: Politica Libera :

Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006

29.6.07

Caso Speciale-Gdf, Vincenzo Visco è indagato




Il viceministro Vincenzo Visco (Lapresse)

ROMA - Vincenzo Visco è indagato dalla Procura di Roma per tentato abuso di ufficio e presunte minacce nei confronti dell'ex comandante della Guardia di finanza, il generale Roberto Speciale. Ne ha dato conferma il suo difensore, l’avvocato Guido Calvi, al termine dell’interrogatorio in Procura, a Roma, nell’ambito dell’inchiesta sulle pressioni per ottenere lo spostamento di quatto ufficiali dalla sede di Milano.

ARCHIVIAZIONE - Visco ha lasciato gli uffici della Procura da un'uscita secondaria. «Dopo le notizie pubblicate dai quotidiani - ha detto Calvi - il ministro ha deciso di presentarsi spontaneamente ai magistrati e ha risposto a tutte le domande in modo esauriente, al punto che la difesa ha formulato un'immediata richiesta di archiviazione del procedimento per totale insussistenza delle ipotesi accusatorie». Circa l'ipotesi di minacce, Calvi ha detto che questa fa riferimento a una «telefonata in cui Visco ha rivendicato i suoi poteri di autorità politica di controllo della condotta di una autorità amministrativa perché siano realizzate le finalità di governo: in particolare, l'impegno nella lotta all'evasione fiscale. Di qui i dubbi e le perplessità circa le condotte di alcuni comandi in Italia che apparivano deboli e non adeguatamente efficienti». In merito all'ipotesi di tentato abuso d'ufficio, il difensore di Visco ha precisato che «al ministro non è mai stata data comunicazione della lettera che il procuratore della Repubblica di Milano Minale ha inviato a Speciale e solo quando la stampa ne ha dato notizia c'è stata una telefonata di Visco a Minale e i due hanno deciso di fare un comunicato congiunto circa la necessità graduale di eventuali sostituzioni nei comandi della guardia di finanza di Milano».

DICHIARAZIONI SPONTANEE
- Il viceministro dell’Economia si era presentato nel pomeriggio in piazzale Clodio per rendere dichiarazioni spontanee. Era accompagnato dal suo legale, l’avvocato-senatore Guido Calvi. Visco è stato sentito nell'ufficio del procuratore della Repubblica Giovanni Ferrara alla presenza del pm Angelantonio Racanelli. L'interrogatorio è durato due ore e mezzo. L'inchiesta giudiziaria è stata avviata dopo la pubblicazione delle rivelazioni fatte dall'ex comandante generale della Guardia di Finanza, Speciale, all'Avvocatura dello Stato. Il generale, sentito il 15 giugno, avrebbe ribadito agli inquirenti romani di aver ricevuto pressioni da Visco per trasferire i quattro ufficiali delle Fiamme Gialle in servizio a Milano.


FONTE WWW.CORRIERE.IT

20.6.07

Berlusconi al Colle: Il Governo non governa !

E' durato esattamente 1 ora e 30 il colloquio dei leader della Cdl al Quirinale con Giorgio Napolitano. Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Umberto Bossi e Gianfranco Rotondi hanno lasciato il Colle alle 19,30. Erano entrati alle 18 in punto.

BERLUSCONI A NAPOLITANO, SITUAZIONE MOLTO PREOCCUPANTE "E' una situazione molto preoccupante e questo è quello che abbiamo portato al Capo dello Stato". E' quanto afferma il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa organizzata dalla Cdl dopo l'incontro con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Cavaliere ribadisce che la richiesta dell'incontro è stata sentita come "un dovere in seguito alla campagna elettorale per le amministrative nel corso della quale abbiamo visto da vicino ciò che pensano gli italiani", vale a dire "una profonda e diffusa crisi di legittimità di questo governo".

QUIRINALE, INCONTRO CON CDL NEL RECIPROCO RISPETTO
L'incontro del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con i leader della Cdl, secondo fonti accreditate del Quirinale, si è svolto in un clima di reciproco rispetto nel quadro delle rispettive prerogative e responsabilità per il funzionamento delle istituzioni.

CASINI, QUIRINALE? IO HO SEGUITO STRADA DIVERSA

"Non faccio polemiche con gli amici dell'opposizione, io ho seguito una strada diversa e spero sia egualmente produttiva". Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, interpellato a margine di un incontro organizzato dalla federazione regionale del suo partito. Casini è anche ritornato sulla dura polemica che ha avuto oggi con il premier Romano Prodi durante il question time. "Io - ha osservato - ho fatto battaglia in aula perché penso che l'opposizione abbia il dovere, sopratutto in Parlamento, di incalzare il Governo",. "Oggi - ha sottolineato - ho avuto uno scontro molto duro con Prodi, e spero sia servito a evitare nuovi commissariamenti, come quello della Polizia dopo quella Guardia di Finanza da parte del Governo". Casini lasciando l'incontro per un impegno a Bruxelles ha aggiunto: "Domani sarò al vertice del Ppe e lì vedrò Silvio Berlusconi, così mi dirà cosa ha detto al Quirinale...".

FINI, RISCHIO E' CHE DISCREDITO PRODI CADA SU PAESE
"Al capo dello Stato ci siamo permessi di illustrare il rischio che il discredito del governo Prodi possa diventare presto discredito per tutte le istituzioni e per l'intero sistema Italia": lo ha detto il leader di An, Gianfranco Fini. (ANSA)

12.6.07

La CDL andrà al Qurinale

9.6.07

Il progetto del Circolo della Libertà va avanti !

Michela Vittoria Brambilla, presidente dei Circoli della Libertà (Ap)
La cavalcata della Presidente Brambilla non conosce ostacoli....ora è nata anche la TV della Libertà....

Leggi l'articolo del Corriere sulla TV della Libertà

Scarica il Giornale della Libertà di oggi

Profanata la lapide di Aldo Moro a Roma


Profanata la lapide di Aldo Moro:Marini e Bertinotti sdegnati: "Un atto di ignoranza e inciviltà"
Cossiga: "Il governo è il mandante morale e politico del gesto"
- Repubblica

«Mi sembra che la profanazione della targa di via Fani esprima bene lo spirito che anima le manifestazioni contro Bush organizzate con l'approvazione del Presidente della Camera Fausto Bertinotti, di Rifondazione Comunista e della sinistra alternativa. Mi auguro che nessun membro del governo o della maggioranza abbia la spudoratezza di andare a via Fani, dopo che sono i mandanti politici e morali dell'infame gesto» ha commentato Francesco Cossiga.

3.6.07

Caso Speciale GDF - Fini a Napolitano : Intervenga

Non accenna a chiudersi il caso Visco-Guardia di Finanza, culminato con la destituzione del comandante delle Fiamme Gialle, generale Roberto Speciale, e con la revoca delle deleghe sulla Guardia di Finanza al viceministro Vincenzo Visco. La Casa delle Libertà, per bocca del leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini, insiste nel chiedere un intervento del presidente della Repubblica che pure ha già detto di non avere titolo per entrare nella questione.

Il presidente, è la tesi di Fini, non può dire che la questione Visco-Gdf non è di sua competenza. «Non si tratta - spiega il leader di An nel corso della trasmissione In mezz’ora su Rai3 - di chiamare in causa il presidente della Repubblica. Basta conoscere la Costituzione per avere le idee chiare: Napolitano è il capo delle Forza Armate e quindi non c’è ombra di dubbio che la destituzione del comandante generale della Guardia di Finanza da parte del governo rappresenta una questione di fronte alla quale il capo dello Stato non può dire ’non è di mia competenzà».

«Come sempre su queste questioni - aggiunge - credo che ci sia un problema di rispetto reciproco dei ruoli, di bon ton istituzionale: quando ci si rivolge al capo dello Stato è chiaro che bisogna rispettare la carica». Tuttavia, secondo Fini, il capo dello Stato «non è stato strattonato perché ai sensi della Costituzione è il capo delle Forza Armate».

Bossi: la gente vuole andare al voto
E a Napolitano si rivolge anche Umberto Bossi che da Pontida, di fronte al popolo leghista dice: «la gente vuole elezioni politiche». «Mi rivolgo al presidente della Repubblica: la gente vuole elezioni politiche», ha detto Bossi affermando che «il Governo non ha i numeri e il Paese è paralizzato. Il Parlamento non funziona più perché non ha i numeri per farlo funzionare». Secondo Bossi «il popolo ha dimostrato chiaramente che vuole cambiare il Governo, la Padania tutta ha dimostrato di voler cambiare». «Io voglio che Prodi se ne vada» e sarei «favorevole» ad andare al voto «ma in questo momento non ci sono le condizioni», ha detto invece Fini.

Prodi: queste contrapposizioni distruggono il Paese
«Queste contrapposizioni che esplodono da un giorno all’altro distruggono il Paese», ha commentato il presidente del Consiglio, Romano Prodi. Intanto si apprende che potrebbe essere il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa a rappresentare il governo mercoledì in Senato durante il dibattito sulle mozioni contro Visco. La decisione dovrebbe essere presa martedì ma sembra improbabile che sia Prodi in persona a prendere la parola in Senato.

FONTE ARTICOLO -- WWW.LASTAMPA.IT

VEDI ON LINE LA PUNTATA - IN MEZZ'ORA DEL 3/6/07



Speciale: "MI HANNO CACCIATO VIOLANDO LA LEGGE


E' agguerrito il comandante della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, che, in una intervista al Corriere della Sera, fa sapere che ora non aspetta altro che leggere il decreto del Consiglio dei ministri con cui e' stato estromesso dal comando. "Da quello che ho capito - dice - e' che mi cacciano con effetto immediato". E aggiunge: "Ho gia' parlato con insigni giuristi i quali mi hanno detto che se faccio ricorso non c'e' partita. Vinco alla grande. Qui siamo proprio fuori da ogni regola giuridica". Secondo Speciale, il provvedimento a suo carico "e' immotivato. Non c'e' ragione. E' un atto irrazionale, forse preso sull'onda dell'emozione. Io ho fatto il mio dovere e mi sbattono fuori. Eh, no. Io mi devo tutelare. E lo faro'". Il generale racconta poi le modalita' con cui gli e' stato comunicato il provvedimento a suo carico. "Mi ha chiamato il ministro Padoa-Schioppa - dice - Mi ha detto: siamo arrivati ad un punto in cui bisogna prendere una decisione, allora la cosa migliore sarebbe che lei presentasse una lettera di dimissioni e noi in cambio avremo un occhio di riguardo, le troveremo una buona sistemazione. Ho detto - continua Speciale - non se ne parla proprio. Lettera di dimissioni? E perche', che ho fatto, io ho la coscienza a posto e non me ne voglio andare. Allora lui mi fa: in questo caso dobbiamo procedere in altro modo. Benissimo, gli ho detto, procedete pure, io non ho problemi". Nel corso dell'intervista, il generale avanza anche dubbi sulla validita' del Consiglio dei Ministri che gli ha tolto l'incarico. "Nel senso - spiega - che non c'era quasi nessuno. Rutelli non c'era, Di Pietro mancava, Amato non c'era, D'Alema era a Valencia alle regate di Luna Rossa. E' valido - si chiede - 'sto Consiglio dei ministri? Mah". Speciale racconta poi dell'accoglienza riservatagli alla parata del 2 giugno. "Prodi mi ha accolto malissimo - dice - quando mi ha visto ha cambiato strada. Gli altri sono stati gentili. Ma soprattutto mi ha riempito di gioia la reazione della gente. Mi hanno fatto la 'ola' quando passavo. Questo e' un chiaro segnale di simpatia verso una persona che ha subito un sopruso". E ancora: "Il presidente del Senato Marini mi ha commosso. E' stato molto affettuoso. Gentilissimo anche il presidente della Camera Bertinotti". (AGI)

Giornata POLITICA del 3 giugno 2007

Vigilia G8 quasi mille feriti - Corriere

Caruso (PRC) Prodi diserti il summit - Corriere

FOTO SCONTRI



VERGOGNA - VERGOGNA

Non li facciano venire i no global ogni volta è sempre la stessa musica......e questi sarebbero i pacifisti ???

Putin: pronto a puntare i missili sull'Europa

Posto questo articolo integrale del Corriere della Sera che riguarda l'intervista al Premier russo

Il presidente russo Putin (Ansa)


NOVO-OGARYOVO (Russia) — Sono passate le otto di sera, Vladimir Putin è in ritardo perché è andato a visitare la vedova di Eltsin. I rappresentanti dei giornali invitati dal Cremlino, uno per ogni Paese del G8 che si apre mercoledì in Germania, lo attendono nella dacia presidenziale di Novo-Ogaryovo, immersa in un bosco stupendo oltre il quale spuntano come funghi le seconde case dei nuovi miliardari moscoviti. L'atmosfera è rilassata, funzionari e guardie del corpo giocano a biliardo per ingannare il tempo. Ma quando il Presidente arriva e comincia un incontro che poco dopo si trasferirà a tavola, l'amichevole informalità che regna nella dacia diventa poca cosa davanti alla rudezza delle parole. Sì, risponde Putin a una nostra domanda, i missili nucleari russi torneranno a essere puntati contro città e obiettivi militari europei se gli Usa insisteranno a modificare l'equilibrio strategico con il coinvolgimento di Polonia e Repubblica Ceca nella creazione di uno «scudo» anti- balistico. Il messaggio è forte, ma conviene cominciare dall'antipasto.

Signor Presidente, non c'è più amore tra Russia e Occidente, lei parla di imperialismo Usa come si faceva ai tempi dell'Urss; siamo già in un clima da nuova guerra fredda?

«Nelle relazioni internazionali non si usa un linguaggio da luna di miele. Vanno sempre difesi i propri interessi nazionali, e la coesistenza consiste nel farlo insieme, in uno spirito di compromesso. Qualcuno nella comunità internazionale crede che le sue idee e i suoi interessi siano valori assoluti da affermare con ogni mezzo. Questo non aiuta. Faccio un esempio: se avesse prevalso lo spirito di compromesso, i nostri consigli sarebbero stati ascoltati e gli Usa non avrebbero attaccato l'Iraq. Certo oggi la situazione sarebbe migliore ma non voglio nemmeno drammatizzare i contrasti, non è proprio il caso di parlare di guerra fredda».

Al centro dei dissensi con Washington c'è il sistema difensivo anti-missile e la volontà di installare alcuni suoi componenti in Polonia e nella Repubblica Ceca. Quando la Russia protesta, vuole che l'America rinunci del tutto al progetto difensivo?

«Vorrei rispondere partendo dal Cfe, il trattato che limita le forze convenzionali in Europa. Noi lo abbiamo applicato scrupolosamente, e cosa abbiamo avuto in cambio? L'Europa si sta riempiendo di nuove basi, di nuove truppe, di nuovi radar, di nuovi missili. Allora dobbiamo chiederci: stiamo forse disarmando unilateralmente? Non possiamo permetterci di non essere preoccupati, e per questo abbiamo dichiarato una moratoria sul Cfe. Lo stesso ragionamento vale per il cosiddetto scudo difensivo, esso fa parte dell'arsenale americano, è un elemento del sistema nucleare che protegge il territorio degli Usa, ed è la prima volta nella storia che elementi di questo sistema vengono dislocati in Europa. Ci dicono che la difesa serve contro i missili iraniani, ma non esistono missili iraniani con la gittata necessaria. Allora diventa evidente che queste novità riguardano noi russi.
È ben noto che l'equilibrio strategico può essere alterato con sistemi difensivi, creando l'illusione teorica di non essere più vulnerabili e dunque di poter attaccare senza conseguenze. Noi non intendiamo inseguire questo sogno. Intendiamo invece riequilibrare gli strumenti difensivi con più efficaci strumenti offensivi, senza tuttavia aumentare le spese militari, ma sappiamo che questo rischia di riaprire una corsa agli armamenti di cui non saremo comunque responsabili. Non abbiamo cominciato noi ad alterare l'equilibrio strategico, non siamo stati noi ad abbandonare unilateralmente il trattato Abm».

Le viene mai la tentazione di restituire pan per focaccia all'America, di collocare missili russi a Cuba o in Venezuela?

«No, non ci penso nemmeno, anche se oltre alla Polonia e alla Repubblica Ceca vedo sorgere basi Usa anche in Romania e in Bulgaria».

Se lo «scudo» andrà avanti, i missili russi torneranno ad essere puntati contro le città e gli obiettivi militari americani come accadeva ai tempi della guerra fredda?

«Naturalmente sì. Se il potenziale nucleare americano si allarga al territorio europeo noi dovremo darci nuovi bersagli in Europa. Spetta ai nostri militari la definizione di questi bersagli così come la scelta tra missili balistici e missili da crociera. Ma questo è soltanto un aspetto tecnico».

Dopo il Cfe sulle forze convenzionali anche il trattato Inf sugli
euromissili è in pericolo?

«La questione del trattato Inf non è direttamente collegata alle difese antibalistiche americane. Il problema è che in base a quel trattato Usa-Urss del 1987, soltanto la Russia e gli Stati Uniti non possono avere missili con gittata da 500 a 5.500 chilometri, mentre molti altri Paesi se ne stanno dotando. Così non va. Noi non vogliamo complicare ulteriormente le cose, ma stiamo seriamente considerando l'impatto dell'Inf sulla nostra sicurezza».

Come reagirebbe se l'Ucraina entrasse nella Ue e nella Nato?

«Al primo processo, quello che riguarda la Ue siamo sempre stati favorevoli. Al secondo no, perché la Nato è un'alleanza militare e nessuno ha bisogno, nemmeno in Ucraina, di ulteriori motivi di contrasto. La politica dei blocchi è fuori dai tempi, e del resto la maggioranza degli ucraini non è favorevole a entrare nella Nato».

Se lo «scudo» Usa fosse multilaterale e gestito dalla Nato, la Russia accetterebbe di parteciparvi?

«Non credo che cambierebbe molto, noi che abbiamo conosciuto il Patto di Varsavia sappiamo come vengono prese le decisioni nella Nato. La sapete la barzelletta sul telefono speciale di Honecker? Era un telefono fatto di un pezzo soltanto, la cornetta di ascolto. Anche la Nato oggi funziona così. Quanto alla collaborazione russa, eravamo stati noi a proporla e ad ottenere un rifiuto. Oggi l'idea riaffiora. Ma cosa ci viene offerto? Di usare i nostri missili come bersaglio nei test. Viene da ridere. Se invece ci fossero proposte serie, noi saremmo pronti a lavorare insieme».

In quale modo si può risolvere il contrasto nucleare con l'Iran?

«Come è stato fatto con la Corea del Nord: con la pazienza e il negoziato».

Lei è d'accordo con George Bush quando dice che un Iran con la bomba atomica è inaccettabile?

«Sono assolutamente d'accordo con lui».

La vostra posizione sul Kosovo non rischia di accelerare una dichiarazione di indipendenza unilaterale?

«La Russia si limita ad affermare le norme del diritto internazionale sancite peraltro anche nella risoluzione 1294 dell'Onu. Se si ritiene che l'autodeterminazione debba prevalere sul diritto, allora questo deve essere valido ovunque. Anche in Ossezia, in Abkhazia o in Transdnistria, e anche in regioni europee che vanno dalla Scozia alla Catalogna e a tante altre. Un dialogo con la Serbia può favorire l'evoluzione della loro posizione sul Kosovo, perché avere tanta fretta a umiliarli come nazione?».

Vladimir Vladimirovich, qualcuno chiede che la Russia sia esclusa dal G8 perché la sua democrazia è troppo imperfetta. Cosa risponde?

«È una cosa che non ha senso. Siamo nel G8 perché ci hanno invitati. E per quanto riguarda la nostra democrazia non siamo gli unici ad avere difetti. Con la differenza che gli altri non attraversano un periodo di trasformazioni epocali come noi. Del resto alcune libertà sono garantite da noi meglio che altrove. Per esempio noi non abbiamo la pena di morte e nemmeno i senza casa, Guantánamo, la tortura, la violenza contro i dimostranti».

Eppure piccole manifestazioni sono state represse con molta durezza di recente...

«Sciocchezze. Altrove vengono usati i gas, le scariche elettriche, i proiettili di gomma. Perché dobbiamo essere sempre noi i più cattivi, perché tanto scandalo? Si può dimostrare, ma non si possono bloccare i trasporti o creare rischi per gli altri, e in questi casi le autorità hanno il dovere di intervenire. Noi usiamo metodi meno duri di quelli in vigore in Occidente. Ho detto ad Angela Merkel che ero sorpreso per le perquisizioni e per i raid preventivi effettuati in Germania in vista del G8, ma in realtà so che bisogna garantire la sicurezza prima dei grandi eventi. E poi con Angela ho un buon rapporto. Ma la si smetta di considerarci degli orchi cattivi».

Lei è indubbiamente popolare in Russia, ma ha il vantaggio di non subire la minima critica in televisione...

«Anche questo è sbagliato. Abbiamo 19 mila media elettronici. Anche se volessi, non potrei controllarli tutti. E poi non è vero che non vengo mai criticato.
Quando sbaglio le critiche arrivano. E per giunta la presenza dello Stato in tv non è da noi diversa da quella che c'è in Francia o in altri Paesi europei».

La Gran Bretagna ha chiesto alla Russia l'estradizione di Andrej Lugovoj per l'omicidio Litvinenko. Perché non viene accordata?

« Intanto perché bisognerebbe emendare la Costituzione. Ma se anche si facesse questo, il Procuratore generale mi dice che non sono state fornite motivazioni sufficienti. Anche in Russia c'è un'indagine su Lugovoj, e noi procederemmo se trovassimo materiale d'accusa. A questo punto mi chiedo: coloro che vogliono l'estradizione, ignorano le nostre leggi oppure non sono in grado di fornire elementi di accusa validi? Viene il sospetto che si tratti di una mossa politica, proprio da parte di chi nasconde sul suo territorio terroristi e ladri».

Il suo mandato scade nel marzo 2008. Come vorrebbe che fosse il suo successore?

«Saranno gli elettori a decidere. È troppo presto e sarebbe inopportuno fare speculazioni sui candidati. Per quanto mi riguarda non ho l'età della pensione. Lavorerò, ma non so dire dove».

Che ne pensa sua moglie?

«Lyudmila ha i suoi interessi, è filologa, ha la sua vita professionale. La mia presidenza è stata per lei causa di limitazioni più che di lustro. Non ha mai protestato, ma non credo che le dispiaccia la mia uscita dal Cremlino».

La Shell e ora forse la Bp perderanno le loro licenze di estrazione. Ma in questo modo la Russia non scoraggia gli investimenti che pure desidera?

«Qualcuno ha letto l'accordo originale per Sakhalin-2? Era un testo coloniale, non rispondeva in alcun modo agli interessi della Russia. Posso soltanto rammaricarmi che negli anni '90 qualcuno l'abbia firmato. E anche così, se i nostri partner avessero rispettato gli impegni, noi avremmo fatto lo stesso. Ma è andata diversamente e le decisioni prese erano inevitabili. Anche per il giacimento di Kovykta in cui è impegnata la Bp, vanno protetti tutti gli azionisti, i traguardi produttivi non sono stati rispettati e chi ha concluso l'accordo conosceva gli ostacoli sin dal primo momento. Pure in materia energetica noi russi passiamo per cattivi. Veniamo accusati se applichiamo regole di mercato all'Ucraina dopo averla sovvenzionata per 15 anni; lo stesso è accaduto con i Paesi baltici, e persino con la Bielorussia. Insomma, qualsiasi cosa facciamo non va bene.
Parliamo delle società europee: perché dovrebbero avere paura della partecipazione russa? Se fossimo stati nel consorzio Airbus avremmo salvato molti posti di lavoro. Noi non puntiamo a conquistare, applichiamo le regole di mercato».

Ciò vale anche per Aeroflot e Alitalia?

«Naturalmente. Faciliteremo un accordo se le parti lo vorranno, ma di sicuro non forniremo aiuti pubblici».

A Parigi è diventato Presidente un amico dell'America che tiene molto ai diritti umani. Andrà d'accordo con Sarkozy?

« Guardi che anche noi ci sentiamo amici dell'America. Forse le sembrerà strano per le critiche che rivolgo a Washington, ma tra noi non esiste più inimicizia, il problema è non compromettere la sicurezza collettiva che ci riguarda entrambi. Quanto a Sarkozy, che incontrerò tra pochi giorni, lui ha detto di essere amico dell'America ma di conservare gelosamente anche il diritto di dissentire dall'America. Ecco, io la penso esattamente allo stesso modo».

Fabrizio Dragosei Franco Venturini - Corriere della Sera

2.6.07

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1.6.07

Ed ora ??? Emergenza democratica