Silvio Berlusconi ha ormai riunito tutto il suo esercito politico
FONTE WWW.ILTEMPO.IT
Blog QUOTIDIANO dedicato alla Politica ITALIANA.On line da febbraio 2006
Un impegno sovrumano in un paese con le elezioni sempre alle porte. Infatti nessuno ha ascoltato il consiglio di Fassino. Ma la "quasi parità" ha spinto il Cavaliere a prendere all'istante misure necessarie. Le riassumo così: tutto quello che "fa voto" è buono e devo portarlo dalla mia parte. È cominciata allora la sua caccia alle listine e alle listucce più varie, indispensabili per conquistare quel tanto di consensi necessario alla vittoria. Insieme è nata l'Operazione Brambilla, la più innovativa e intelligente fra le molte tentate dalla casta nostrana. Per chi l'abbia dimenticato, ricorderò che a Michela la Rossa il Cavaliere ha affidato il Partito della Libertà, nato all'inizio di agosto. Che cos'è il Pdl? Le definizioni si sono subito sprecate. Marcello Dell'Utri ha detto: «È una sottomarca di Forza Italia». L'"Economist" ha evocato la tecnica del "line filling", quella usata dalle grandi aziende per completare la propria offerta di prodotti. Ma la spiegazione più chiara l'hanno proposta due eccellenze di Forza Italia: Martello Pera, ex presidente del Senato, e Niccolo Ghedini, l'avvocato di Berlusconi e senatore.
Pera ha scritto sulla "Stampa": «E il gemello che serviva, accanto a Forza Italia. Dove inserire i tanti esterni o i molti diffidenti », Ghedini è stato ancora più esplicito. Il 22 agosto, un mese prima che emergesse il Grillo politico, ha detto a Giovanna Casadio di "Repubblica": il Pdl «sarà una super-lista civica, per attrarre l'area del non-voto, per recuperare i delusi dai partiti. Questa super-lista a livello nazionale ha come target chi non si riconosce nel sistema partitico esistente, pur essendo di centro-destra. Come si vede, tanto i grillisti che i superstiti dei girotondi non stanno inventando nulla di nuovo. Ancora una volta, il diabolico Berlusca li ha preceduti. Il Pdl di Michela la Rossa per ora è una struttura dormiente, ma destinata a entrare in azione non appena saranno indette le elezioni. Attenzione: dormiente non significa inattiva. La Rossa sta già lavorando. E immagino che se ne infischi della polemica sui Circoli della Libertà. Lei sostiene: «Sono cinquemila». Dell'Utri replica: «Quei circoli non esistono». Ma è una diatriba che non conta nulla. Quello che conta è che, al momento giusto, la Rossa sia in grado di assolvere al compito che le è stato affidato: agguantare gli astensionisti che non si fidano delle vecchie facce del centro-destra, compresa la faccia levigata del leader. II Cavaliere confida molto nel listone civico della Brambilla. Secondo Augusto Minzolini della "Stampa", Berlusconi ha detto: «Con la Brambilla avremo il 4 per cento in più». Non so valutare questa previsione. Mi limito a osservare quanto sta accadendo sul fronte opposto. II Partito Democratico nasce nel caos. E le liste di Grillo, se ci saranno, ruberanno voti al centro-sinistra. Nel frattempo, le dieci sinistre italiche seguitano a sfottere la Rossa. A loro dico: state attenti, non fate i minchioni. Ci riusciranno? Mia nonna Caterina diceva: chi nasce minchione, muore minchione. Amen!
|
|
Il Cavaliere ora si è messo in testa di costruire da solo il Pdl facendo proseliti tra aennini e centristi.
“Se Berlusconi ha veramente quest’intenzione non posso che fargli i migliori auguri”.
Non teme che qualcuno dei suoi possa cedere alle sirene del leader di Forza Italia?
“Non mi preoccupa affatto”.
Nemmeno Carlo Giovanardi?
“È l’ultimo dei miei problemi, sono convinto che nessuno lascerà l’Udc, perché chi sta dentro questo partito, a cominciare da Giovanardi, ci sta per delle convinzioni e non è certo disponibile a barattarle per delle convenienze. Supposto che siano tali, perché ho molti dubbi a tal proposito”.
Fabrizio Cicchitto spera ancora di tirarla dentro la federazione dicendo che va fatta solo se ci sono tutti, “auspicabilmente anche l’Udc”.
“Sul partito unico o federazione, tra AN e FI c’è una grande confusione, ogni giorno si dice una cosa diversa: chi parla dei circoli, chi di Partito della libertà...”.
Ma a lei non gliene importa proprio niente?
“Per costruire una cosa seria non serve la bacchetta magica di qualcuno o una scelta carismatica. Serve un processo democratico. I partiti, quelli veri, se non vogliamo finire tutti nel frullatore dell’antipolitica, si fanno con i congressi, con le votazioni, con le maggioranze e le minoranze. Tutte cose che non vedo nei nostri interlocutori”.
Intanto la sinistra una novità da proporre agli elettori ce l’ha. Voi cosa offrite in alternativa al Pd?
“Io non sono affatto spaventato dal Pd, che lascerà un sacco di elettori in libertà. Sono spaventato dall’eterogeneità del linguaggio e dalla confusione che traspare in quella che dovrebbe essere un’alternativa possibile”.
Gianfranco Fini, invece, a lei e a Berlusconi rinfaccia di non avere un progetto politico per il futuro.
“Sì, peccato che io queste cose le dico da un anno e mi hanno pure tacciato di antipatriottismo per questo. Mi limito a constatare che Fini si è svegliato”.
E allora perché non ha voluto invitarlo alla festa dell’Udc?
“Francamente non tengo io la contabilità degli inviti. Comunque, dialogare con gli altri amici dell’opposizione ci fa sempre piacere. Infatti, tanti di loro saranno con noi alla festa di Chianciano”.
Lei ci sta a farsi dare lezioni da Beppe Grillo?
“Non me ne frega niente. Anzi, più Grillo se la prende con me e più sono contento, perché vuol dire che non ho niente da spartire con lui. La differenza tra gli altri politici e me sta tutta in una parola: pavidità. Se la politica deve piegare la schiena a chi la denigra, vuol dire che non ha più motivazioni per stare in campo”.
Grillo le ha chiesto se Cosimo Mele è ancora deputato.
“Basta che si informi sul sito internet per capire che Mele non è più un parlamentare dell’Udc”.
Ha sentito Mele quest’estate?
“No. Ho mandato un mazzo di fiori alla moglie e alla figlia Angelica, quando è nata, augurando ogni bene alla loro famiglia”.
Tornando a Grillo, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, pensa che lui riempia un vuoto.
“Mi auguro che in futuro Bertinotti voglia sempre tener presente il suo ruolo di presidente della Camera. E che, come tale, si assuma la responsabilità politica e morale della rappresentanza di un’istituzione fatta da 630 persone. Se il presidente della Camera si mette a cavalcare anche lui l’antipolitica, ci tocca chiudere Montecitorio per mancanza di ragione sociale”.
Bertinotti non ha raccolto il suo appello perché fosse commemorato in Aula l’11 settembre.
“Ne sono rammaricato. Almeno un minuto di silenzio era più che doveroso farlo”.
Lei è andato a far visita a Spogli: come ha reagito a questo silenzio dell’Italia sull’11 settembre?
“Va chiesto all’ambasciatore. Sono andato da lui per esprimere la solidarietà che si deve di anno in anno agli Usa per questa ferita ancora aperta dell’11 settembre. Credo che gli abbia fatto piacere la mia visita, come la manifestazione di solidarietà che tanti privati cittadini hanno indirizzato all'ambasciata. Il governo invece ha dato solo prova di indifferenza”.
Sta dicendo che il governo Prodi non è filo-occidentale?
“Che questo governo abbia valori molti diversi dai nostri non c’è dubbio. La posizione del governo italiano su Hamas mi trova in profondo dissenso. Ho trovato molto squilibrate le parole dette da Prodi ad agosto, perché rischiano di indebolire al tavolo palestinese la posizione negoziale di Abu Mazen e della componente di Fatah, l’unica che parte dal riconoscimento dello Stato di Israele”.
La posizione di Prodi su Hamas è la stessa di D’Alema.
“Nell’ultimo dibattito che ho fatto con D’Alema alla festa dell’Unità, il ministro degli Esteri si è premurato di precisare che quando parlava di Hamas si riferiva alla auspicabile riconciliazione tra i palestinesi e certo non enunciava la volontà del governo italiano di venir meno all’impegno dell’Europa che ha classificato Hamas come un’organizzazione terroristica”.
Sarà, ma lui si è anche fatto fotografare a braccetto con degli esponenti di Hezbollah.
“Voglio ritenerlo un infortunio per non infierire ulteriormente, perché credo che ci sia una continuità della politica estera italiana che va coltivata”.
Passando alla Rai, le dispiace che Angelo Petroni sia stato sostituito con Fabiano Fabiani?
“Mi dispiace perché non pensavo che Petroni meritasse questo trattamento. Ritengo Fabiani potenzialmente un ottimo consigliere d’amministrazione. Io stesso all’atto delle nomine Rai feci in passato il suo nome”.
E allora qual è il problema?
“L’assetto complessivo della Rai. Come tutti sanno, Fabiani è un stretto sostenitore di Veltroni. Durante il nostro governo fu nominato presidente un uomo di sinistra. Oggi la nomina di Fabiani rende moralmente obbligata la scelta di un presidente di centrodestra”.
Per esempio?
“Uno dei componenti di centrodestra del Cda: da Urbani alla Bianchi Clerici a Malgieri (non cito Staderini perché tutti sanno che è mio amico), sono tutti in grado di fare il presidente Rai”.
Totò Cuffaro il prossimo anno vuole portare anche lei in pellegrinaggio a Santiago de Compostela dove lui è andato a pregare per la resurrezione della Dc. Ci andrà?
“Voglio rassicurare Cuffaro: ci sono già stato un anno e mezzo fa con la mia mamma”.
A pregare per la rinascita del grande centro?
“Non ho pregato per la Dc, ma per la mia famiglia”
COMMENTO DOVEROSO FINALE : CASINI A CHE GIOCO VUOI GIOCARE ?????????