.
E quando chiede più sicurezza nelle città, invocando la certezza delle pene, fa proprie tematiche care finora soprattutto al centrodestra.Nonper niente la Lega applaude e ironizza. Il Prc, invece, accusa il candidato alla segreteria del Pd di «inseguire i sondaggi ». E rinfaccia a Mastella la presenza alla «giornata della famiglia» dei cattolici. Anche quella, si ricorda, era contro una legge del governo. L’obiezione è legittima, ma inutile: nel senso che finisce per accentuare l’impressione di una cesura rispetto al passato. Pochi mesi fa, era il moderato Mastella a trovarsi isolato e sulla difensiva. Quando parlava di «alleanze non eterne», veniva osservato con sospetto, come un potenziale traditore.
In questa fase, invece, sia Veltroni che il vicepremier Francesco Rutelli non escludono nuovi scenari. Insomma, adesso è l’area estremista a sentirsi minacciata dal resto dell’alleanza; e soprattutto da un Pd obbligato a coprire e, se possibile, allargare quella «terra di nessuno» presidiata da anni dal fronte berlusconiano. La domanda è se il governo reggerà a questa divergenza interna. La reazione di pancia dell’antagonismo, pronto a raffigurare un Mastella in combutta con Berlusconi, era prevedibile. Ma nella sua scontatezza, spiega poco; anzi, risulta fuorviante. Ritenere infatti che ieri sia stato reso di pubblico dominio il pretesto per far cadere Prodi, sarebbe offensivo in primo luogo verso i potenziali congiurati.
Piuttosto, l’ultimatum somiglia allo spaventapasseri di un’altra maggioranza e delle elezioni anticipate, piantato sulla piazza «rossa» del 20 ottobre per spopolarla preventivamente; per far capire ai promotori, alcuni già scettici, che un corteo non farebbe cambiare idea al governo, ma in compenso potrebbe farne spuntare un altro, meno di sinistra. L’insistenza sulla riforma elettorale conforta questa tesi. Il «no» ad elezioni con l’attuale sistema di voto serve a guadagnare tempo; e ad esorcizzare quelle urne di primavera che Berlusconi continua a indicare come un miraggio vicinissimo alla realtà. Non è escluso che alla fine abbia ragione il Cavaliere, e torto i suoi avversari. Ma per il momento, nell’Unione le mosse e le parole sembrano fatte e pronunciate non per avvicinare la crisi di Prodi e un governo istituzionale presieduto da Marini; semmai, per allontanarli insieme al fantasma di una rivincita berlusconiana.

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Intervista integrale di Michela Brambilla a Repubblica


"NIENTE domande personali. Basta parlare della mia vita privata. Tanto si sa già tutto e poi a chi interessa?".

Basta con le calze autoreggenti, sì. Domande politiche. Michela Vittoria Brambilla, da quattro anni presidente dei giovani di Confcommercio e da pochi giorni titolare del marchio "Partito della Libertà". Lei come ha conosciuto Berlusconi e quando?
"Molti anni fa lavoravo a Mediaset, allora si chiamava Videonews. Facevo la giornalista. L'ho incontrato per la prima volta nella sua veste di imprenditore tv. Conoscersi però è un'altra cosa. È successo molto tempo dopo, un anno fa scarso".

Berlusconi a Telese ha raccontato che lei è stata scelta per guidare i Circoli della libertà essendo risultata la migliore tra i candidati. Di che tipo di selezione si è trattato?
"Non la definirei una selezione. L'autunno scorso mi stavo occupando di una Finanziaria molto punitiva per la categoria che rappresento. Lei sa che questo governo ha escluso la Confcommercio dal tavolo della concertazione per un pregiudizio ideologico contro i commercianti. Sono diventata catalizzatore di un malcontento diffusissimo e radicato. Al meeting di Rimini Berlusconi aveva parlato per la prima volta della sua intuizione: i Circoli della libertà. Alla prima occasione l'ho avvicinato e gli ho detto: i Circoli esistono già nella realtà, basta dargli forma. Così mi sono offerta di costituire l'associazione nazionale per coordinarli. Oggi sono oltre cinquemila".

Gira voce che siano venti, invece. Chi li cerca non li trova.
"Se si riferisce all'articolo pubblicato da Diario le rispondo che mi fa molto piacere: ci attaccano perché ci temono. Entro l'anno avremo un circolo in ciascuno dei novemila comuni d'Italia. Ad ottobre faremo a Roma il meeting nazionale".

Quanti delegati?
"Ancora non posso essere precisa, ci stiamo lavorando".

C'è una struttura di vertice? Lei presidente. Poi?
"No, non è una organizzazione piramidale. Io sono il presidente nel senso che rispondo personalmente alle centinaia di mail quotidiane che mi arrivano da ogni genere di persona, giovani e anziani, elettori del centrodestra e delusi del centrosinistra. Coordino, tengo i contatti coi presidenti di circolo".

Che sono? Può dare qualche indicazione sulle persone?
"Ma sono nomi che non vi dicono niente: pensionati e studenti, imprenditori e lavoratori autonomi. Gente non famosa".

Disillusi dalla politica, voti da recuperare.
"Non è disamore per la politica. È disinganno per questa politica. Per le bugie di questo governo. L'antipolitica è figlia delle promesse non mantenute. Crescono le tasse, aumenta la spesa pubblica, peggiorano i servizi. Ecco che monta l'impotenza".

Berlusconi dice che lei è una "brava figlia". Dice che le darà un sottosegretariato all'Ambiente.
"Ci ho parlato poco fa. Non ha detto così, ha smentito. A me comunque non interessano le poltrone. Nella mia azienda ne ho di più solide di quelle che potrebbero offrirmi".

Al principio dicono tutti così, poi cambiano idea.
"Cambiare idea non è un delitto. Comunque io non considero il tema".

Ha detto che non s'interessava di politica, in un'intervista del 2004, e che aveva votato scheda bianca. E' stato Berlusconi a redimerla?
"Rettifico quell'intervista: non ho mai votato scheda bianca. Sono sempre stata vicina al centrodestra".

Cattolica?
"Sì"

Non è sposata col padre di suo figlio. E' favorevole ai Dico?
"Abbiamo detto niente vita privata".

Vorrei sapere cosa pensa dell'opportunità di regolare le unioni di fatto da politica, da cattolica e da persona che ne costituisce una.
"I diritti individuali sono già garantiti. L'unica cosa che i Dico avrebbero portato sarebbe stata la pensione di reversibilità per i conviventi, che d'altra parte il sistema pensionistico nazionale non sarebbe stato in grado di sostenere. I figli, il diritto alla visita in ospedale: tutto questo già c'è e quel che non c'è si può correggere caso per caso. Esistono le scritture private. Stiamo parlando di una questione che riguarda una minoranza del paese, non sono queste le priorità di un governo".

Che sono invece?
"Sicurezza, riduzione della spesa pubblica, politica fiscale"

Pensa che la legge sull'aborto, la 194, sia da cambiare?
"Non è materia da dare in pasto alle logiche di schieramento. E' un tema delicato, bisogna rispettare la libertà di coscienza".

Ma la legge è da cambiare o no?
"Riprendere in mano un testo datato ed approfondire i temi può essere positivo".

Come risolverebbe la crisi Alitalia?
"Bisognava fare un piano industriale e vendere un anno fa. Il rinvio ha fatto crollare il mercato azionario a danno dei poveretti che ci avevano investito e fatto aumentare i debiti inutilmente".

Come riformerebbe le pensioni?
"Non si può abolire lo scalone. E' una misura che il sistema non sostiene ed è inoltre a vantaggio dei soliti noti. Bisogna pensare alle nuove generazioni. Le revisioni dei coefficienti vanno a danno dei giovani".

Uomini e donne devono andare in pensione ad età diverse?
"In teoria no, ma nella pratica le condizioni di vita e lavoro di uomini e donne sono ancora molto diverse. Riparliamone quando la parità sul lavoro sarà effettiva".

Cioè tra parecchio. Oggi Forbes fornisce una classifica in cui Marina Berlusconi è la donna più potente d'Italia. Lei a che posto è?
"Non credo nella differenza di genere e mi fanno ridere le classifiche. S'immagini l'effetto che mi fa una graduatoria delle donne potenti".

Come si fa a non credere alla differenza di genere? Non è un dato di fatto?
"Intendo che non m'interessa sapere se una persona capace è uomo o donna. Se poi vogliamo proprio parlare di donne non sarò io a stupirmi che ce ne siano di competenti e preparate. A destra come a sinistra".

Lei disse che apprezzava Finocchiaro, Melandri e Prestigiacomo...
"Di donne preparate e capaci in politica ce ne sono moltissime".

Queste le apprezza?
"Non mi faccia fare elenchi di nomi".

Diciamone uno alla volta. Chi le piace al Governo? Emma Bonino?
"Ha una storia importante, è coerente. Ha dignità".

Melandri, Turco?
"Basta. Apprezzo Sarkozy che ha voluto al governo molte donne e giovani e che chiama a lavorare con lui gente di sinistra. Lo farei anch'io".

Se votasse alle primarie del Pd il 14 ottobre sceglierebbe Letta Bindi Veltroni o chi altro?
"Per fortuna non voto. Rispetto chi ha avuto la voglia di cimentarsi, tuttavia".

Intende dire cimentarsi in gara contro Veltroni?
"Ho letto giusto ieri La nuova stagione, il libretto sul programma di Veltroni. Berlusconi e Sarkozy dovrebbero fargli causa per plagio. Lo slogan è suggestivo, purtroppo c'è solo quello di suo. Chi vuol piacere a tutti finisce per non piacere a nessuno".

Non è il suo caso. Si dice che dentro Forza Italia il suo unico sostenitore sia Berlusconi.
"L'epoca dei sospetti e delle gelosie mi pare superata.
Accade sempre che si attivino diffidenze quando compare in scena qualcuno di nuovo. Io aspetto che siano i fatti a parlare e non serbo rancore".

Vediamo. Tremonti è stato un buon ministro?
"Non ha aumentato la spesa pubblica né le tasse, ha lasciato i conti in ordine. Di nuovo: sono fatti".

I numeri ballano molto, come lei sa, dipende dalla mano che li esibisce. Fini è un buon leader?
"Ancora nomi? Non ne faccio".

Scusi: Fini è il suo principale alleato, per il momento An è l'unico partito che sembra disposto a formare con voi il Partito delle Libertà. Bossi non entra, Casini non ci sta...
"Casini e Mastella inseguono un progetto che non ha nessun fondamento nella realtà, il partito moderato di centro è Forza Italia".

Si diceva di Fini. L'ha mai votato prima di aderire a Forza Italia?
"Non rispondo. Quel che ho fatto io in passato non importa. Conta che nei circoli i partiti della coalizione sono già fusi".

Cosa pensa del rapporto di Bossi con le armi?
"Ciascuno ha diritto di rappresentare come crede lo scontento che sente attorno a se. Mi creda, al Nord il livello di irritazione verso la politica fiscale è altissimo. La protesta non va sottovalutata".

Al contrario. Parliamo si inviti ad imbracciare il fucile.
"Intemperanze verbali. Il terrorismo politico è un'altra cosa".

FONTE: WWW.REPUBBLICA.IT

Minsitri in piazza? é insostenibile

D'Alema strilla a PRC PDCi e Verdi - Unità

Diliberto non cede alle minacce di Mastella - Corriere

Se i DS votano per Letta - Il Tempo



Frase del giorno

«Quello dei ministri in piazza è un problema che non si può nemmeno porre, chi ci va, sia chiaro che deve dimettersi». Lo dichiara in una nota Massimo Donadi, capogruppo alla Camera di Italia dei Valori. «È bene - aggiunge - che la sinistra radicale faccia una seria riflessione sul proprio ruolo perché continuare a promuovere manifestazioni contro la stessa maggioranza e contro il resto del Governo è segno di immaturità e di evidente incapacità a ricoprire incarichi governativi».