: Politica Libera :

Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006

30.5.08

ALITALIA - LA CORDATA ITALIANA C'E'

LA CORDATA ITALIANA C'E'
Vi dovrebbero confluire Air One e la cordata Benetton-Gavio-Ligresti-Riva


LE MENZOGNE DELLA SINISTRA ANCHE QUESTA VOLTA SONO STATE SMENTITE DAI FATTI !!!


http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200805articoli/33284girata.asp

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Sono tornati gli anni Settanta?

27.5.08

La coscienza sporca degli sconfitti

Ebbene sì, la grancassa mediatica del «politicamente e culturalmente corretto», è riscesa in campo. Non potendo contare sul Partito democratico di Walter Veltroni (che ha avviato un importante dialogo bipartisan con la maggioranza di centro-destra sulle riforme da fare insieme); non potendo contare su una opposizione neo-post-comunista in Parlamento, che ormai fuori dal Palazzo, rappresenta comunque un pericolo per le istituzioni (perché soffierà sempre più sul fuoco di ogni disagio, malessere, difficoltà e scelta del governo); si aggrappa all'unica casta rimasta in piedi e potente: quella dei giornali, dei giornalisti e degli intellettuali faziosi.
«Anno Zero» di Michele Santoro e Marco Travaglio (gli attacchi a freddo di Antonio Di Pietro), il populismo moralista e giacobino di Beppe Grillo, a metà tra Robespierre e Masaniello, sono state le prove tecniche di trasmissione e resistenza «democratica».
Prove per arrivare al vero tema, anzi al teorema: la sicurezza, giocata in modo inverso rispetto alle elezioni. Visto che proprio su questo argomento la sinistra ha perso e Pdl e Lega si sono dimostrati più credibili, i «resistenti» stanno tentando di rovesciare i messaggi sulla sicurezza che sono passati presso l'opinione pubblica, «condendoli» di fascismo. L'idea è la seguente: i raid razzisti di Verona (prima puntata del teorema) e di Roma (seconda puntata del teorema), sono il frutto inevitabile del clima ideologico, dovuto al ritorno al potere delle destre, che hanno vinto sventolando la bandiera della paura, dell'insicurezza, dell'intolleranza verso ogni diverso. Ergo, è tutta colpa del governo e del suo dna. E se gli episodi di violenza continuano, significa che è il governo fa soltanto annunci e niente fatti.
E non è un caso che dal Tg3 all'Unità, tale teorema sia il tormentone con cui andranno avanti per un pezzo.
L'operazione è ovviamente sporca. Sia dal punto di vista politico, sia culturale. Politico, perché si tratta di patente malafede; culturale, perché non guarda in profondità a un aspetto dell'integrazione e della legalità che sono proprio figlie del buonismo e della società multirazziale e culturale, dove nessuno sa più chi è, e ha paura dell'altro. Sulla violenza metropolitana (dagli stadi alle strade, ai raid di quartiere per ragioni impolitiche, o di clan, o di territorio o di traffici illeciti) poi, bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Una riflessione a 360 gradi. Un male che riguarda il senso della società, i suoi valori, la crisi della polis, del bene comune, dello Stato, della scuola e in primis della famiglia. Si chiama nichilismo. (www.iltempo.it)


26.5.08

D'Alema attacca la Chiesa

25.5.08

RIFIUTI: linea dura del Governo

Almirante, il gentleman della politica

Nel lunghissimo tempo della sua militanza parlamentare si guadagnò l'ammirazione degli avversari per lo scrupolo con cui preparava i suoi interventi, l'eleganza dell'eloquio, l'intelligenza delle argomentazioni, l'assiduità alla partecipazione ai lavori d'Aula e di Commissione. Fu, insomma, un deputato esemplare, per comune ammissione, capace di criticare, anche duramente l'avversario, ma sempre sottraendosi alla tentazione di offenderlo, disposto, se del caso, a riconoscere le buone ragioni anche di chi non la pensava come lui. Un deputato d'altri tempi che perfino quando fu presidente del gruppo parlamentare, per quasi due anni, si segnalò ai colleghi di partito e agli avversari per l'impegno con cui assolveva il gravoso compito: i deputati missini che arrivavano a Roma il martedì mattina trovavano nelle rispettive caselle alla Camera i compiti assegnati e, talvolta, le tracce degli interventi che avrebbero dovuto svolgere nelle Commissioni; Almirante provvedeva nei fine settimana, tra un comizio e l'altro, a preparare scalette, appunti, riferimenti, precedenti legislativi al fine di mettere in condizione il gruppo di ben figurare e quando qualcuno si assentava, con umiltà lo sostituiva affinché non mancasse, su qualsivoglia provvedimento, il punto di vista del Movimento sociale italiano. Il suo debutto, però, dagli scranni occupati dai cinque deputati missini non fu tra i più felici, come egli stesso confessò nella sua autobiografia, e lo lasciò piuttosto amareggiato ed incerto nelle sue capacità di oratore parlamentare che non era la stessa cosa del «comiziante» che infervorava le piazze, specialità nella quale non temeva confronti nel partito che pure era gremito da oratori affascinanti e trascinatori inimitabili. Prese la parola per la prima volta il 4 giugno 1948 sulla fiducia al quinto governo De Gasperi. Una prova non da poco alla quale, se anche avesse voluto, non si sarebbe potuto sottrarre essendo il leader del Movimento sociale italiano, insomma il capo dei «vinti», come si diceva allora - e si sarebbe detto per molto tempo - di quelli che, secondo l'opinione corrente, non avrebbero mai dovuto mettere piede nel Palazzo dove, invece, entrarono e vi restarono per esplicito mandato popolare. Così Almirante raccontò, con ironia e disarmante sincerità, anni dopo, la sua «prima» a Montecitorio: «Debbo precisare di aver dato inizio alla mia carriera parlamentare con un solenne fiasco: dovuto a presunzione e ad inesperienza... Ritenni che si potesse e dovesse parlare alla Camera come in piazza. Presuntuoso, ma non tanto da arrischiare il massimo, scrissi quello che mi parve un gran bel discorso, lo imparai a mente, lo recitai dinanzi al classico specchio, provai il vuoto tremendo (oh Dio, non ne so nemmeno una parola!) che l'attore prova quando deve recitare la propria parte, inizia con un filo di voce, poi presi a parlare sicuro... Ma mentre parlavo, mentre mi inoltravo sui viali fioriti di quella retorica comiziale che m'era sembrata poco meno che sublime dinanzi allo specchio, mi rendevo conto (me ne faceva avvertito l'ambiente) che si trattava di una formidabile stonatura; cioè di un grosso fiasco. Me lo fece capire, prima e più di tutti, Palmiro Togliatti, che si era fermato in aula per ascoltare il debutto di quel principiante, e che fin dalle prime battute aveva capito tutto, ivi compreso il mio mortale imbarazzo. Mentre io ero condannato a parlare, e non potevo interrompermi né mutare discorso, perché se avessi cambiato una virgola mi sarei fermato del tutto, egli, implacabile mi fissava divertito, faceva cenno a qualche vicino perché stesse a sentire, poi si alzava dal banco, e sempre fissandomi scendeva la scaletta, fino all'emiciclo, con le mani sui fianchi, senza ridere, ma con un compatimento così vistosa da balzare agli occhi. Grazie Togliatti. Dopo quella lezione non ci sono cascato più. Ho preparato le mie scalette e i miei appunti, non ho mai letto, non ho mai recitato a memoria, ho cercato, nei limiti del possibile, di indurre all'attenzione quell'uditorio distratto, sgraziato, impossibile che è di norma il Parlamento italiano». Chi l'avrebbe mai detto: «Almirante debitore di Togliatti nell'acquisizione della tecnica oratoria parlamentare. Scherzi di Montecitorio dove, contrariamente a quanto si è portati a ritenere all'esterno, s'intrecciano rapporti e nascono perfino amicizie tra avversari che non di rado stridono con la polemica politica pubblica a cui normalmente e doverosamente danno vita. (www.iltempo.it)

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24.5.08

Veltroni attacca la LEGA per il Ponte

Il segretario del Pd ha poi toccato temi relativi alle prime politiche avviate dal governo, ribadendo intanto il no al Ponte sullo Stretto: "Il ponte di Messina è
sbagliato. Vorrei che voi andaste nei bar, nei ristoranti e nei mercati a chiedere ai dirigenti della Lega perchè il ponte era sbagliato prima del 14 aprile, mentre ora è diventato una priorità".

Come sono sbagliati gli estremismi legati alle politiche sulla sicurezza: "Le ronde non si devono fare. Penso che noi - ha sottolineato - non dobbiamo concedere nulla su questo".


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23.5.08

Ponte sullo Stretto:Matteoli riavvia le procedure

«Il collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente è tra le infrastrutture che rivestono carattere prioritario e la sua realizzazione ha già costituito oggetto di affidamento al contraente generale. È pertanto necessario porre in essere nei tempi più brevi tutte le condizioni per la ripresa delle attività inerenti alla costruzione del manufatto».

LA LETTERA - Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, in una lettera inviata al presidente della Società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, nella quale ribadisce l'impegno in favore della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina da parte del governo. Nell'affermare «l'impegno del Ministero concedente a fare a tal fine tutto quanto di propria competenza - si legge nella lettera - si conviene in particolare sull'esigenza di un'immediata revisione della convenzione di concessione e del piano economico-finanziario in essere e si invita la Società Stretto di Messina ad avviare gli adempimenti istruttori a ciò occorrenti».

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23 maggio 1992: strage di Capaci

"Siamo particolarmente lieti che il Consiglio dei ministri abbia approvato il sistema di misure antimafia che ci consente di completare il disegno di Giovanni Falcone proprio nei giorni di commemorazione della strage di Capaci e noi pensiamo che questo possa essere il miglior regalo alla memoria di Falcone". Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano arrivato all'aula bunker dell'Ucciardone di Palermo per le commemorazione del giudice Giovanni Falcone a 16 anni dalla strage di Capaci. "Abbiamo inserito -ha aggiunto Alfano- misure di prevenzione tra quelle di competenza della direzione nazionale antimafia e una serie di interventi che riguardano l'efficacia delle confische perche' passata troppo tempo tra la confisca e l'utilizzo del bene mafioso. Queste sono misure di immediato impatto nel contrasto a Cosa nostra".




Berlusconi:l'anniversario di Capaci è memoria di sacrificio - Corriere

Alfano:aumenteremo le carceri - Repubblica

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22.5.08

Berlusconi:imporremo la legalità

Il Cavaliere mantiene le sue promesse:via ICI, detassazione straordinari e premi fino a 30.000 euro.

Carcere per chi ostacola le discariche - La Stampa

Maroni:subito un CPT in ogni regione - La Stampa

Lo stato deve fare la Stato e deve imporre la legalità - Il Tempo

Bisogna abituarsi, è un Berlusconi diverso. Che non sogna la presidenza della Repubblica, ma che vuole incidere pesantemente nelle scelte del Paese. Stavolta vuole lasciare il segno. Anche perché non ha più scuse.




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21.5.08

1988 - 2008 = 20 anni dalla morte di Giorgio Almirante

1988 -2008 vent'anni fa moriva Giorgio Almirante padre della Destra Italiana

Se alla mia generazione fossero mancati come punto di riferimento uomini come Giorgio Almirante, che ci insegnavano a non odiare, oggi parleremmo di guerra civile, e non di guerra civile strisciante". Così il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel corso della presentazione del libro 'La notte brucia ancora' di Giampaolo Mattei, a cura di Giommaria Monti, rievoca gli anni di piombo e, lodando la figura del padre storico del Movimento sociale, ribadisce che, a suo giudizio, "quegli anni sono ormai molto lontani". Tesi condivisa solo in parte dal segretario del Pd, Walter Veltroni, secondo cui slogan come '10, 100, 1000 Nassiriya' non sono diversi da 'Camerata, basco nero, il tuo posto e' al cimiterò. Già militanti su sponde politiche opposte, Fini e Veltroni oggi sono uniti nel condannare gli anni di piombo come un periodo in cui l'odio e la violenza cieca ha spezzato tante vite innocenti, come quella dei fratelli Virgilio e Stefano Mattei, bruciati vivi nel rogo di Primavalle. Ed entrambi lodano le parole del capo dello Stato, che nei giorni scorsi ha invitato a limitare agli ex terroristi le tribune radiotelevisive.


Di quella vicenda, Fini ricorda le tragiche menzogne diffuse dall'informazione, non solo quella di sinistra: "Si arrivò - afferma - a negare l'evidenza delle ragioni politiche di quella strage. Penso alle nostre manifestazioni contro il 'Messaggero', che parlava di pista nera, di una strage maturata all'interno della sezione missina. Ricordo ancora il dolore e la sensazione di essere straniero in patria". All'autore del libro, Giampaolo Mattei, Fini racconta come, nel corso della sua esperienza alla Farnesina, cercò di ottenere l'estradizione dell'autore della strage, Achille Lollo, rifugiato in Brasile: "Parlai a Lula e chiesi cosa potesse fare. Lui non poté che verificare l'inesistenza delle condizioni di legge per estradare Lollo, vista la prescrizione del reato". Tuttavia, secondo Fini, se i reati si possono prescrivere, ciò non vale "con l'esigenza di avere giustizia". Al riguardo, distingue i fatti di terrorismo, su cui a suo giudizio "se non tutto, si sa tanto", rispetto allo stragismo: "Un conto è l'ideologia e il contesto internazionale che portò alle Br e ai vari tentativi di rivoluzione comunista. Altro discorso, assai più misterioso, è quello dello stragismo, su cui non c'é ancora verità giudiziaria e il cui contesto internazionale non è stato ancora del tutto svelato".

Per quanto riguarda la strage di Bologna, e la lapide posta nella sala d'aspetto della stazione che parla di 'strage fascista', il presidente della Camera osserva che anche quella "é una delle tante vicende ancora misteriose". Parole che non sono piaciute ad Assunta Almirante: "Ormai è chiaro - commenta - che la destra con quella strage non c'entrava nulla. Fini avrebbe dovuto ricordarlo". Per il segretario del Pd, se ormai c'é una "memoria condivisa" e i morti rossi e neri sono uguali, "la verità è ancora da ricercare". In particolare, il capo dei Democratici considera "una delle cose più insopportabili delle testimonianze degli ex terroristi il fatto che ci sia solo un pezzo di verità, mentre manca la verità di insieme". "Sul caso Moro - attacca Veltroni - ci volete dire com'é andato sul serio? E poi nei libri dei responsabili non ho mai trovato dichiarazioni chiare e nette di verità sui fatti e mi chiedo perché invece di scrivere libri non si va dai magistrati". Parole sottoscritte da Giampaolo Mattei, che sconsolato osserva: "Ecco perché abbiamo nutrito una diffidenza totale verso le istituzioni".

Unica critica - nessun riferimento al ventennale della morte di Almirante nè sul sito di An, nè su quello della Fiamma nè su quello de La Destra...mah..senza parole..

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ABOLITA L'ICI SULLA PRIMA CASA

Approvato il decreto per affrontare l'emergenza a Napoli. Il Consiglio dei ministri ha dato via libera alla nomina del capo della Protezione civile a sottosegretario. Individuate le discariche che dovranno essere aperte. In citta' diverse manifestazioni di protesta. Sulla sicurezza non passa il pattugliamento misto.







Reato clandestinita' in ddl, ecco il pacchetto Di Silvia Barocci e Massimo Nesticò - WWW.ANSA.IT

Reato di clandestinità per disegno di legge, affiancato tuttavia dall'introduzione, per decreto, di un aggravamento di pena di un terzo nel caso in cui a delinquere sia uno straniero irregolare; più poteri ai sindaci da subito per decreto. Sono queste le novità dell'ultima ora contenute nel 'pacchetto sicurezza' che domani arriva all'esame del consiglio dei ministri che si terrà a Napoli. In una prima stesura del decreto, circolata oggi, era prevista anche la riapertura dei termini, a processo in corso in primo grado, per consentire al pm o all'imputato di chiedere il patteggiamento per tutti i reati 'indultabili'. La norma però, in serata, anche per la decisa opposizione del ministro dell'Interno Roberto Maroni, è stata cancellata. Il 'pacchetto', nell'ultima versione delle bozze, è composto da un decreto legge di 12 articoli con le misure considerate più urgenti che entreranno immediatamente in vigore, affiancato da un disegno di legge di 16 articoli e tre decreti legislativi sull'attuazione di direttive Ue. Ma non si escludono aggiunte in extremis come, ad esempio, il concorso delle forze armate per compiti di pattugliamento delle città, così come chiesto dal ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Queste le principali misure previste dal decreto legge:

CLANDESTINITA' AGGRAVANTE - Per i clandestini che delinquono la pena è aumentata di un terzo.

AFFITTI IN NERO - Prevista la confisca della casa affittata in nero a clandestini. Per il proprietario pene fino a tre anni e multe fino a 50.000 euro.

ESPULSIONI PIU' FACILI - Può essere espulso lo straniero condannato ad una pena superiore a due anni (contro i 10 di ora).

STRETTA SU UBRIACHI ALLA GUIDA - Da 3 a 10 anni di reclusione per l'automobilista ubriaco o drogato che causa incidenti mortali, con revoca della patente. Prevista anche la confisca del veicolo.

POTERI AI SINDACI - Potranno adottare ordinanze urgenti per motivi di sicurezza. SI prevede inoltre l'accesso della polizia municipale alla banca dati del ministero dell'Interno. Queste, invece, le misure che dovrebbe seguire la strada del disegno di legge.

IN CPT FINO A 18 MESI - Viene allungato il tempo di permanenza nei Cpt dagli attuali 60 giorni a 18 mesi, anticipando quanto previsto da una direttiva europea.

REATO IMMIGRAZIONE CLANDESTINA - Prevede l'arresto in flagranza, processo per direttissima, pena dai 6 mesi ai quattro anni di carcere.

AGGRAVANTI PER REATI COMMESSI SU ANZIANI E DISABILI - Nuova aggravante per i reati commessi nei confronti di anziani e disabili.

STOP AI MATRIMONI CONVENIENZA - Contro il fenomeno dei matrimoni di convenienza per acquisire la cittadinanza italiana, si stabilisce che quest'ultima non sia concessa automaticamente subito dopo il matrimonio, ma che debbano passare almeno due anni di residenza stabile in Italia.

LOTTA A CONTRAFFAZIONE - Si stabilisce la distruzione dopo 15 giorni delle merci contraffatte che verranno sequestrate.

CONFISCA BENI MAFIOSI - Rafforzare lo strumento della confisca dei beni dei mafiosi, eliminando una serie di passaggi che attualmente rallentano il meccanismo e spesso impediscono la destinazione dei beni sequestrati.

WRITERS - Sul fronte dell'illegalitàdiffusa, il provvedimento contiene anche norme anti-graffitari, con l'obbligo per loro di ripristinare quanto danneggiato.

ACCATTONAGGIO - Reclusione fino a tre anni per chi si avvale di minori nell'accattonaggio. Perdita della potestà se il responsabile è il genitore.

MONEY TRANSFER - Chi gestisce agenzie per il trasferimento di denaro deve acquisire la copia del permesso di soggiorno del cliente straniero. I tre decreti legislativi conterranno, infine, modifiche ai provvedimenti che hanno recepito le direttive Ue sui ricongiungimenti familiari, sul diritto alla libera circolazione dei cittadini comunitari e sullo status di rifugiato.

STRETTA SUI RICONGIUNGIMENTI - Vengono ristretti i ricongiungimenti con l'introduzione del test del dna.

SENZA REDDITO SCATTA ALLONTANAMENTO - Il comunitario può stare in Italia per più di tre mesi solo se dimostra di avere un reddito sufficiente derivante da attività lecite. E ha l'obbligo di denunciare la sua presenza con nome e dimora.

ALLONTANAMENTI PIU' FACILI - Vengono inoltre ampliati i motivi che consentono l'allontanamento immediato dei cittadini Ue per "motivi imperativi di pubblica sicurezza": essi sussistono se non ha denunciato la sua presenza o ha tenuto comportamenti che costituiscono una "minaccia concreta, effettiva e grave".

RESTRIZIONI PER RICHIEDENTI ASILO - Per i richiedenti asilo introdotte restrizioni alla libera circolazione in Italia.

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CdM a Napoli - parte la sfida di Berlusconi

Oggi Consiglio dei ministri straordinario a Napoli: rifiuti, sicurezza e redditi le priorità.
Nel pacchetto sicurezza un ddl sul reato di immigrazione clandestina che prevede una pena da 6 mesi a quattro anni di reclusione. Inoltre più poteri ai sindaci da subito per decreto. Sparita invece la norma che introduceva il patteggiamento per reati 'indultabili'. La questione rifiuti sarà ampiamente trattata in Cdm: all'esame del governo, in particolare, un sottosegretario ad hoc per l'emergenza ed un dl per individuare le discariche. Per le misure fiscali l'abolizione dell'Ici sulla prima casa e la detassazione del 10% su straordinari, incentivi e premi di produzione.



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20.5.08

Pacchetto sicurezza entro luglio

19.5.08

La Spagna continua ad attaccare l' Italia

18.5.08

Il Governo lavora per risolvere gli ultimi nodi

17.5.08

Immigrati, Maroni esclude sanatorie

Secondo il ministro degli Interni "sarebbe come l'indulto e noi siamo contrari"

Il leader della Lega attacca la Spagna: "Voi siete stati i primi ad aprire il fuoco"

"L'unico modo per un allontanamento efficace degli immigrati - ha sottolineato poi il ministro - è l'espulsione immediata con accompagnamento alla frontiera". Tra i punti che potrebbero essere inseriti nel pacchetto sicurezza, anche l'impiego dei militari. Eventualità sulla quale è tornato stamane il ministro della Difesa Ignazio La Russa. "L'uso dell'esercito con fini di sicurezza - ha osservato - non è un'ipotesi da realizzare per decreto. Ha ragione il presidente della Repubblica. Ma per quanto riguarda l'utilizzo dell'esercito per fini di sicurezza non mi risulta che il capo dello Stato si sia espresso. E' una valutazione giornalistica".

Niente più campi rom. Il responsabile della Difesa ha illustrato quindi la sua ricetta nel gestire le tensioni che si sono creati con i nomadi. "Io - ha chiarito - non vedo la possibilità che rimangano in Italia i campi rom, specie se costituiti da centinaia di persone. Possono essere possibili soltanto dei mini campi: dieci persone al massimo su cui esercitare un controllo efficace".

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I piani del Viminale

16.5.08

Il sud e la puglia contano di più


Da Pugliese mi sembra assolutamente opportuno pubblicare questo manifesto...e l'articolo che segue










FITTO MINISTRO, UN GIUSTO RICONOSCIMENTO DI TOMMASO FRANCAVILLA


Quando la Casa delle Libertà perse le elezioni regionali del 2005, il “Corriere del Mezzogiorno” pubblicò un editoriale del prof. Franco Botta che, contraddicendo completamente anche la consueta eleganza dell’autore, invitava addirittura, un po’ maramaldescamente, Raffaele Fitto a cambiar mestiere. Quasi nessuno, in quei giorni amari per il giovane leader pugliese e per tutti noi che lo sosteniamo, rilevò che egli era in realtà il candidato-Governatore della CDL che –nelle elezioni in cui più forte è soffiato il vento dell’anti-berlusconismo- aveva perso meno di tutti, compresi gli unici due vincenti della Vandea lombardo-veneta, e che il buongoverno di Raffaele Fitto aveva portato alla sua coalizione comunque il valore aggiunto del 9% di una lista (la “Puglia prima di tutto”) nata in poche settimane completamente al di fuori dei Partiti. Del pari, i vincitori, ebbri di una conquista che sembrava impossibile, non s’accorsero che in realtà Vendola era l’unico Governatore di minoranza, non avendo raggiunto la soglia del 50%, e ritennero di essere abilitati a smantellare tutto quello che fino ad allora era stato faticosamente costruito alla Regione Puglia, passata da condizioni di sostanziale insolvenza ad un modello di governo virtuoso e concretamente innovatore. E Fitto divenne agli occhi di molti immemori non soltanto l’emblema della sconfitta, ma anche il capro espiatorio delle colpe dell’universo mondo, a cominciare da quelle dei suoi avversari: non c’era discorso del suo successore e dei suoi compagni in cui non venisse esorcizzato come la fonte nefasta di tutti i mali dell’universo.
A distanza di tre anni, la sua opera di governo è ormai completamente rivalutata dai soggetti più insospettabili: è stato- per esempio- il Presidente della Provincia di Lecce a riconoscere –anche di fronte al disastro campano- che il suo piano per lo smaltimento dei rifiuti era eccellente e lungimirante; sono stati CGIL-CISL-UIL ad ammettere, al confronto con le “scatole vuote” di Frisullo e &, la superiore concretezza delle sue politiche industriali; è stato Vendola in persona a riabilitare- udite, udite- le sue politiche sanitarie, anche perché ancora non è stato capace di sostituirle, ed adesso tutti si ricordano che egli non aveva esitato a sfidare perfino Berlusconi contro un federalismo fiscale punitivo per il Sud, fino a vincere quel round.
Intanto Raffaele, non ha mollato nemmeno un giorno, anche quando più sembrava solo e sconfitto, il fronte della battaglia. Ha assunto con coraggio la guida di FORZA ITALIA e dell’opposizione, da dove, testimone instancabile e coraggioso di verità, sovente spalleggiato soltanto dagli instancabili Rocco Palese ed Elena Pinto (ma forse ha il torto di non utilizzare –più per timidezza che per superbia- al meglio quanti non hanno mai smesso di credere in lui), non ha perduto una sola battuta nel pur impari confronto dialettico con un regime che controllava tutte le Istituzioni e che non esitava anche a tentare di infliggergli il colpo di grazia con il solito uso della sua derivazione giudiziaria. Ed intanto, sulle fondamenta anche dei disastri altrui, grazie anche ad un’alleata straordinaria come Adriana Poli Bortone, giustamente stringendosi –nel momento delle comuni difficoltà- alla oggettiva grandezza di Berlusconi, costruiva, per sé e per il Cavaliere, la doverosa rivincita.
Pochi si erano accorti che, ad un solo anno dalla perdita della Regione, il Centro-destra era già tornato in Puglia, per di più in contro-tendenza, maggioranza alle politiche del 2006,: la “lunga marcia” di Raffaele e della sua coalizione alla riconquista della Puglia perduta era già ampiamente avanzata, anche se la grancassa di regime ne occultò abilmente l’evento all’ombra della finta vittoria di Prodi.
Da allora il cammino è stato quasi in discesa, le elezioni amministrative sono state un crescendo di successi, fino alla espugnazione di roccaforti della sinistra che sembravano imprendibili, e con le politiche di quest’anno anche la Taranto del falso dissesto è tornata ad essere una Città politicamente normale, con una ampia maggioranza di Centro-destra. La vittoria alla Provincia di Foggia ha segnato la fine di tutte le false “primavere” e le “onde” anomale, e proprio sul territorio che aveva determinato- con un scarto incolmabile- la sconfitta del 2005.
Dall’altra parte, dall’UDEUR alla “Primavera pugliese”, dai Socialisti ai Verdi, dal PDCI a Rifondazione Comunista, si sono praticamente dileguati quasi tutti i Partiti che s’illudevano di poter a lungo lucrare sulla sconfitta di Fitto, con lo stesso Vendola in fuga sempre più solitaria verso le plaghe confuse dei suoi delìri.
Fitto Ministro alle Politiche Regionali, ossia in una posizione istituzionalmente sovra-ordinata rispetto al suo successore alla guida della Puglia, non è soltanto un beffardo contrappasso della storia, ma anche un atto di giustizia nel segno della verità.
Adesso gli stessi che due anni fa lo invitavano inelegantemente a cambiar mestiere, e che per due anni gli hanno scaricato addosso tutte le infamie di cui erano capaci, gli attribuiscono la capacità di fare miracoli anche impossibili, dimenticando che il destino della Puglia è purtroppo ancora ampiamente in mano ai suoi attuali, fallimentari governanti, nonostante lo sfratto ultimativo inviato loro dal Popolo pugliese.
Noi constatiamo che il tempo è galantuomo, ed attendiamo che Raffaele, insieme ad Adriana Poli Bortone che soltanto la sempre più rovinosa miopia di un Fini irreparabilmente orfano di Pinuccio Tatarella poteva escludere dal Governo per far posto ad una ragazzotta e ad un “portavoce”, restituisca la Puglia ai Pugliesi, espugnando anche via Capruzzi, i cui occupanti sempre più abusivi sono già impegnati nel saccheggio finale. Ci conforta sapere che non sarebbe la prima volta che il Centro-destra vi trova soltanto macerie.

Link consigliato www.raffaelefitto.it

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Sicurezza: pattugle di esercito e polizia?

15.5.08

Governo, fiducia anche al Senato

Tremonti:la nuova linea

14.5.08

Il Governo ottiene la fiducia alla Camera

13.5.08

Quasi pronto il pacchetto sicurezza

Berlusconi:chiede dialogo al PD


Berlusconi:non c'è tempo da perdere - ANSA

Berlusconi:stabilità per crescere - Il Giornale

Berlusconi:invoco l'aiuto di Dio - Corriere

PD:tono diverso attendiamo fatti - Repubblica

Il Pd appalude il cav:ha deciso di cambiare - La Stampa



Fiducia, stabilità, ottimismo, dialogo. Il premier Silvio Berlusconi ha parlato alla Camera dove ha pronunciato il discorso con cui ha chiesto la fiducia al governo. Ventisette minuti, interrotto 27 volte dagli applausi della maggioranza, (in tre casi i battimani sono stati bipartisan), chiusi con un triplice: "Vi ringrazio" prima di un "Viva l'Italia, viva il parlamento". Il Cavaliere è entrato nell’aula di Montecitorio e ha subito lanciato il suo programma di governo: "Il lavoro che ci aspetta per ridare slancio all’Italia richiede ottimismo e spirito di missione". Gli italiani hanno detto alla classe politica di mettere mano a riforme e "realizzarle in fretta perché l’Italia non ha tempo da perdere". Il governo non pensa di fare miracoli, ma sicuramente di "realizzare piccole e grandi cose forte del consenso democratico ottenuto dagli elettori" ha continuato Berlusconi nel suo intervento programmatico.

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12.5.08

Forum PA: via i fannulloni !

ROMA - Il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha "le idee molto chiare" su come affrontare il problema dei dipendenti pubblici fannulloni: "semplicemente - dice al Forum della P.A. - vanno licenziati". Brunetta ribadisce, quindi, che già ci sono le leggi che consentono di farlo. "C'é la cassa integrazione e c'é il licenziamento, solo che non sono mai stati utilizzati. Ma il clima del paese è cambiato - ha rilevato Brunetta -. E' un miracolo che la Pubblica Amministrazione ancora stia in piedi non avendo strumenti come gli incentivi e disincentivi, premi e punizioni. In queste condizioni un'azienda privata avrebbe già chiuso".

SINDACATI PER CONTRATTI CHIEDANO A TREMONTI - "I sindacati devono bussare alla porta del ministro dell'economia che ha in mano i conti". Così il ministro per la Funzione Pubblica, Renato Brunetta ai rappresentanti dei lavoratori che gli hanno ricordato che i contratti pubblici sono scaduti da un anno e mezzo. "Lo so benissimo - ha aggiunto - ma è inutile sedersi ad un tavolo senza conoscere i conti. Il ministro Tremonti, che ha grandissima competenza e senso di responsabilità, sta facendo i conti e sulla base delle esigenze del paese si deciderà collegialmente nel governo".




STOP A CARTA,ANCHE LE PAGELLE SARANNO ONLINE - Stop alla carta nella pubblica amministrazione, anche le pagelle scolastiche saranno online. Lo promette il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, secondo il quale la banda larga e l'Ict devono far superare "senza ritorno" ogni barriera fisica nel giro di un anno, un anno mezzo. Poi, prosegue, dovranno "tagliarsi i ponti: non ci dovrà più essere la documentazione cartacea. Le pagelle dovranno essere lette su internet, basta pagelle cartacee". Brunetta non esita, quindi, a parlare di una "rivoluzione con la quale la carta dovrà progressivamente sparire". Alleati, in questo tempo, gli uffici postali, le farmacie, le tabaccherie, perché "chi ha una rete possiede un tesoro. Se sapremo cambiare - è la sua convinzione - potremo spendere meglio e liberare importanti risorse da impieghi poco produttivi". (ANSA)

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La festa è finita ora si lavora

11.5.08

AN:FINI lascia, il reggente è La Russa

FINI RENDE OMAGGIO A GIORGIO ALMIRANTE,
LA RUSSA IL REGGENTE,NON SIAMO PIU' FIGLI DI UN DIO MINORE , ULTIMO PASSO DELLA STRATEGIA DOPO FIUGGI


Alemanno:non sono fascista, ma il fascismo modernizzo' l'Italia - Corriere

Fini lascia AN, cammino completato - Corriere

Fini:ora abbiamo veramente vinto - Repubblica

Identikit Berlusconi IV - ANSA

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Nuovi provvedimenti incentrati sulla sicurezza

Subito in carcere chi guida sotto effetto di alcol e droga. Sarà sempre processato per direttissima chi viene preso in flagranza di reato. Minimo sei anni di galera per le rapine.



Governo,solo 37 sottosegretari - ANSA

Processi rapidi,certezza delle espulsioni - Il Giornale

Schifani diffamato da Travaglio
- Corriere

Immigrati, linea dura di Maroni - Repubblica


INFOBLOG - COSA E' IL TRATTATO DI SCHENGEN




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10.5.08

Tremonti:sacrifici petrolieri e banche

9.5.08

Napolitano in via Caetani - 30 anni dopo

NO A TRIBUNE TV PER EX TERRORISTI

Lo Stato democratico non può dimenticare le vittime del terrorismo e la parola va data a chi ha subito la violenza e non a chi la perpetrata. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando al Quirinale nella prima Giornata in ricordo delle vittime del terrorismo e delle stragi.

«LE RESPONSABILITA' RESTANO» - Il capo dello Stato ha spiegato dettagliatamente che «chi ha regolato i propri con la giustizia ha il diritto di reinserirsi nella società ma con discrezione e misura». E «mai dimenticando le sue responsabilità morali anche se non più penali. Queste sono le ragioni per cui si doveva e si deve dar voce non a chi ha scatenato la violenza terroristica ma a chi l’ha subita, a chi ne ha avuto la vita spezzata, ai familiari delle vittime e anche a quanti sono stati colpiti sopravvivendo ma restando per sempre invalidati. Si deve dar voce a racconti di verità sugli anni di piombo ricordando quelle terribile vicende come sono state vissute dalla parte della legge e dello Stato democratico, dalla parte di una umanità dolorante».

IL RAMMARICO NON BASTA - Napolitano ha citato in particolare l'intervista dell'ex brigatista che uccise Carlo Casalegno che ha detto di provare solo «rammarico» per i familiari delle vittime. «Il rispetto della memoria - ha detto Napolitano - purtroppo è spesso mancato proprio da parte di responsabili delle azioni terroristiche».

«NESSUNA RIMOZIONE» - «Quel che più conta oggi è scongiurare ogni rischio di rimozione di una esperienza così sconvolgente vissuta dal Paese», ha detto il presidente della Repubblica. «C'è da augurarsi - ha poi aggiunto - che si riesca ancora a indagare, anche in sede giudiziaria, su singoli fatti di devastante portata, che si riesca ad accertare pienamente la verità come chiedono le associazioni delle famiglie delle vittime». Napolitano ha voluto sottolineare il rischio che possano riprodursi quei fenomeni di violenza politica che hanno rappresentato un costo alto per la democrazia e per il Paese.

«Abbiamo visto negli ultimi anni - ha evidenziato - il riaffiorare del terrorismo attraverso la stessa sigla delle Brigate Rosse nella stessa aberrante logica, sia pure su scala più ridotta, ma pur sempre a prezzo di nuovi lutti e di nuove tensioni». Napolitano ha parlato di segni di reviviscenza del «rozzo ideologismo comunista» e anche di «ideologismo e simbolismo neonazista». «Dobbiamo sapere cogliere il dato che accomuna fenomeni pur diversi ed opposti - ha poi esortato il presidente -: l'intolleranza e la violenza politica, l'esercizio arbitrario della forza, del ricorso all'azione criminale per colpire il nemico e, non meno brutalmente, il diverso, per sfidare lo Stato democratico. Occorre opporre a questo pericoloso fermentare di rigurgiti terroristici la cultura della convivenza pacifica, della tolleranza politica, culturale, religiosa, delle regole democratiche, dei principi, dei diritti e dei doveri sanciti dalla Costituzione repubblicana». Il limite, ha detto, in definitiva, è quello della legalità anche quando si esprime il dissenso.

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Berlusconi:ora fatti,nessuna intervista!


Ora solo fatti - Il Giornale

Milano:via Sgarbi - Il Giornale

Meloni:aiuterò i precari che fanno figli - Il Giornale

Alla fine del CDM la folla acclama Silvio- Il Tempo

Libia minaccia accordo con ENI
- Corriere






La frase del giorno

"L'invito del premier alla squadra: parlo io, voi il meno possibile"

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8.5.08

GIURAMENTO BERLUSCONI 4°

UN GRANDE AUGURIO AL NUOVO MINISTRO DEGLI AFFARI REGIONALI

ON.RAFFAELE FITTO

L'UNICO PUGLIESE MINISTRO...
AUGURI DI BUON LAVORO!

I PUGLIESI SONO CON TE....
ORA NON TRADIRE LA NOSTRA FIDUCIA!




Fitto:daremo risposte al Paese

Il premier "C'è tanto da lavorare"- Il Giornale

Decisi a decidere - PdL

Passaggio di consegne, Prodi:avanti con la lotta all'evasione - Corriere

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7.5.08

Il team del 4° Governo Berlusconi

Non solo il governo con il minor numero di ministri con portafoglio, solo 12 (più 9 senza portafoglio, per un totale di 21), in ottemperanza alle nuove norme di legge, ma anche, per la prima volta nella storia della Repubblica, la lista dei ministri resa nota subito dopo il conferimento dell'incarico da parte del presidente della Repubblica. Un record per Silvio Berlusconi, che ha diffuso l'elenco dei componenti della squadra del suo quarto governo dopo il colloquio al Quirinale con Giorgio Napolitano, durato un'ora e 15 minuti. Silvio Berlusconi ha accettato l'incarico di formare un nuovo governo conferito dal Capo dello Stato presentando la lista dei ministri. Il Cavaliere ha anche detto che il consiglio dei ministri di giovedì nominerà Gianni Letta sottosegretario alla presidenza del Consiglio e segretario del Consiglio dei ministri. La composizione del governo assegna alla Lega 4 ministeri, così come 4 ne ha la componente an del Pdl.

FIDUCIA MARTEDI' ALLA CAMERA E MERCOLEDI' AL SENATO - La fiducia al quarto governo Berlusconi sarà chiesta martedì prossimo all'Assemblea di Montecitorio e mercoledì a quella di Palazzo Madama. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi lasciando Palazzo Madama.


I MINISTRI DEL NUOVO GOVERNO
Ministri con portafoglio

Esteri: Franco Frattini; Interno: Roberto Maroni; Giustizia: Angelino Alfano; Economia: Giulio Tremonti; Difesa: Ignazio La Russa; Sviluppo economico:Pubblica istruzione: Maria Stella Gelmini; Politiche agricole:Ambiente: Stefania Prestigiacomo; Infrastrutture: Altero Matteoli; Welfare: Maurizio Sacconi; Beni culturali: Sandro Bondi.

Ministri senza portafoglio
Riforme: Umberto Bossi; Semplificazione: Roberto Calderoli; Attuazione Programma: Gianfranco Rotondi; Politiche Comunitarie: Andrea Ronchi; Pari Opportunità: Mara Carfagna; Affari regionali: Raffaele Fitto; Politiche giovanili: Rapporti con parlamento: Elio Vito; Innovazione: Renato Brunetta. Claudio Scajola; Luca Zaia; Giorgia Meloni;

LE DONNE RESTANO MENO DI UN QUINTO - Se l'esecutivo uscente era «rosa pallido», non migliora la situazione con il nuovo governo Berlusconi. Le donne restano ancora meno di un quinto dei ministri. Sulle quattro, due hanno ministeri con portafoglio, (nel precedente governo era 1 su 6) e sono Stefania Prestigiacomo all'Ambiente e Mariastella Gelmini all'Istruzione, conquistano dicasteri con portafoglio mentre le altre si devono accontentare di ministeri meno "pesanti". Una è di An, le altre di Forza Italia. Saranno, dunque, quattro su 21 (Prestigiacomo; Gelmini; Giorgia Meloni; Mara Carfagna) le ministre del nuovo esecutivo. L'esecutivo Prodi contava invece su sei donne (Linda Lanzillotta; Emma Bonino; Barbara Pollastrini; Giovanna Melandri; Rosy Bindi e Livia Turco) su 25 componenti.

GLI ALTRI INCARICHI "LAMPO" DELLA STORIA - Nella storia dell'Italia repubblicana c'e un solo precedente di «incarico lampo», quello di Giuseppe Pella del 1953. Si trattava però di una situazione di emergenza: un governo appena varato da De Gasperi era stato respinto alle Camere durante il dibattito sulla fiducia e il capo dello Stato Einaudi, di fronte alla rissosità dei partiti, risolse la crisi senza nemmeno fare le consultazioni di rito: vide Pella , informalmente, il 12 agosto, lo convocò per il 13, e quando lo ricevette il presidente incaricato aveva la lista dei ministri già in tasca. Pella a parte, finora l'incarico di governo risolto più velocemente è stato quello di Prodi nel 2006: in quell'occasione tra il ricevimento dell'incarico, il 16 maggio alle 19,e la presentazione della lista dei ministri, il giorno dopo alle a mezzogiorno, passarono solo 17 ore.

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6.5.08

Pdl, cacciato chi fa troppe assenze

5.5.08

Aspettando conferme....

Restano al Cavaliere alcuni nodi da sciogliere della sua squadra di governo. Secondo le ultime indiscrezioni, Angelino Alfano sarebbe avviato verso il ministero della Giustizia, Stefania Prestigiacomo al Welfare. Ad An andrebbe, invece, un viceministro in più al Viminale con il ministero delle Pari Opportunità affidato a Giorgia Meloni. Tuttavia Alleanza Nazionale non molla la presa. Nel pomeriggio, spiegano fonti parlamentari del Pdl, ci sarebbe stato anche un lungo colloquio telefonico tra Berlusconi e Fini per arrivare ad una intesa. Nel colloquio telefonico, spiegano le stesse fonti, si sarebbe discusso anche della partita riguardante le nomine di vicepresidenza di Camera e Senato con il partito di Via della Scrofa che accusa il carroccio di non rispettare i patti presi. Per quanto riguarda le altre 'caselle', oltre ai confermatissimi Maroni (Interni), Tremonti (Economia), Frattini (Esteri), Gelmini (Istruzione), si alzano le quotazioni per Michela Brambilla all'Ambiente, mentre è possibile che il Cavaliere rinunci alla costituzione di un ministero dell'Innovazione da destinare a Lucio Stanca. Per la Funzione Pubblica si fa il nome di Maurizio Lupi, per gli Affari Regionali quello di Raffaele Fitto. Fonti parlamentari del Pdl riferiscono che dal Quirinale sarebbe arrivato un invito a non andare oltre gli otto ministeri senza portafoglio.

Alemanno alle Fosse Ardeatine: Una ferita - Il Giornale

Morto il giovane aggredito,la sinistra attacca FINI - Corriere


FRASE DEL GIORNO - G.Alemanno Sindaco di ROMA - www.ilgiornale.it

"Sono valori che non si discutono, valori di libertà e democrazia contro gli occupanti" ha esordito. Sulla Resistenza "non c’è nessuna polemica, ma rispetto il radicamento", ha poi aggiunto spiegando invece che "c’è una componente di odio e di guerra civile su cui noi siamo chiamati a opera di verità condannando gli abusi che furono fatti da più parti affinché da quella guerra civile non rimangano strascichi di odio". Quanto al revisionismo storico, Alemanno ha ribadito che "qualsiasi opera di chiarimento storiografico e di ricucitura non mette in discussione i valori della Resistenza che sono fondativi della nostra Costituzione". Una giornata, quella odierna, per il sindaco di Roma tutta dedicata alla memoria. Dopo aver deposto una corona all’Altare della Patria e alla Piramide Cestia e la visita alle Fosse Ardeatine si recherà alla Sinagoga. "Credo - ha concluso - che ciò che ho detto sia condiviso da tutta An. Nella destra italiana non esiste spazio per la difesa del totalitarismo".



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2.5.08

Montezemolo ambasciatore del made in Italy

Martiri anche le vittime del fronte della gioventù

«Anche i giovani militanti del Fronte della gioventù che morirono assassinati sono martiri dell'Italia, non della Destra». Lo ha detto la deputata del Pdl ed ex vicepresidente della Camera, Giorgia Meloni, da qualche anno uno dei nomi emergenti di An. «Se rinnegassi il Fronte della gioventù - ha spiegato la parlamentare intervenendo al programma web KlausCondicio - rinnegherei me stessa. Tutto ciò che mi porto dentro di pulito, di autentico, di ideale me lo ha insegnato il Fronte della Gioventù».La Meloni è cresciuta nel movimento giovanile dell'Msi ed è stata al vertice del gruppo giovani di An. Conosce dunque bene la realtà di un movimento che, soprattutto negli anni settanta, è stato in dura contrapposizione con i movimenti studenteschi e i gruppi della sinistra. E tra i nuovi martiri la deputata pidiellina inserisce ad esempio Paolo Di Nella, rimasto nel cuore di molti militanti, a partire dal neosindaco di Roma, Gianni Alemanno, che porta al collo una collanina con la croce celtica che apparteneva proprio al giovane ucciso nel 1983, a colpi di spranga alla testa, mentre attaccava dei manifesti. «Fu ucciso a soli 20 anni - ha sottolineato la Meloni -, una morte ancora oggi rimasta impunita». La parlamentare ha poi spiegato cosa abbia significato per lei quell'esperienza politica. «Eravamo ragazzi con un'idea della ribellione finalizzata a costruire un mondo diverso, ragazzi che consideravano e considerano ancora il potere come uno strumento e non un obiettivo. Il Fronte della gioventù è la mia storia». «Per noi la violenza non è mai stata uno strumento dell'agire politico - ha aggiunto -. Al contrario c'è tanta nostra gente che si è dovuta difendere, poichè veniamo dalla storia di una comunità politica che, per un certo periodo del suo percorso, è stata considerata un bersaglio da tutti. La storia di quei ragazzi che morivano a 16 anni in mezzo alla strada ed era normale perchè ammazzare un fascista non era reato. Erano ragazzi nati nel 1965, venti anni dopo il fascismo, che non c'entravano nulla con il fascismo e per i quali la società non ha versato una lacrima. Io dico che storie analoghe ci sono state anche dall'altra parte della barricata e che solo oggi si sta rendendo giustizia a tutti quei ragazzi».

Discorso di insediamento del Presidente FINI

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1.5.08

Nuova rubrica interna del blog - stampa rossa

Da oggi 1 maggio 2008 inserisco questa nuova rubrica interna, "STAMPA ROSSA" dove verranno riportati gli articoli faziosi e ideologici della stampa comunista italiana....da notare che il nuovo Governo ancora non si è insediato e già hanno ricominciato (non hanno mai finito....)




Metterò ogni mio sforzo per mettere in luce la presunta superiorità della SINISTRA che le persone di buon senso sanno che non esiste..anzi !



IL PODESTA' ALEMANNO - Gruppo Editoriale L'Espresso

Fini:primo postfascista alla Camera - L'Unità

D'Alema:Fini ha dimenticato l'antifascismo - L'Unità

Scalfaro:Fini caduta di stile,continua a negare i fatti - Corriere

Pelù - Berlinguer ci manchi, omaggio al '68 - Corriere

QUESTA E' LA SINISTRA !

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Torino: i centri sociali bruciano bandiere israeliane

Torino: i centri sociali bruciano bandiere israeliane

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=258736

Il Cavaliere a Bossi: abbassa i toni
- Il tempo

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